Naccheras di Ilenia Zedda @ DeA Planetas: un sorprendente esordio

Qualche tempo fa mi è capitato di presentare il libro di un autore sardo, Ilario Pisanu, che in una bellissima poesia dedicata alla sua terra, la definisce: bruciata, nera, vera, gelida e arsa.

Ilenia Zedda, nel suo sorprendente esordio “Naccheras” (DeA Planetas), aggiunge qualche colore in più: il blu del mare, il rosso, che con le sue gradazioni abbraccia il sangue, la passione, la rabbia. Ossimori che esprimono le contraddizioni di una terra millenaria che difende con orgoglio estremo la sua storia. Gli autori sardi, sia che scrivano gialli, polizieschi, romanzi o altro, diventano i tramandatori di queste radici e cultura.

Il mio spassionato interesse e amore per quest’isola mi ha permesso di vivere a pieno tutte le sfumature di questo bellissimo romanzo; una storia ambientata nel paesino di Santa Lucia, un limbo di vite, divise tra la miniera di carbone, il mare e il dramma della siccità.

Un incrocio di elementi incarnati nei due protagonisti, Francesco e Caterina. Due destini familiari simili che scelgono di unirsi secondo la favola dell’amore puro, pulito, conquistato.

Francesco, appena tredicenne orfano del padre rimasto vittima di un incidente nella miniera, vive con la madre e divide le sue giornate tra il negozio, la scuola e gli appostamenti a Cala dei mori, per seguire la sua compagna di scuola, che gli fa provare quel brivido che gli attraversa i pensieri e il cuore. Caterina, orfana della madre invece, vive con la nonna, soprannominata Su Maistu, vista in paese con il rispetto e il timore che si riserva ad una strega, a chi cioè, fa cose fuori dalla popolare comprensione.

Erede di una tradizione antichissima tramandata da generazioni, Maistu raccoglie il bisso: una seta pregiata donata dalla Pinna nobilis, un mollusco diffuso nel mediterraneo che assomiglia ad una cozza di grosse dimensioni che secerne filamenti setosi.  (Per approfondire la tradizione del Bisso, consigliamo di seguire chiaravigo.it l’ultimo maestro di Bisso, che ha ereditato questa tradizione da 28 generazioni. N.D.A.)

Quello della raccolta è quasi un rito, che sottintende un rispetto quasi sacrale della natura e dei suoi esseri viventi, proprio quello che la nonna insegna a Caterina.

 I due ragazzi sono sicuri di quello che provano l’uno per l’altro, forse sono pronti per vivere il loro amore, ma in una comunità come quella di Santa Lucia, non è facile. Ci sono le malelingue, i chiacchiericci, una banda di bulli decisi a far cambiare idea a Francesco, il ricordo e il vuoto dei genitori perduti, la paura di affrontare qualcosa che ancora non si conosce a pieno e l’omicidio di un misterioso personaggio apparso nella comunità dal nulla.

Ed è così che gli eventi si susseguono nel paese, con il peso di macigni, che i due protagonisti schivano per raggiungere quello che un giorno avviene inaspettatamente: un abbraccio e una promessa.

Così Caterina ha messo da parte paure e timori e si è sentita ormai pronta a raccogliere il testimone della tradizione di immergersi nel blu di cala dei Mori e nel cuore di Francesco, come la bellissima metafora del romanzo, che vede i due elementi di Santa Lucia, la terra e l’acqua unirsi.

È una scrittura fresca quella di Ilenia, che riesce a descrivere senza fronzoli linguistici stati d’animo, luoghi, momenti. Lavora come Copywriter a Torino, dove ha frequentato la scuola Holden. In questa storia c’è tecnica, passione e belle storie da raccontare attingendo dal magico patrimonio della sua terra. Merita. Tanto.

 

Editore: De Agostini Planeta

Autrice: Ilenia Zedda

Collana: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2020

Prezzo: 16,00

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