Lanterna per illusionisti @ Bompiani: l’oblio della coscienza

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La lanterna magica è un gioco in cui attraverso la luce di una candela e le ombre proiettate su un muro si possono raccontare storie che sembrano non finire mai, perché ogni volta ricominciano da capo.

Questo sembra volerci dire Pierpaolo Vettori, autore di Lanterna per illusionisti, edito da Bompiani nel 2018.

Vettori, due volte finalista del Premio Calvino, esordisce nel 2011 con La notte dei bambini cometa per Antigone Edizioni, quindi prosegue la sua attività con Le sorelle Soffici edito dalla Elliott che riceve numerosi consensi.

Si può dire che Lanterna per illusionisti meriti una grande attenzione: apparentemente, sembra una storia come tante ambientata nella Germania nazista. Il giovane Hans Klepp, figlio di un tedesco e di una italiana, conosce il giovane affascinante Maximilian Loew, figlio di una ricca famiglia ebrea il cui capofamiglia è un dottore di chiara fama, seguace delle teorie psicanalitiche.

La madre di Hans lavora per il dottor Loew e per comodità la famiglia Klepp si trasferisce a vivere nello stesso palazzo dei Loew.

Hans e Max sono opposti per status sociale, cultura e origini eppure il loro incontro appare predestinato.

Tanto Hans è debole, insicuro, spaventato dal mondo, quanto Max è forte, coraggioso e intrepido.

In breve tempo Hans  è ammaliato da questo ragazzo, così bello e disinvolto, al punto da renderlo il suo eroe. E non ha tutti i torti visto che proprio Max lo salva dalle persecuzioni di un gruppo di studenti, gli Apache, che frequentano lo stesso liceo dei due e che amano bullizzare i compagni più deboli e indifesi. Maximilian interviene e da quel momento Hans è il suo protetto: nessuno lo toccherà più.

Ma il grande miracolo che cambia la vita di Hans in modo repentino è l’iniziazione al jazz: Max è un musicista jazz, ama questa musica libera, viscerale che dall’America arriva sui grammofoni tedeschi e che con l’avvento del regime nazista sarà vietata.

Max inizia Hans, il piccolo tedesco, al jazz: non solo gli fa conoscere le jazz band più importanti dell’epoca attraverso i dischi, ma trova per lui un banjo e lentamente Hans comincia a suonare e, suonando, a sentirsi vivo.

Il piccolo tedesco finalmente vive il pieno rigoglio della sua età e tutto solo grazie all’amicizia del grande Max. In questa nuova realtà, il jazz, con il suo ritmo, la sua rottura degli schemi, il suo grido di ribellione segna le avventure rocambolesche dei due, sancisce definitivamente questa amicizia.

Ma si sa, la storia spesso travolge i destini e così avviene anche in questo caso. Ben presto, Hitler è al potere e le cose cambiano: i Loew sono vittima di ingiustizie, intimidazioni, violenze in quanto ebrei; Max e sua sorella, la bella Kitty di cui Hans è innamorato, sono costretti a lasciare la scuola, il dottor Loew comincia a perdere pazienti e viene ingiustamente accusato di avere ucciso due bambini.

È iniziata la “caccia all’ebreo” che culminerà come tutti sappiamo con la tragedia dell’Olocausto.

Ma Vettori non ha scritto un romanzo sull’Olocausto: sarebbe troppo limitante, troppo semplicistico dire che Lanterna per Illusionisti parla dell’Olocausto. Siamo di fronte a una storia che ci mostra soprattutto come la coscienza dell’uomo sia sempre pronta a cambiare i propri valori e le proprie convinzioni a seconda di ciò che maggiormente le conviene. Che come in una lanterna magica tutto può ricominciare da capo se le coscienze non si ribellano, non si risvegliano.

Hans, il piccolo tedesco, è diviso fra la sua devozione a Max e  il vento gelido che sta soffiando su tutta la Germania e che nelle pagine è rappresentato da suo zio Gerd, reduce di guerra, alcolizzato, inetto e violento, che trova però nel partito nazista una ragione per vivere,per sfogare le sue frustrazioni e i suoi fallimenti. Gerd acquisisce potere e diventa un esempio di uomo rude e duro ma puramente tedesco per Hans.

È con lui che il nostro protagonista comincia a prendere in giro gli ebrei, a insultarli, a ritenerli i veri nemici della Germania, senza dare peso al fatto che proprio il suo migliore amico sia egli stesso ebreo.

E così Vettori ci racconta di quanto l’accidia sia pericolosa: Hans e la sua famiglia, che per i Loew hanno sempre provato un misto di ammirazione e invidia, abbandonano ogni scrupolo e più i Loew cadono, più ne approfittano fino a occupare la loro casa, con dentro ancora i loro averi.

I Loew spariscono: ufficialmente sono riusciti a espatriare in America. In realtà, Gerd li ha fatti imprigionare e quando la verità viene a galla i Klepp ne sono travolti.

Hans però non vuole crederci: continua a immaginare il grande Max a Chicago, che suona la sua tromba nei migliori locali jazz della città. A questa illusione riparatrice si contrappone solo un particolare: la tromba di Max è rimasta sotto il letto dove ora Hans dorme.

Già, Hans Klepp scivola in quell’oblio della coscienza che ha coinvolto milioni di persone di fronte alle persecuzioni e alle vessazioni subite dagli ebrei.

Non riesce a scuotersi perché lui, il piccolo tedesco insicuro, dislessico, impacciato, è stato accettato quando ha iniziato a odiare gli ebrei e a mostrarlo al mondo.

Alla fedeltà sostituisce la fama, all’amicizia l’accettazione sociale.

È facile dimenticare, fare finta che non sia successo niente, sminuire le proprie responsabilità di fronte alle ingiustizie.

Hans vuole essere accettato per quello che è ma in realtà non si rende conto che sta semplicemente indossando una maschera, e della peggior specie.

L’unica cosa a salvarlo dal divenire un fervente sostenitore del nazismo è il suicidio del padre: la madre decide di lasciare la Germania e trasferirsi in America. Lì Hans inizia la sua carriera di chitarrista e di nuovo ruba i sogni e la vita di Max.

Quella di Vettori è una storia tragica, raccontata in modo vivido, ritmato, al punto di sentire davvero del jazz mentre le pagine scorrono.

E forse la potenza di questo romanzo, che cattura fin dall’inizio il lettore e non lo molla fino alla fine, è proprio questo doppio binario. Da un lato la vitalità di una musica nata fra gli schiavi in America, dall’altra la morte delle coscienze di fronte alla sistematica scomparsa dei propri amici, conoscenti, colleghi.

Questa distonia così profonda imprime a questo volume una forza sconvolgente, che costringe a scendere nelle maglie più oscure della storia, sperando fino all’ultimo in un finale diverso pur sapendo che non è possibile.

In fondo, come dice lo stesso Hans, ormai invecchiato, bisogna essere consapevoli della propria vera natura e della sua innegabile propensione a non prendere posizione e a dimenticare.

E chiedere e sperare nel perdono per essersi voltati dall’altra parte.

 

EDITORE: Bompiani

AUTORE: Pierpaolo Vettori

COLLANA: Narrativa Italiana

PREZZO: 16 euro

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