L'OSCURA SACRALITÀ DELLA NOTTE. Un viaggio verso la luminosa benedizione del giorno

Ci sono dei romanzi di straordinaria intensità, che sanno comunicare con grande poesia. L'oscura sacralità della notte di Julia Glass, pubblicato in Italia dalla casa editrice Nutrimenti, rientra pienamente in questa categoria.

Liberamente ispirato a vicende ed esperienze di amici a lei cari, questo libro ci conduce in un viaggio spazio-temporale che ripercorre diverse generazioni, dagli anni della Seconda Guerra Mondiale a quelli più recenti; dal Vermont al New Hampshire, dal Massachusetts a New York (accarezzando anche la nostra Italia). Ma è anche un itinerario metaforico: solo attraverso la cecità indotta dal buio delle paure più profonde del nostro io, a volte ci viene offerta la possibilità di rivedere la luce, accettandole e affrontandole.

La vita di una persona può essere determinata da un segreto mai confessato? Quella di Christopher Noon, meglio noto come Kit, lo è. Cresciuto da una madre single, Daphne, non conosce l'identità del padre. La madre gli ha sempre negato questo suo diritto e profondo desiderio. Abilitato all'insegnamento di storia dell'arte, Kit non lavora da due anni. Ormai è adulto ed è genitore di due gemelli. Trascinando la sua apatia e il suo malessere attraverso la casa, la moglie prova a spronarlo suggerendogli di andare via per un po': è qui che ha inizio il percorso nel suo oscuro passato alla ricerca della luce della verità, del Graal paterno. In questo viaggio fisico e spirituale tutti i segreti verranno svelati e l'ombra del padre riemergerà. Ma una reticenza lunga quarant'anni cela sempre i suoi buoni motivi: la verità può essere sconvolgente e traumatica. 

L'oscura sacralità della notte non è soltanto un libro da leggere, ma anche da ascoltare. Sfogliandolo, possiamo immaginare le pagine come un infinito spartito musicale. Pullula di musica classica, da Debussy a Satie, e non solo. Ogni capitolo è la frase di una canzone: Somebody to love dei Jefferson Airplane; Coming in From the Cold, di Bob Marley; Things I Wish Were True, Cose che vorrei fossero vere, tratta da This Nearly Was Mine; The Bright Blessed Day, La luminosa benedizione del giorno, proviene da What a Wonderful World di Luis Armstrong ed è anche la strofa che precede quella che dà titolo al romanzo: “The bright blessed day/and the dark sacred night”: la luminosa benedizione del giorno e l'oscura sacralità della notte. Nel quinto e ultimo capitolo la fonte di ispirazione è data da What I'd Be Without You, Cosa sarei senza di te, dei Beach Boys. La scelta musicale risulta efficace e avvincente: se il lettore si lascerà trasportare dai suggerimenti della narratrice, la  lettura di tutte le 488 pagine che compongono il romanzo – dallo stile impeccabile e fluente –, ricche di flash-back che rivelano le vite dei protagonisti, sarà sicuramente più emozionante.

Julia Glass è una delle più importanti scrittrici della scena contemporanea. Nata a Boston nel 1956, vive con la famiglia in Massachusetts. Autrice già di cinque fortunati romanzi, con L'oscura sacralità della notte è in grado di emozionare ancora il pubblico dei lettori. I punti di forza di questo libro sono molteplici a partire dalla lettura che risulta molto coinvolgente. La moltitudine dei temi trattati concede infinite possibilità di immedesimazione a chiunque si avvicini a queste pagine: l'amore, la morte, la malattia, la diversità, e soprattutto il motivo dei genitori-fantasma, di come questi possono esercitare un forte potere sui figli anche quando la loro identità resta ignota per anni.

Il bisogno di radici, la perdita delle illusioni, la necessità di ricostruire, rende L'oscura sacralità della notte un romanzo commovente e tragicamente contemporaneo. 

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