Un libro da leggere tutto d’un fiato, la storia di un ragazzo coraggioso, che malgrado le avversità alle quali la vita lo sottopone, si interroga per dare un senso agli eventi e non subirli passivamente. Una ricerca incessante di verità e simbolismo, con l’ausilio prezioso e catartico dell’arte e della musica. Marco Passarello, autore di Mi sono ritrovato vivo, è un attore e un insegnante precario di chimica e ci conduce nella sua vita e nella sua musica.
Nella mia testa da bambino c’era il pensiero che, se avessi individuato il difetto più brutto di ognuno e ci avessi scherzato, l’avrei reso divertente anche per loro. Volevo compiere un esorcismo, scacciare una presunta presenza malefica dalle persone che amavo
In questo articolo:
- Mi sono ritrovato vivo: romanzo autobiografico
- Trasformazione e rinascita
- Contrasti e riflessioni per scoprire le possibilità della vita
- Intervista a Marco Passarello
Contenuti
Mi sono ritrovato vivo: romanzo autobiografico
Marco è un ragazzo nato a Palermo e catapultato a Brescia alla ricerca di una stabilità lavorativa tanto agognata quanto temuta.
Attore e docente di chimica, con questa autobiografia nella sua doppia veste di autore e protagonista, trova il coraggio di raccontare le difficoltà di un ragazzo, spesso taciute, a partire dai banchi di scuola, dove spesso i bambini subiscono le angherie dei bulli.
Ma ancora, l’imbarazzo e l’insicurezza nel conquistare una donna, l’etichetta del ragazzo “meridionale” a volte scomoda, lo scontro tra l’etica morale e l’esigenza di scendere a compromessi per non essere tagliati fuori dal mondo del lavoro.
La scelta di intraprendere una strada, quella dell’arte, impervia e pericolante, senza alcuna garanzia, ma tremendamente in linea con l’urgenza di esprimere un talento artistico emerso naturalmente nei primissimi anni di vita dell’autore.
Trasformazione e rinascita
Tantissimi i temi trattati in questo romanzo di facile lettura e di estremo coraggio e sincerità.
Molto intenso e particolare l’approccio alla morte, la visualizzazione del defunto portatore, nella sua immobilità, di un’immagine, di un’ intenzione, un dialogo muto e fantasioso con l’autore, con la pretesa di dare un senso a quella fine, dinamica e per niente sterile. Probabilmente una volontà dell’autore di sostituire l’assenza con un simbolo, un messaggio.
Una costante è la presenza della musica, come intercalare tra le righe, non solo colonna sonora di eventi, ma mezzo fondamentale e galeotto per Marco per trovare un’identificazione, abbracciare un’ideologia e condividere temi di denuncia sociale.
Marco è un ragazzo generoso, propone la sua descrizione sarcastica e caricaturale di persone e fatti nell’intento di trasformare quelle bruttezze, quei difetti, in qualcosa di unico, distintivo ed estremamente comico. In questo modo, sente di dare sollievo alle persone che ama.
La sua generosità è qualcosa di intangibile, allevia il dolore nell’intento di trasformare le cose negative fino a esorcizzarle. Un modo efficace e divertente di prendersi cura. Potremmo quasi paragonare il concetto agli attuali temi di economia circolare e sostenibilità. Restituire un difetto al suo proprietario in versione rivisitata e più sostenibile (esorcizzata) per il proprietario stesso
Contrasti e riflessioni per scoprire le possibilità della vita
Un profilo psicologico, quello di Marco, ricco di contrasti, ma degno di riflessioni. L’insicurezza che cela una grande forza interiore e rispetto di sé. Una grande capacità, probabilmente eccessiva, di controllare le emozioni, positive e negative, e l’abilità, spesso rara, di mantenere un profilo composto e rispettoso, di sé e degli altri, mai fuori le righe.
L’autore è riuscito a toccare argomenti attuali e importanti con un linguaggio semplice ed essenziale, ma allo stesso tempo focalizzato alla pura essenza delle parole, scelte con una mira da cecchino. Parole specifiche che conducono le fila della narrazione.
Seppure molti dei dubbi e delle domande restano irrisolti, il lettore si troverà probabilmente nelle condizioni di porsi dei quesiti esistenziali, su quelle che potrebbero sembrare banalità o luoghi comuni della vita. Ma il messaggio più forte è un invito a un approccio possibilistico alla vita, fatto di accettazione da un lato e di trasformazione dall’altro.
Intervista a Marco Passarello
Noi di Gufetto abbiamo avuto il piacere di incontrare Marco Passarello dal vivo e strappargli un’intervista a pochi giorni dalla sua prima presentazione.
Ciao Marco, sapresti ricostruire le tappe del processo creativo che ti ha portato alla stesura di questo libro ? Cosa è nato per primo? L'immagine ? Il titolo ?
Veramente l’immagine e il titolo sono nati per ultimi! L’immagine è una bellissima illustrazione di Delia Gerardi, amica e artista diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, che è stata realizzata proprio per il mio romanzo, è quello che Delia ha percepito dopo averlo letto. Un uomo in bilico ma che tende verso un cielo che vuole somigliare quello del dipinto di Van Gogh, la notte stellata. In bilico come il personaggio di questo romanzo.
Scrittori si nasce o si diventa ? Quale evento della vita ti ha portato a sentirti pronto per scrivere ?
Non lo so se scrittore si nasce o si diventa ma so che scrivere per me è un’esigenza, l’ho sempre sentita! Quindi posso dire che non c’è stato un evento scatenante ma proprio tutta la mia vita lo è stato.
Attore, docente, scrittore come dialogano dentro e fuori di te queste differenti identità?
A botte! (ride)
Cosa è cambiato in te dopo aver scritto questo libro? Hai trovato delle risposte o ti si sono creati nuovi quesiti ?
Nessuna risposta, solo altre domande che spero vengano poste anche a chi leggerà il libro. Per scherzare dico sempre che il mio sport preferito è quello di sollevare dubbi.
Qual è il pubblico al quale ti rivolgi ? Nel tuo immaginario quali caratteristiche possiede il tuo interlocutore, lettore, spettatore ?
Non ho un “mio” pubblico, forse perché non sono così famoso ma penso che chiunque possa appassionarsi a quello che faccio, e non lo dico con presunzione ma perché sia quando scrivo un testo teatrale o un romanzo, o sono io stesso che mi metto in gioco in prima persone sul palco cerco sempre un linguaggio semplice, leggero, che non vuol dire superficiale ma che vuole planare leggero anche sui problemi che abbiamo tutti noi per esorcizzarli, per prenderli in giro in modo tale che sembrino meno pesanti. Questa è la forza guida della mia “arte”. E questo può essere espresso con le parole di un libro ma anche nella sua antitesi cioè in uno spettacolo di mimo (in cui mi sono formato per anni con la maestra Elena Serra, storca collaboratrice di Marcel Marceau).
Parlaci delle opportunità artistiche che hai colto durante la pandemia, se ce ne sono state.
La pandemia ha sotterrato molte opportunità, quindi direi che ne ho perse molte, però mi ha dato il tempo e lo spazio per finire questo romanzo e quindi va bene così!
Quali sono i tuoi progetti nell'immediato futuro, ci saranno delle presentazioni del libro ?
Sì, voglio fare più presentazioni possibili perché penso siano il modo giusto per arrivare a più persone! Ne ho programmate a Brescia, a Palermo ma spero di farne molte altre in estate.
Perché dovremmo leggere il tuo libro ? Ci concedi qualche curiosità?
Il libro non parla solo di me, ma di tutti noi! So che sembra una frase fatta ma è così! Perché si interroga sulle parole che incontriamo nella vita e sui loro confini, sulla precarietà totale della mia generazione, su un viaggio che cambia la vita, sui rapporti famigliari, tutto questo scandito dalle canzoni che fanno da colonna sonora al libro! Perché la musica per me è molto importante. Chiudo il titolo : Mi sono ritrovato vivo. È così, ci ritroviamo vivi per voglia di altri, non sappiamo come, non sappiamo dove ma ci ritroviamo vivi e da lì dobbiamo darci da fare!
CASA EDITRICE: Calibano Editore
AUTORE: Marco Passarello
COLLANA: Calibano Narrativa
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021
PREZZO: euro 12,00