La vita di Isidor Katanic di Ivo Andrić @ Bottega Errante: dolori e riscatto di un uomo semplice

Bottega Errante Edizioni porta alla luce La vita di Isidor Katanić, breve romanzo del premio Nobel Ivo Andrić, fino ad ora inedito in Italia. Nelle pagine di questo romanzo Andrić ci restituisce una ricostruzione meticolosa dell’occupazione nazista di Belgrado, ma questa è anche (e soprattutto) il racconto di un uomo che riesce a riscattare la sua vita, pur vivendo uno dei momenti più bui della Storia. 

Il protagonista di questo romanzo breve (o racconto lungo, come preferiva definirlo Andrić) è, come si evince dal titolo, il signor Isidor Katanić, un semplice e anonimo cittadino che vive e lavora a Belgrado e che ha il dono di essere un bravo calligrafo.

La sua vita trascorre piatta e tranquilla, fin quando non conosce Margita, una giovane e risoluta proprietaria di un immobile, della quale Isidor si innamora.

I due si sposano, ma ben presto il matrimonio si rivela una vera prigione per il nostro protagonista. Margita cambia radicalmente, nell’animo oltre che nel fisico, fino a diventare la donna perfida e austera che si conquista il soprannome di “Kobra”.

Nella vita di Isidor incombe intanto la prima guerra mondiale.

Tornato in patria dopo aver combattuto nel conflitto, Katanić scopre di essere diventato padre, ma non ci sarà mai tenerezza tra lui e quel figlio nato durante la guerra.

Tigar, questo è il nome del ragazzo, cresce forte e vigoroso, ma come sua madre sarà freddo e anaffettivo, “indifferente a tutto ciò che non riguardava i suoi muscoli”.

Siamo negli anni Trenta e la vita di Isidor, che intanto viene soprannominato Zeko, coniglietto, viene inghiottita in un vortice di grigiore, frustrazione e sofferenza, tanto che decide di suicidarsi.

Ma proprio mentre cammina sulla ferrovia, meditando sulla morte, incontra un suo vecchio commilitone, capitan Mika. È grazie a lui che Isidor scopre il vibrante microcosmo che vive sulle sponde del fiume Sava. Mika introduce Isidor tra gli abitanti del fiume, persone rozze e diffidenti, ma che per Isidor sono certamente più vere e genuine degli abitanti di Belgrado.

La sua esistenza si illumina di nuovo e, nonostante Margita provi a impedirgli di recarsi ogni giorno sulla Sava, Isidor riesce a ritagliarsi il suo tempo e si scopre di nuovo vivo.

È il primo passo del riscatto.

Paradossalmente, lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista di Belgrado, apriranno a Zeko la definitiva strada della rivalsa. In una Belgrado occupata, dove le impiccagioni dei dissidenti sono all’ordine del giorno, Isidor inizia a collaborare con dei giovani comunisti, con i quali entra in contatto grazie ai nipoti.

Non solo aderisce alle idee del Movimento di Liberazione, ma mette il suo dono di calligrafo al servizio di questi ragazzi. Imitando la calligrafia dei funzionari tedeschi, falsifica documenti, scrive permessi ed esoneri contraffatti. Scopre insomma di non essere più un coniglietto irrilevante e che il suo dono, la calligrafia, può servire un obiettivo superiore: liberare Belgrado dagli occupanti. Insieme a quei giovani ribelli, diventa così protagonista del Movimento di Liberazione.  

Isidor Katanić è un personaggio che, a chiunque abbia studiato la letteratura italiana contemporanea, non può che ricordare i protagonisti sveviani. Inetto, intrappolato in una vita svilente e manipolato da una donna crudele e non innamorata di lui.

A differenza loro, Isidor trova però il modo per riscattarsi: dapprima venendo in contatto con gli abitanti della Sava, poi mettendosi al servizio dei giovani comunisti.

Trova un riscatto – come sottolinea Božidar Stanišić, che scrive la postfazione del romanzo – al contrario di Andrić che, dal 1941 in poi, è costretto ad assistere all’occupazione tedesca di Belgrado dalla sua residenza nella Città vecchia. Si fa testimone di una Belgrado distrutta e martoriata e ce la racconta attraverso gli occhi di Isidor, con descrizioni minuziose che riescono a farci percepire l’atmosfera cupa della guerra e dell’occupazione.

Gli scorci di una Belgrado che attraversa la guerra sono vivi e convincenti. Minuziose sono anche le descrizioni dei personaggi, non tanto per quanto riguarda l’aspetto fisico, quanto piuttosto delle loro caratteristiche psicologiche e morali. Attraverso le azioni, i comportamenti e i dettagli dei suoi personaggi, Andrić ci lascia intendere i suoi pensieri, ci fa capire da che parte sta, cosa non può accettare.

I belgradesi che continuano a frequentare i caffè, mentre in città si susseguono arresti e impiccagioni, ad esempio, lasciano facilmente intendere una critica a chi restò indifferente davanti al male.

Andrić è maestro nel mettere a fuoco ogni aspetto dei personaggi che porta sulle pagine del romanzo e a non lasciarsi sfuggire alcun particolare.

 
La vita di Isidor Katanić
è un romanzo che vale la pena leggere, d’altronde come tutte le opere di Andrić, unico slavo meridionale ad aver vinto un Nobel.

Tuttavia, è giusto ricordare che se si è alla ricerca di una lettura semplice, di puro svago, allora questo non è il romanzo adatto.

La narrazione scorre lenta e, specie nella prima parte, l’azione è ridotta al minimo.

Ma, se siamo disposti, come Isidor, a compiere una vera e propria metamorfosi, allora la lettura di questo romanzo è un’esperienza che vale la pena fare.

 

EDITORE: Bottega Errante

AUTORE: Ivo Andrić

COLLANA: Estensioni / 15

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: 17€

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF