L’ultima moglie di J.D. Salinger di Enrico Deaglio @ Marsilio Editori: la complicità  di un amico che ti sta vicino da decenni

Il titolo di questo libro, L’ultima moglie di J. D. Salinger, edito quest’anno da Marsilio, subito ci conduce alla vita sentimentale di Salinger, al suo rapporto spesso tumultuoso con le donne, che lo portano anche ad essere accusato spesso di misoginia, specialmente nell’ultimo periodo della sua vita, quello in cui, pressoché isolato da tutti, smise di scrivere.

Deaglio ne descrive l’approccio nella nota finale, svelando come il progetto librario è nato e come si è sviluppato.

Ma chi sono Simonetti, Marsalla, Olga Simoneova, e chi sta a rappresentare metaforicamente il pedante Professor Taliabue? Perché il libro è dedicato a Leah?

Sono domande che subito prendono chi si è approcciato a queste pagine, che però non sono ambientate nel periodo d’oro della Beat Generation che aveva tanto a cuore l’ispirazione di Salinger, ma in uno strano presente che ruota attorno a Putin, Trump ma anche a un “grande segreto”.

Taliabue, uno che vive parlando del “canone” letterario di Salinger ai giovani studenti della NYU, ci accompagna in questo viaggio, come fosse l’amico immaginario dell’autore, il suo alter ego letterario, che via via accoglie i personaggi come se entrassero in scena su un palcoscenico. Il primo è Mark Simonetti, un agente FBI che già nel descriversi assume uno strano ruolo: è specializzato in “crimini letterari”. Chi scrive si è subito chiesto se vi fosse dietro un omicidio di un qualche autore, o se lo stesso Salinger avesse in realtà qualcosa da nascondere per ritirarsi dalla vita sociale e che magari Simonetti avesse la soluzione.

Invece subito dietro l’angolo, o meglio poche righe dopo, viene fuori che il poliziotto è professionalmente interessato a Olga Simoneova, forse a capo di una struttura di disinformazione che ha a che fare con la campagna elettorale di Trump alle Presidenziali USA del 2016. Ma la gentile Olga riserva altre sorprese visto che potrebbe addirittura essere stata sposata con J.D. Salinger mentre lui era già sposato con Colleen O’Neill.

… Ancora non è entrato in scena Vladimir Putin (sì, c’è anche lui) ed a me gira già la testa, mi prendo il libro fra le mani e quella che doveva essere una recensione so già che diverrà una notte insonne, di quelle che non ti portano a spegnere la luce fino all’ultima riga.

Non so a voi, ma a chi scrive sapere che Vladimir ha notizie della famiglia Glass, sa cose che noi umani non leggeremo mai, un po’ ha turbato, seppur in positivo. Non faccio in tempo ad abituarmi all’idea che mi attraversa la strada, o meglio la pagina, il Giovane Holden e Phoebe. Freno all’improvviso, guardo dallo specchietto, o meglio rileggo la pagina e per fortuna arriva Deaglio a spiegarmi che “Quando leggi Salinger non capisci mai se le storie che racconta le ha viste davvero o le ha studiate a tavolino, cesellando, limando, recitandole tra sé e sé davanti alla macchina da scrivere.”

Rifletto, non sono nemmeno a un terzo e a momenti ho già fatto una immersione in quasi tutta la produzione letteraria di Salinger, ho scoperto una sua presunta moglie che lo avrebbe fatto essere bigamo e mi sono chiesto come fa Putin ad avere un certo manoscritto. Non resta che continuare visto che Mark Simonetti comincia ad essermi veramente simpatico, sarà che è uno strano mix fra Robin Williams e Peter Falk con un pizzico di leggerezza da Gay Pride, ma è intuitivo, si documenta, è curioso e mi porta a investigare con lui fino a farmi risalire all’assassinio di John Lennon. Mi fermo di nuovo e ipotizzo fra me e me un passaggio ai servizi segreti di Yoko Ono che scappa con documenti misteriosi dopo avere fatto a botte con Olga. Ma forse mi sto lasciando prendere la mano e quindi arriva Leah a riportarmi alla realtà e mi prende per mano facendomi perdere di nuovo fra le righe di A Girl I Knew, il racconto del 1948 che Jerome David Salinger pubblicò su Good Housekeeping, la rivista della perfetta casalinga americana di fine anni ‘40.

Ma non riesco a leggerne il finale, è come se a un certo punto le righe conclusive si sdoppiassero dandomi la possibilità di scegliere la conclusione. Maledetta diplopia, almeno credo, dovrò farmi visitare, mi riprendo e partecipo al funerale di Chuck Marsalla non prima però di avere incrociato Salinger su una scaletta di un aereo ed essere tornato ai tempi in cui l’autore de Il Giovane Holden prestava servizio nel controspionaggio durante la Seconda Guerra Mondiale ed ebbe modo di vedere l’orrore dei Campi di Sterminio Nazisti alla fine del conflitto. Leah, Olga, le loro figure si susseguono rapide e arrivo alle ultime pagine, quelle in cui il mistero si dipana lasciandomi la piena soddisfazione del tempo ben investito che rende lieto l’avere perso qualche ora di sonno per arrivare alla parola “Fine”, quasi l’emozionante finale di un film hollywodiano.

Enrico Deaglio “gioca” con Salinger, l’autore che lo accompagna da molti decenni, da lui amato come si può amare un grande amico. Ne utilizza i testi, li intreccia li interseca e li fa propri, creando una storia avvincente e da leggere con la speditezza che accompagnerebbe la lettura di un libro di Dashiell Hammett con il fiato trattenuto dall’inizio alla fine. Ma non è Hammett ma Salinger colui che viene in realtà celebrato in questa storia, rendendogli l’onore che merita.

Ecco, sono arrivato alla fine, ho recensito un sogno come se fosse un libro, oppure un libro da sogno. Provate anche voi a sognare.

 

EDITORE: Marsilio

AUTORE: Enrico Deaglio

COLLANA: Passaparola

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: 12,00 €

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