Sembra incredibile che questa biografia romanzata su Edward Munch, l'anima inquieta della pittura europea a cavallo tra le due guerre mondiali, sia stata scritta da una donna. Sia chiaro, lungi da noi avere pregiudizi di natura misogina sull'autrice del romanzo, Tanya Langer. Siamo semmai stupefatti e ammirati da come la scrittrice tedesca sia riuscita così bene a penetrare nell'animo di Munch uomo e Munch artista, meglio di come avrebbe fatto un uomo stesso. A dimostrazione che l'animo umano non conosce identità di genere. Il sentire è androgino direbbe qualcuno.
Benchè la narrazione sia in terza persona, sembra che a narrare le tortuose vicende di Munch sia stato qualcuno che l'abbia conosciuto e amato, anzi, sembra che a parlare sia quasi un'entità superiore che scevria da pregiudizi morali e totalmente benevola nei riguardi del suo amato, voglia proteggerlo, a priori, raccontando episodi della sua vita anche poco piacevoli ( come la perdita di un dito a causa del suo amore con la femme fatale Tulla o il ricovero in una clinica psichiatrica).
Con una prosa incantevole, semplice e minuziosa nel raccontare i dettagli del talento di Munch, la sua vocazione per la pittura, il suo percorso spirituale attraverso di essa, ci viene mostrato uno dei ritratti più sinceri e commoventi sul pittore. Il lettore diventa egli stesso Munch, identificandosi totalmente con i suoi tormenti spirituali, lasciti di un padre protestante che l'ha traviato col suo concetto di colpa segnandone inevitabilmente il vivere e complicandone il rapporto con l'altro sesso – visto come sconveniente e causa di tutti i mali. A ciò si aggiungono altri traumi indelebili: la morte della madre in tenera età, la morte di una sorella, l'internamento in manicomio di un'altra sorella.
La pittura rappresenta dunque per l'artista Munch, come è stato e sarà sempre per i veri artisti, l'unica ragione per soppravivere e non soccombere alla vita. Ed è questa resistenza ai dolori che la nostra esistenza ci impone, a far emergere un ritratto psicologico meraviglioso dell'artista. Genio e sgregolatezza diventano non solo il preludio di una vita difficile e esaltante ma anche una riflessione personale e poetica sulla vita, la morte e l'amore, la santa trinità a cui l'uomo non può opporsi.