L'ARTE DELLA GUERRA di Sunzi illustrato da Pete Katz @ L'Ippocampo Edizioni: un manuale nella leggenda

Calcoli e preparativi sono il modo più sicuro per vincere, non farli significa perdere. È qui che si decide chi vince o chi perde. E questo è tutto sull'importanza di pianificare.

Forse il più studiato e celebre trattato sulla guerra e la strategia militare, l'Arte della guerra è sicuramente fra i più antichi, probabilmente composto da un generale, Sunzi – talvolta traslitterato in Sun Tzu – vissuto in Cina fra il IV e V secolo a.C.

La riscoperta di questo testo a partire dai primi del '900 lo ha portato ad essere adattato nei suoi insegnamenti nelle più diverse discipline – talvolta a sproposito – e ad essere considerato una sorta di manuale del vincente, con sfumature quasi miracolose. In realtà, l'Arte della guerra mette in guardia sui rischi della guerra, i suoi costi e le sue perdite, in modo estremamente pragmatico: lo scontro va evitato se è evitabile, il rischio ridotto al minimo e, se proprio inevitabile, il conflitto dev'essere fatto durare – con ogni mezzo necessario – il minor tempo possibile. Tutt'altro concetto rispetto a certe riletture in voga fra manager rampanti e assortiti squaletti di wall street.

L'immortalità d questo trattato sta nella sua semplicità e nella sua chiarezza, e tali sono le caratteristiche più messe in luce dalla rilettura di Pete Katz: l'autore sottolinea nell'introduzione quanto l'intenzione non sia la migliore interpretazione possibile ma un'alternativa, e un pretesto per avvicinarsi all'opera per chi non la conosce. Katz, illustratore londinese freelance, si è specializzato da qualche anno in adattamenti letterari e l'Arte della guerra è il suo quarto lavoro di questo genere, uscito in UK per i tipi di Quarto publishing Plc.

La premessa di Pete Katz è molto semplice: un giovane allievo che si reca da un maestro fanno da filo conduttore per esporre gli insegnamenti di Sunzi. Questi sono esposti graficamente in maniera semplice e immediata, come didascalie di immagini e tavole, per la maggior parte di ampio respiro. L'autore ricorre spesso alla tavola intera e solo occasionalmente il racconto viene scandito da griglie di meno di due riquadri.

Questo tipo di organizzazione della pagina alleggerisce molto la forma da 'trattato', facilitando moltissimo la scorrevolezza, mentre la componente grafica ne esce addirittura valorizzata. Katz appare infatti molto più a suo agio nelle immagini statiche – forse anche a causa di un tratto effettivamente poco dinamico – ma attua la strategia (appunto!) di proporre dei  veri e propri quadri, che rappresentano di volta in volta il concetto o una sua allegoria.

Appare molto curato anche l'aspetto iconografico: seppure probabilmente non abbia svolto pedissequamente uno studio storico dell'abbigliamento o delle armature, l'autore propende per un uso 'parsimonioso' e discreto di costumi e scenografie. Tale scelta, che poteva incorrere nella ripetitività, è però compensata da artifici grafici, come l'uso delle texture o del colore, che scandiscono i capitoli e rendono la parte grafica nel suo complesso dinamica.

Occorre infine sottolineare la cura editoriale de L'Ippocampo Edizioni, da cui non ci si poteva effettivamente aspettare di meno, visto il catalogo della casa editrice. L'edizione è essenziale per quel che riguarda i contenuti e suggestiva nella sua copertina. L'opera viene ulteriormente valorizzata da una rilegatura giapponese con filo rosso che rende il volume un oggetto di notevole impatto.

Un'interpretazione interessante e una bella edizione, che spiccano fra le molte dedicate a quest'opera antichissima e che, a nostro parere, vale la pena avere nella propria biblioteca.

L'ippocampo Edizioni è fra le case editrici presenti alla Fiera della Piccola e Media Editoria 'Più Libri Più Liberi' 2019.

 

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