Continua il viaggio nel fumetto seriale italiano: una volta al mese, sulle pagine di Gufetto Mag, verranno virtualmente premiate – a nostro insindacabile giudizio – le novità più interessanti sul fronte delle recenti uscite in serie. Nello scorso dicembre, la scelta è ricaduta su Dylan Dog N.351 In Fondo al Male; mentre in questo mese di gennaio, sono talmente eccelse le novità editoriali che non ce la sentiamo di proclamare una netta e schiacciante vittoria sopra gli altri. Indi per cui, assegniamo il Fumetto del Mese in forma ex aequo a ben tre pubblicazioni. Andiamo ad analizzarle nei dettagli, ricordandovi che – come da nostra tradizione – ci preoccupiamo di limitare al massimo gli spoiler, per non rovinare il piacere di una prima lettura.
Le Storie N.40 – I sogni dei morti – di Paola Barbato e Anna Lazzarini
Inutile negarlo: la collana Le Storie, edita dalla SBE da quattro anni a questa parte, rappresenta una delle punte di eccellenza per quanto riguarda la produzione di fumetti da edicola. Per chi non conoscesse questa serie, spendiamo giusto due righe per spiegare di cosa si tratta, dal momento che non stiamo parlando di un personaggio seriale o di un ciclo di avventure legate fra di loro ma, in questo caso specifico, di una sorta di graphic novel mensile che presenta per ogni uscita nuove storie e nuovi personaggi. Facendolo ovviamente con un’attitudine precisa: ossia quella di interpretare – attraverso il linguaggio fumettistico – diversi e differenti generi letterari; dalla fantascienza all’horror, dal noir al thriller, fino al romanzo storico e a ogni tipo di tradizione narrativa, popolare e non. Nel fare ciò, l’ardua impresa viene affidata ai grandi maestri del fumetto italiano. Categoria a cui appartiene sicuramente Paola Barbato, la sceneggiatrice dell’albo in questione, coadiuvata nei disegni dal talento innegabile di Anna Lazzarini.
Ne I sogni dei morti ci troviamo di fronte a una delle migliori ricette uscite per questa serie negli ultimi tempi (insieme a Neogenesi di Carlo Ambrosini e Giulio Camagni, uscito il mese scorso). Gli ingredienti della sceneggiatura sono molteplici: una trama oscura e psicologica che ricalca le atmosfere dei primi film di Shyamalan regista de Il sesto Senso; la caratterizzazione dei personaggi in perfetto stile Ghost Whisperer con qualche spruzzata di Davvero, web-fumetto sempre a opera della Barbato e che vi consigliamo di riscoprire su Internet; infine, elementi di detection strutturati in una serie di colpi di scena che, per tipologia, sembrano ricordare Dario Argento nella sua celebre trilogia degli animali.
I disegni sono realizzati dalla bravissima Anna Lazzarini, già all’opera su altre testate Bonelli come Legs Weaver e Agenzia Alfa: stupendi sono i tratti espressivi con cui sono raffigurati i personaggi, insieme ovviamente a quelli della protagonista Shannon, la quale acquisisce in tal senso un incredibile spessore. Per non parlare di tutta la raffigurazione delle ambientazioni: nello specifico, ci siamo esaltati di fronte alla rappresentazione di alcuni esterni sotto la pioggia (vedi pagina 34 e 35).
Per quanto riguarda la gestione dei piani di inquadratura, numerose sono le sequenze memorabili: in particolar modo le soggettive di pagina 31, con la scena vista e rappresentata attraverso gli occhi della vittima.
Orfani: Nuovo Mondo N.04 – Benvenuto nella giungla – di Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo; Luca Maresca e Luca Casalanguida; Nicola Righi, Luca Saponti e Giovanna Niro
Adesso spiegateci come si fa a non apprezzare una storia che porta il titolo di una canzone dei Guns N’ Roses. E non è neanche la prima volta, che dalle parti del fumetto Orfani si respiri aria di buona musica: pensiamo, ad esempio, al War Pigs di sabbatiana memoria nella prima stagione, o al Tabula Rasa in perfetto stile CSI nella seconda serie. Ma al di là di quelle che possono essere le influenze musicali, il quarto numero di Orfani: Nuovo Mondo ci ha affascinato particolarmente per la sua struttura. Se di primo impatto, esso potrebbe infatti apparire come una sorta di albo “riempitivo”, in realtà è straordinario l’impianto narrativo (e grafico) con cui sono raccontate le vicende.
L’accoppiata Recchioni-Uzzeo, in fase di sceneggiatura, si rivela sempre consolidata e vincente nelle sue trovate più geniali: ora, potrebbe essere un compito abbastanza arzigogolato stabilire a quale dei due autori possa appartenere questa o quell’altra soluzione, ma sta di fatto che il risultato finale è una messa in opera dove l’impianto della storia – attraverso un flashback iniziale – spinge al massimo sull’acceleratore delle emozioni: sia dal punto di vista del ritmo e della durata, ma anche per quanto riguarda i continui cambi di scena, senza tralasciare un interessante “pathos” di suggestioni sentimentali. Insomma, un’eccellente sintesi di una canzone dei Guns N’ Roses! Ma anche di quello che dovrebbe riuscire a fare una buona storia: emozionare il lettore.
Continuando nella disamina, passiamo dunque ai disegni e a tutta la struttura estetica del fumetto, che in Orfani si mantiene sempre su un livello altissimo: il duo composto da Maresca e Casalanguida è riuscito a mettere in scena un risultato monumentale (vedasi la splash page di pagina 32 in stile Mad Max), insieme ovviamente alla colorazione: ci ha colpito particolarmente il modo in cui è stato utilizzato il blu nell’ambientazione notturna delle tre vignette di pagina 87 (così come lo stesso colore, sempre in notturna, ci ha entusiasmato nel numero scorso “Vertigine”, ad opera di Luca Saponti).
Last but not least, sulla gestione dei piani non resta altro che applaudire a scena aperta alcune inquadrature, in particolare la sequenza di pagina 21: bellissima l’inquadratura dall’alto nella prima vignetta, ma anche la successiva rappresentazione grafica della linea cinetica di movimento, durante la caduta del protagonista.
Morgan Lost N.4 – La rosa nera – di Claudio Chiaverotti e Val Romeo, Arancia Studio
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe potuto accadere se John Carpenter avesse girato un film scritto e sceneggiato da Alfred Hitchcock?
Lo sappiamo: il paragone è azzardato, ma la risposta a fumetti potrebbe non essere così lontana dall’ultimo numero di Morgan Lost. La rosa nera prosegue infatti il discorso iniziato nel primo albo (di cui abbiamo parlato abbondantemente qui: gufetto.press ) nell’opera di caratterizzazione del personaggio – e dei suoi comprimari – a pochi mesi dalla sua comparsa nelle edicole. In questo senso, ci vengono presentate quelle che potrebbero diventare le due nemesi del nostro eroe: la prima, malvagia e perversa, è rappresentata dal serial-killer Wallendream; la seconda, affascinante e inconsapevole vittima, è sicuramente la dottoressa Pandora Stillman. Un giro di vite, di amori e di morte che si intreccia nella poetica con cui l’autore, Claudio Chiaverotti, ha da sempre abituato i lettori nelle sue angosce metropolitane sin dai tempi di Dylan Dog. Ma non soltanto, perché in quest’ultima storia sono evidenti anche i richiami ad alcune serie televisive: l’approccio narrativo e il modo in cui si dipana la vicenda potrebbe ricordare, per certi versi, alcune sequenze di Breaking Bad.
Passiamo adesso ai disegni: come nei due fumetti sopra elencati, anche in questo caso non ci resta che fare una standing ovation per la pregevole fattura con cui è realizzato l’apparato della storia. Le illustrazioni di Valentina Romeo sono sicuramente da incorniciare, per la sopraffina fattura estetica sia dei personaggi che delle varie scene (ad esempio il doppio disegno di Morgan e Wallendream in stile Two-face a pagina 31). Per non parlare poi del magnifico tratto impresso a tutte le sequenze in flashblack, collocate durante l’infanzia del serial-killer. Raffinatezza e virtuosismi nei disegni, dunque, a cui bisogna accostare l’ormai consolidato lavoro di Arancia Studio nell’impregnare le tavole con la tipica tonalità di rosso, marchio di fabbrica di questa serie.
Infine, concludiamo come sempre dedicando qualche accenno ai piani di inquadratura più interessanti. Partiamo dall’ottima sequenza “action” di pagina 79, con un elicottero in caduta libera alle spalle di Wallendream e Morgan e, nella vignetta successiva, con quest’ultimo inquadrato di quinta e l’esplosione sullo sfondo. Ancora: l’ultima vignetta di pagina 24 con la soggettiva del nostro serial killer sul corpo di Pandora Stillman. Infine, la progressione di inquadrature legate al collasso di un dirigibile nelle tavole iniziali, con delle interessanti panoramiche unite all’utilizzo di alcuni “cambi” – come le due prime vignette di pagina 7 e 9 – che che si spostano da esterno a interno in rapida successione.