LO SCIAMANO DELLE ALPI DI MICHELE MARZIANI @ BOTTEGA ERRANTE EDIZIONI: o di un racconto genealogico

Lo sciamano delle Alpi di Michele Marziani (Bottega Errante Edzioni) , nasconde un segreto. O più di uno.

Il primo, esibito, consta della  fabula stessa, che si attiva con le modalità di un giallo; Adrasto, il fratello ribelle, originale, anticonformista, sparito in volontario esilio da anni, ora – dov’è?

È necessario trovarlo, perché la sorella propone un affare, vero o presunto, che arricchirebbe l’intera famiglia e per avviare il quale c’è bisogno del consenso di tutti. Perciò, la ricerca si avvia.

Lo spunto, classico di molti romanzi, viene apparentemente disinnescato: qualcuno, la madre, sa dove trovare il figlio e quindi il lettore si stupisce, deluso nelle sue aspettative di suspence.

Ma in realtà, la ricerca si attiva in un senso più profondo.

Adrasto, così vicino, abita effettivamente lontano, in uno spazio tempo remoto, che si radica un po’ nell’infanzia (cercandolo, i fratelli rivivono riti memoriali, la ricerca dei funghi, la pesca delle trote), un po’ in un altrove culturale, una rinuncia alla modernità, un salto all’indietro verso l’autenticità. Alleva animali secondo regole antiche, fa il formaggio come i nostri progenitori, non approfitta della luce elettrica, e, sebbene medico, accoglie e adopera la filosofia steineriana, non esclude altri tipi di conoscenza, cura il suo tumore col vischio, non con la chemioterapia, sconvolgendo il fratello Anfio, celebre oncologo, che di questo si scandalizza.

Ma quando il progetto che aveva dato l’avvio alla storia, la riapertura, finta peraltro, delle miniere d’oro di famiglia, naufraga, è proprio lo sfruttamento di questa cura alternativa (il Progetto Aurus, con ineffabile ironia: il vischio non è da sempre ‘il ramo d’oro’ di frazeriana memoria?)  a garantire l’ esito fortunato, e la ricchezza,  alla ricerca della quale tutto il gruppo dei personaggi si era mosso.

Tutto qui, dunque?

Se fosse tutto qui, il romanzo si snoderebbe in maniera abbastanza prevedibile, secondo una struttura tradizionale, un narratore interno che fa esperienza di situazioni varie, e di sé, un lessico lineare, una struttura a cerchio che brucia addirittura la sorpresa finale.

Tutto qui?

Direi che c’è un altro segreto.

Marziani lo esibisce, parzialmente, come muovendo uno specchio che lancia bagliori: guardate qui, sembra dire.

I nomi dei personaggi, in modo inspiegabile, sono tutti quelli di personaggi del mito greco: Clitemnestra, Adrasto, Anfio, e i figli di Adrasto, che con eleganza assumono su di sé nomi di adolescenti nella mitologia, Telemaco, Paride, Ermione, tutti.

Una ricerca di originalità ad ogni costo? Forse, ma non soltanto. È che la storia, in sé, riecheggia e rievoca il mito, proprio nell’essere un racconto genealogico, una vicenda che si svolge nelle spire di un destino familiare, che non trova altre propaggini che non siano interne alla gabbia genealogica, ai rapporti di famiglia. 

È straordinariamente mitico, e anche estremamente tragico, che il protagonista si conceda una breve parentesi erotica con un’estranea, incontrata per caso, ma che l’attrazione profonda e incontrollata lo guidi verso Heidi, la giovane, provocante moglie del fratello.

Altrettanto tipico della mitologia e della tragedia è il rapporto preferenziale di Adrasto con la madre, questa corsia comunicativa speciale per cui l’uno conosce i segreti dell’altra, reciprocamente, segreti preclusi al resto del clan.  

È un tocco estremamente classico che Adrasto, l’eroe, sia insieme il personaggio più forte, il pescatore migliore, il medico più intelligente – e il mostro, deturpato quasi per invidia degli dei.

E altrettanto classico è il rapporto di tensione, di alternanza vittoria – sconfitta, in atto fra i due fratelli; “Adrasto mi sfidava di continuo”, ricorda Anfio: regolare antagonismo fra gemelli, di cui potremmo fare mille esempi, fino all’archetipico odio fra Caino e Abele. Per sottolinearlo  meglio, il terzo fratello viene respinto anche nel nome (per niente classico: Ermenegildo), lasciando libero il duello personale fra i fratelli nemici, e la morte imprevista e misteriosa dell’eroe.

Resta vivo, e vince, Anfio, il fratello imperfetto, che proprio nella sua imperfezione però riesce a trovare modo di adattarsi a un imperfetto oggi (e di vincere, anche) e, approfittando del suo previlegiato status di narratore, di crearsi un legame più forte nel cuore e nella mente del lettore.

Anche il titolo, in fondo, echeggia il segreto. Lo sciamano, certamente, è Adrasto, che sa entrare e uscire da mondi paralleli, cavalcare dimensioni diverse, andare e tornare dal sé di oggi al sé di ieri. Ma, in fondo, lo sciamano è lo stesso autore. Adrasto è la sua maschera.

È lui che cavalca frecce verso lontani paesi, verso quel mito fondativo che geneticamente ci portiamo dentro, è lui a gestire echi e riflessi, a farci, per sua mano, viaggiare. Fra i vari piani di spessore di un libro apparentemente lineare, fra i vari livelli della nostra storia ecologica, familiare, in fondo – mitologica.     

EDITORE: BOTTEGA ERRANTE

AUTORE: MICHELE MARZIANI

COLLANA: ESTENSIONI/14

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: 16,00 €

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