Lupetto Rosso: un piccolo capolavoro di Amélie Fléchais

Lupetto Rosso è un bellissimo albo illustrato, opera di Amélie Fléchais, edito da Tunué per Mirari, la nuova collana  interamente dedicata ai libri illustrati e che, come si percepisce dal nome, vuole mettere al centro l’idea di uno sguardo che si leghi alle sensazioni dello stupore e della meraviglia.

Lupetto rosso, il protagonista del libro, ci porta all’interno di una storia fantastica, liberamente ispirata alla fiaba di Charles Perrault, in cui le preziosissime illustrazioni di Amélie Fléchais contribuiscono a rendere questo libro un piccolo capolavoro in cui perdersi per innumerevoli volte, insieme ai nostri bambini o anche da soli.

La storia è divisa in cinque capitoli. Il primo capitolo si apre con il classico C’era una voltaDunque, c'era una volta «una famiglia di lupi che viveva in una foresta profonda e misteriosa…». Lupetto rosso, il protagonista, un giorno parte per andare a portare un bel coniglio a nonna lupo, con le mille raccomandazioni della mamma, tra le quali quella di non passare per la foresta degli alberi morti dove vivono il cacciatore e sua figlia, persone molto crudeli che detestano la loro razza. 

Lupetto s’inoltra nella foresta lasciando il sentiero sicuro, facendosi prendere dallo stupore e dall'entusiamo dell'avventura, e all’improvviso incontra una dolce e tenera bimba che vuole aiutarlo e l’invita a casa sua. Durante il percorso gli alberi di diradano e la bimba canta una canzone che c’introduce all’interno di un’altra storia, che ha come protagonisti il cacciatore, la sua sposa e i lupi. 

Sulla strada del ritorno, dopo aver portato in salvo Lupetto, il papà intona la melodia cantata dalla bimba, raccontando la triste storia della moglie del cacciatore che nelle notti di luna piena si riuniva con i lupi, suoi veri consimili, per donare loro i preziosi mantelli che tesseva durante il giorno: “sotto la luna benevola tutti danzavano leggiadri”. Accecato dall’odio e dalla gelosia, una notte il cacciatore si avventurò nel bosco per ritrovare la sua donna: “la sua follia, però, produsse un dramma… tanto triste e tremendo che non poté mai perdonarselo”.

Le vere protagoniste di questa meravigliosa favola nera, che capovolge la storia di Cappuccetto Rosso evidenziando come la crudeltà e la ferocia possano essere prerogativa dell’uomo come delle bestie, sono le illustrazioni che invadono completamente le pagine del libro e che, grazie alle infinite gradazioni di colore, ci accompagnano nella storia sottolineando e amplificando le emozioni di Lupetto. Ci conducono dapprima nella sua vita felice e spensierata all'interno del bosco, minuziosamente resa dai piccoli dettagli delle immagini che quasi danno la sensazione di trovarsi dentro a un film animato. Ma dal bosco abitato dai lupi, pieno di luce, di colore, di animaletti simpatici e fantastici dove i sentimenti dominanti sono la gioia e l’allegria, si entra poi in quello degli umani che è scuro, deserto, privo di vita, nel quale domina forte il senso della crudeltà, della cattiveria e quindi della morte. Le fattezze del cacciatore sono molto più vicine a quelle di una bestia rispetto a quelle del papà lupo. Solo la figlia del cacciatore conserva un aspetto buono e angelico, probabilmente proprio per il suo essere ancora bambina e quindi vittima inconsapevole della cattiveria del genitore.

Le illustrazioni che accompagnano le parole cantate dalla bambina sono ancora diverse: inizialmente conservano colori allegri, ma sono meno delineate e precise, mano a mano che il racconto procede e ci si avvicina alla tragedia, prevalgono i toni del rosso e i colori più scuri, diventando anche più contrastate. Nella stessa canzone intonata da papà lupo, i colori e le luci cambiano. La luce è soffusa e siamo sui toni del bianco e del nero, le immagini sono oniriche, poetiche, e ci trasmettono tutta la tristezza di un uomo vittima del suo stesso odio.

I disegni di Amélie Fléchais sono talmente belli e ricchi di particolari, che a ogni rilettura del libro si scopre una nuova sfumatura, un nuovo significato, riuscendo perfettamente a rendere la grande varietà di sentimenti che questa storia suscita. Si passa dalla felicità alla tristezza, alla paura, alla gelosia, dall’amore all’odio.  Si descrive bene il piccolo mondo di Lupetto che si trova a dover far fronte a cose più grandi di lui, della figlia del cacciatore, bimba anche lei ma cresciuta da un padre che, non avendo superato un grande dolore, la costringe a crescere nell’odio e nel gusto della vendetta. 

Ogni pagina di questo libro è una piccola, grande storia nella quale immergersi, nutrire la propria anima e quella dei nostri figli. Ci auguriamo davvero che la Tunué continui a proporre, nella nuova collana Mirari, capolavori di raffinatezza altrettanto belli e adatti a grandi e a piccoli lettori.

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