KIDS WITH GUNS di Capitan Artiglio @ Bao Publishing: una folle cavalcata fra i generi

Cosa potrebbe venire fuori mettendo insieme: un’ambientazione western, un fantasy pieno di magia, tre fratelli fuorilegge, una ragazzina di 7 anni e dei dinosauri al posto dei cavalli? La risposta la fornisce Capitan Artiglio nel suo Kids with Guns, trilogia western edita da Bao Publishing.

Già dalla copertina veniamo travolti da una cornucopia di colori e di elementi che andranno a caratterizzare la storia raccontata all’interno del volume.

La storia comincia in un saloon nel deserto dove troviamo i fratelli Doolin intenti a preparare un piano su come recuperare la refurtiva dell’ultimo colpo. Quella che incontriamo non è la tipica famiglia alla quale siamo abituati, bensì tre fratelli, figli di un leggendario fuorilegge che ha lasciato loro in eredità tre teschi dai poteri mistici.

Per non far mancare nulla alla figura della perfetta famigliola disfunzionale, Dave si presenta all’incontro con gli altri fratelli con una bambina di 7 anni, apparentemente muta, che ha deciso di adottare. La riunione di famiglia verrà interrotta da una sparatoria, risolta proprio dalla bambina senza nome, che rimescolerà le carte in tavola e porterà ogni componente della famiglia in un viaggio alla scoperta dei teschi e del potere da loro sprigionato. Sarà proprio la scoperta della natura di questo, i cui effetti imprevisti cambieranno per sempre la vita dei fratelli Doolin, fra fughe rocambolesche, incontri improbabili e temibili nemici senza scrupoli attirati dalla sete di fama e gloria che riscuotere le taglie sulle loro teste comporta.

Capitan Artiglio getta le basi di quella che è destinata ad essere una trilogia (è già uscito il secondo volume), per una storia ad ampio respiro, prendendosi tutto il tempo necessario per caratterizzarne al meglio i protagonisti.

La trama tessuta pesca a piene mani dalla cultura Pop: i fratelli Doolin sembrano la versione buffa de “iI Buono, Il Brutto e Il Cattivo” di Sergio Leone, la bambina senza nome è un incrocio tra una versione western della sposa di Kill Bill di Quentin Tarantino e Eleven di Stranger Things (Undici per chi segue la serie in italiano), mentre i dinosauri e l’ambientazione rimandano al primo Dragon Ball di Akira Toriyama. Il ltitolo stesso è un chiaro riferimento all’omonima canzone dei Gorillaz, i cui videoclip cartoon firmati da Jamie Hewlett, hanno uno stile cui forse Capitan Artiglio è debitore per alcui tratti.

Nonostante questo volume presenti solo la parte introduttiva della trama, i personaggi e i luoghi mostrati hanno un’identità forte e definita, costruita su un uso sapiente degli stereotipi dei generi cui l'autore attinge.

La qualità delle illustrazioni è coerente in tutto il volume e l’autore utilizza sapientemente effetti come fumo e vapore, integrandoli con il posizionamento dei balloon. Nonostante ciò, il lettore non perde mai il filo logico, anche quando la vicenda si sposta su vari piani temporali.

La costruzione della pagina non è mai banale alternando uno schema 2×3 con riquadri più ampi che lasciano spazio a inquadrature grandangolari e panoramiche proprie dello stile western.

Con questo primo volume, Capitan Artiglio si afferma come grande promessa del fumetto italiano e la scelta della Bao Publishing di portarlo come autore di punta all’ultimo salone del libro di Torino, è probabilmente stata ben ripagata.

Kids with Guns merita di essere letto almeno due volte: la prima per conoscere ed immergersi nella storia, la seconda per perdersi nelle stupende tavole e nei colori del mondo creato dall’autore.

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