L’intera Nuvola di Fuksas sembra esplodere nel giorno della lectio magistralis del professore di storia più pop di sempre. Ci sono più di 1600 persone in coda per vedere Alessandro Barbero, una fila che riempie l’intero piano superiore del centro congressi; la platea dello splendido Auditorium è stracolma, tra studenti, giovanissimi, adulti e appassionati che ricoprono il professore di applausi prima ancora che salga sul palco. La lectio ripercorrerà gli eventi della battaglia di Adrianopoli, che segnò l’inizio delle invasioni barbariche nell’Impero Romano, inaugurando l’inizio del Medioevo.
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Battaglia di adrianopoli – a frontiera dell’impero e l’arrivo dei barbari
La storia comincia qualche anno prima del 378, sulla frontiera dell’Impero Romano d’Oriente, lungo il Danubio. Al di là, da alcuni anni ormai iniziavano ad ammassarsi i barbari alla frontiera, chiedendo di essere ammessi nell’Impero. Erano i Goti, non quei guerrieri dagli elmi cornuti che immaginiamo dai libri, ma popolazioni che già da secoli erano integrati nei territori dell’impero, portati dai Romani come schiavi e manodopera.
Subito la voce del professore ci trasporta nei freddi inverni balcanici, dove migliaia di uomini si affollano lungo i confini, aspettando che l’imperatore li lasci entrare, dove si stanno ancora combattendo le guerre contro i Persiani; e l’imperatore ha bisogno di più soldati, le terre incolte hanno bisogno di contadini, e d’un tratto la frontiera del fiume viene aperta; si riversano barbari dalle più lontane profondità dell’Oriente, e quando i Romani chiudono i confini, perché non riescono a gestire tutte quelle persone, ne continuano ad arrivare altri, si avvicinano anche gli Unni.
ADRIANOPOLI: BARBERO E LA GUERRA CHE NESSUNO VOLEVA
Dal 378 in poi, migliaia di uomini, donne e bambini, con tutti i loro averi, i loro carri e il bestiame, si trovano incastrati nell’Impero: sono entrati, ma adesso l’esercito romano non sa che farne, costruisce dei campi e li lascia lì, sorvegliati e costretti a comprare cibo dagli stessi soldati.
Il racconto e il ritmo di Barbero hanno la suggestione di immagini cinematografiche, e lo sconcertante senso di straniamento di ascoltare al tempo stesso il passato e il presente. Pagine che nei libri di storia saremmo abituati a concludere in un paio di date e nomi e qualche frase fatta si rivelano nella loro tragica e cruda realtà.

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Le parole di una delle fonti storiche, Ammiano Marcellino, evocano le condizioni di vita, addirittura il modo di pensare dei romani e dei barbari, mettono in luce le contraddizioni dei giochi di potere.
l’eterno ritorno delle invasioni barbariche
In una situazione di stallo che non poteva durare in eterno, tra i mille intrighi che tirano in tutte le direzioni, dalla necessità di sostenere le guerre, agli umori politici di Costantinopoli, al clima di rivolta tra le tribù barbare, alla fine la situazione esplode, e iniziano le guerre intestine. Valente attacca direttamente i barbari, ma l’Impero è ormai troppo selvaggio, impossibile da controllare; il popolo gli si rivolta contro, ai Goti si sono intanto uniti gli Unni, è iniziato un processo irreversibile.
Se avete familiarità con Game of Thrones sarà facile riconoscere il debito della serie verso questa storia: intere popolazioni estranee (i Bruti) in cerca di una vita migliore all’assalto di una frontiera (la Barriera), mentre l’impero in cui cercano di trovare rifugio è già dilaniato da scontri e lotte politiche.
alessandro barbero: voce di uno storico e narratore eccezionale
Anche se si potrebbe restare ad ascoltare Barbero per ore (e in effetti si può se andate a cercare il suo podcast su Spotify), il professore ha solo un altro appuntamento, in fiera, per la presentazione stavolta del libro di Alessandro di Battista “Ostinati e contrari”.
Ci saluta, quindi, con la sua eccellente capacità di coniugare una narrazione coinvolgente e suggestiva, e di farci sentire presenti alla storia. Con il suo sguardo, l’accuratezza delle fonti e la capacità di cogliere punti di vista mai banali, ogni volta continua a leggere e rendere viva l’umanità insita alla Storia e a farla dialogare con il presente. Non sorprende dunque che sia autore tanto caro al pubblico, con una capacità assolutamente non scontata: quella di farsi ascoltare.
Circondati da studi e economia fatta di storytelling, abbiamo stavolta il privilegio di ascoltare un narratore, come ai tempi degli antichi trovadores.
sergio toppi, storico fumettista italiano
Sergio Toppi, lo ricordiamo, grandissimo fumettista e illustratore italiano, dal Corriere dei Piccoli alle collaborazioni con i grandi giornali, le serie de Le mille e una notte e i numerosi lavori storici per personaggi come Enzo Biagi e lo stesso Barbero. La nuova edizione di “Il giorno dei barbari” è arricchita dalle tavole illustrate appositamente realizzate.
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