Mario Mieli muore nel 1983, ponendo fine ai propri giorni dopo una vita intensa densa di scritti e militanza che lo fanno considerare un grande teorico, anche se discusso in parte, degli studi di genere. “La gaia critica”, volume curato da Paola Mieli e Massimo Prearo per Marsilio, raccoglie gli scritti del periodo 1972-1983 più significativi, a detta degli stessi curatori, della traiettoria teorico-politica dell’autore.
I curatori, nella loro introduzione al volume, parlano di “un archivio del presente” riferendosi a Mario Mieli, a volere sottolineare l’attualità di questo autore irriverente, sempre rivolto verso una scrittura pervasa da intenzioni politiche innovative che lo hanno portato ad essere considerato uno dei protagonisti piuÌ€ radicali della storia culturale italiana del secolo scorso.
In questa raccolta sono inclusi gli scritti teorici e politici, organizzati e criticamente ragionati, ma sempre con l’intento di “lasciare parlare l’autore”, con una articolazione che passa dall’attivismo e dall’esperienza omosessuale, al suo posizionamento all’interno del movimento negli anni settanta, spesso ai margini, alla politica, all’idea di travestitismo e transessualità, pur non intendendo tale articolazione come sezioni tematiche rigorose.
“Gli scritti qui raccolti esprimono tutta la vivacità di uno stile che si muove tra sapienti costruzioni letterarie ed espressioni gergali, che inaspettatamente mischia linguaggio filosofico e parlata di strada, catapultando il lettore su registri diversi, intimi, sorprendenti e spesso comici” secondo i curatori, che nel loro lavoro di riordino vanno anche a sottolineare come la critica omosessuale si differenzi dalla gaia critica, con la prima che assume forma di trattato di teoria e pratica rivoluzionaria, mentre la seconda si estende anche oltre il comunismo, andando a ricomprendere preoccupazioni ecologiste, sprazzi di nascente ambientalismo, convinzioni antimilitariste, spunti di osservazione di cultura urbana.
Mieli, colto poliglotta, coglie nell’immediato e da fonte diretta il significato di ciò che avviene all’estero ed è riportato nelle lingue dominanti del momento, francese e inglese, consentendogli ad esempio il contrappunto su quanto dicono autori del suo tempo, come Tom Wolfe.
La sua analisi è spesso netta, anche quando si rifà al mondo psicoanalitico riferendosi, ad esempio al mito di Edipo:
“Lungi dall’uccidere il padre per poi sposare la madre, il figlio maschio uccide piuttosto in sé la femminilità per identificarsi col padre. Indi sarà costretto ad accecarsi rimuovendo nelle tenebre dell’inconscio la visione della tragedia che egli è stato costretto a compiere, affinché nel buio stabilito dal destino patriarcale la femminilità condannata a morte non resusciti.”
E’ proprio in passaggi come questo che emergono le radici del “Genderful” attuale, di quella sottile lotta fra le parti femminili e maschili dell’inconscio di ognuno di noi, che in Mieli è sempre stata una chiave di vita e di lotta interiore, di avanzamento in una società troppo lenta per le sue visioni spesso estreme e per i suoi comportamenti provocatori che in “Elementi di critica omosessuale” lo porteranno a definirsi “checca rivoluzionaria”, arrivando a definire nuove chiavi di lettura sull’orientamento sessuale, quasi a precorrere la definizione di “fluidità” che pervade alcune realtà attuali.
“La Gaia critica” ci consente ancora una volta, a trentasei anni dalla morte di Mario Mieli, di analizzare le varie sfaccettature del cammino in divenire del movimento gay, fornendoci ancora un vasto campo complesso, a volte accidentato, sicuramente polimorfo, per riflettere su cosa significhi non essere omologati al pensiero comun, tanto richiamato a più riprese da frange delle realtà contemporanea.
EDITORE: Marsilio
AUTORE: Mario Mieli
COLLANA: Nodi
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO: 20,00 euro