Si dice sempre che alla fine non sia importante la meta del viaggio, ma il viaggio in sé e quello che ti lascia. E in effetti, alla fine della lettura di Prendo la bici e vado in Australia, pubblicato da Ediciclo nel febbraio di quest’anno, ci sentiamo un po’ cambiati e sembra quasi che la fine del viaggio raccontato da Francesco Gusmeri corrisponda a una nuova partenza non solo per lui ma anche per noi lettori che attraverso un transfert abbiamo percorso 30000 km in bicicletta dietro a Gusmeri.
Ma esattamente chi è Francesco Gusmeri? È un uomo che a trentasei anni, nonostante un lavoro a tempo indeterminato, abbandona tutto e decide di imbarcarsi in una avventura epica, ecologica e lenta, l’esatto opposto di questo nostro tempo, così quotidiano, consumistico e veloce.
Da Bergamo e dalla monotonia di una vita inquadrata e apparentemente regolare, pedaliamo insieme all’autore per tutte le pagine del suo racconto, affrontando con lui ogni singolo metro e ogni singola difficoltà.
Va detto che lo stile di Gusmeri è molto semplice, diretto, senza troppi fronzoli o troppi lunghi sermoni sul senso della vita. E crediamo fortemente che sia proprio questa la forza del suo racconto: le parole sono concrete, si possono quasi toccare e questo permette al lettore non solo di divorare letteralmente il libro, ma soprattutto di guardare insieme a Gusmeri i paesaggi incredibili (meravigliose sono le descrizioni del deserto cinese e della statale che percorre per attraversarlo), di parlare con le persone che incontra nel viaggio (e ha ragione l’autore ad affermare che stupisce e intenerisce l’umanità incontrata in Iran, quella gentilezza che forse noi europei non ci aspetteremmo mai), di disperarsi quando alla bici salta un pezzo o di provare fastidio per i tentativi di raggiro, per la sporcizia di certi piccoli hotel o per qualche problema di salute di troppo.
Attraverso questa comunicazione così schietta e sincera, siamo letteralmente in sella alla bicicletta e mano a mano che i kilometri scorrono i pensieri di Gusmeri si insinuano nella nostra testa e cominciamo anche noi a riflettere su cosa fare della vita al termine di questo viaggio, su come cambiarla, se restare o no a vivere in Australia, anche se razionalmente sappiamo benissimo di essere seduti a casa, nella vecchia Europa.
Prendo la bici e vado in Australia non è un semplice diario di viaggio: certo, ci aiuta a capire meglio o forse a conoscere certe zone di questo sterminato mondo, ci fa percepire la bellezza incredibile, l’isolamento di certi luoghi, la meraviglia e la sorpresa di fronte a una Terra che costantemente cambia e si rivela accogliente ma anche severa e impietosa di fronte a noi che la abitiamo. Non è un semplice diario di viaggio perché ricorda da vicino i romanzi di formazione che più o meno tutti abbiamo letto, da Salinger a Goethe, passando per Hesse, Dickens, Mann e tanti altri ancora. Lo è perché Gusmeri racconta la sua formazione, il suo emanciparsi, la sua affermazione al di fuori delle regole. Lo è perché le prove che Gusmeri affronta mettono a dura prova la sua tenacia e la sua determinazione e comunque alla fine l’autore riesce a proseguire e giungere alla meta. Lo è perché questo viaggio non è altro che la realizzazione di un sogno e ci insegna che tutto può accadere, anche ciò che pensiamo sia impossibile.
EDITORE: Ediciclo Editore
AUTORE: Francesco Gusmeri
COLLANA: Tascabili Ediciclo
ANNO PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO: 12 euro