GODERSI LE METAMORFOSI @ Più Libri Più Liberi: Paul Preciado in dialogo con Chiara Valerio

In conclusione alla prima giornata alla Fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi ha avuto luogo l’incontro tra Chiara Valerio e Paul Preciado.
L’evento “Godersi le metamorfosi” (realizzato in collaborazione con in collaborazione con Fandango Libri) è un viaggio attraverso i cambiamenti alla scoperta del significato delle parole, del potere che deriva dal mutamento e dell’importanza di rivoluzionare il mondo per renderlo più inclusivo.

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Paul Preciado a Più Libri Più liberi: fra i biopolitica, sessualità, pornografia, architettura e teoria queer

All’interno dello spazio sotto la Nuvola di Fuksas è avvenuto lo straordinario incontro tra due grandi intellettuali europei dei nostri tempi.
Chiara Valerio, scrittrice, traduttrice, curatrice editoriale, nonché direttrice con Silvia Barbagallo di questa edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, ha intervistato Paul Preciado, scrittore e filosofo spagnolo il cui lavoro si concentra su pratiche e teorie in materia di biopolitica, sessualità, pornografia, architettura e teoria queer. L’incontro viene aperto da Chiara Valerio che chiede a Paul Preciado, partendo TERRORE ANALE”, libro del pensatore spagnolo pubblicato nel 2009 (edito per Fandango Libri), quando la pelle ha smesso di essere un organo sessuale e perché?
Paul Preciado afferma che storicamente è stata fatta una cartografia del corpo umano, che sia segmentato e siano state date delle funzioni alle varie parti del corpo e hanno trasformato queste sezioni in funzioni sessuali e riproduttivo, nonché in funzioni intellettuali e produttive. Non solo la pelle, quindi, ma tutto il corpo ha subito una destinazione di funzione.

Paul Preciado a Più Libri Più Liberi

GODERSI LE METAMORFOSI a Più libri più liberi: PRECIADO E LE TEORIE SUL “TERRORISMO TESTUALE”

Roland Burt che aveva più difficoltà a parlare della propria omosessualità in pubblico che a fare ermeneutica, nel 1971 inventa una categoria senza sapere che sarebbe la più appropriata per qualificare il libro che avrebbe scritto Guy Hocquenghem un anno dopo: terrorismo testuale.

Valerio chiede a Preciado: che cos’è e quanto i suoi testi sono terrorismo testuale se lo sono?

Preciado spera che le sue opere non lo siano, e lo dice sorridendo. C’è una nozione politica per cui certi testi vengono considerati testi terroristici, soprattutto quando vanno contro alla normatività. Quindi vengono esclusi dai canoni normativi testuali. I testi di Guy Hocquenghem per esempio negli anni Settanta, (vale la pena citare “Le desir homosexuel”) come con alcuni testi islamisti, vennero considerati terrorismo di estrema Sinistra.
Preciado non considera i suoi come testi terroristici, perché rispondono  alla violenza della tassonomia patriarcale, colonialista, maschilista, binaria, che esiste in questo momento. Anzi, afferma che i suoi testi siano più innocui di quanto dovrebbero essere. e, dopo un attimo di riflessione risolve: “Magari dovrei essere più mordace nei miei testi”.

lo stile e il linguaggio di paul preciado: studio del linguaggio a più libri più liberi

C’è una questione più generale che ovviamente riguarda un fatto probabilmente epistemologico o forse di abitudine, e cioè che l’esattezza nell’analisi viene percepita spesso come violenza, questo perché probabilmente il linguaggio è il dispositivo a cui chiediamo un’esattezza di definizione che non chiediamo mai agli schemi. I testi di Paul Preciado sono testi di un’esattezza limpida.

Pornotopia di Paul Preciado e l’architettura dei corpi

Pornotopia si interessa di architettura e di corpi. Qual è il rapporto tra architettura e corpi e, se ci possono essere corpo liquidi, esistono anche architetture liquide, disforiche, queer? Oppure l’architettura non può essere interpretata in altro modo?
La risposta è ampia. Prima di cominciare con l’architettura bisogna soffermarsi sulla lingua e sull’attualità, che è cruciale. Cioè capire cosa ci sta succedendo in questo momento. Alcuni dicono che siamo in un ciclo finale del capitalismo cibernetico, che è uno dei modi di analizzare i fatti. Altri dicono che siamo in una fase finale quasi apocalittica dell’antropocene, che è un altro modo di raccontare le cose.

PRECIADO e la rivoluzione epistemica

Preciado postula che invece siamo in un periodo di rivoluzione epistemica, ovvero, il significato delle cose sta fondamentalmente cambiando. Una rivoluzione profonda come quella che si ebbe nel quindicesimo secolo, quando iniziò l’avventura, o diciamo il festival necropolitico del capitalismo coloniale. Per cui quando pensiamo al cambiamento epistemico che sta avvenendo in questo momento ci rendiamo conto che c’è un compito fondamentale che è quello di cambiare tutti i nomi a tutte le cose.
Un esempio è questo: pensiamo al nostro nome proprio, che è una parola che non ci appartiene. Appartiene allo stato, alle amministrazioni, alle compagnie cibernetiche, come Facebook o Instagram, nel momento in cui lo andiamo a immettere nei loro database. Preciado, come molte altre persone oggi, hanno cambiato il proprio nome. Cambiarlo è un’azione politica, ed è un compito fondamentale in questo periodo di cambio epistemico, andando a cambiare il nome a tutte le cose.

Perchè cambiare nome è un atto politico

Quando afferma che questo compito è politico, intende più che altro che è un atto artistico, poetico. Le cose non hanno un nome, il nome delle cose viene inventato; quindi, quando dice che è politico in realtà intende che è artistico, poetico, cambiare o meglio, rinominare, le cose. Cominciamo con la questione del linguaggio che è una questione sulla quale scrive molto.
In Pornotopia (Preciado, Fandango Libri) postula che stiamo attraversando un periodo i cui stanno cambiando i paradigmi, i sistemi di conoscenza, per cui molte delle parole che avevano un significato prima non sono andate perduto, ma hanno modificato quel significato. Questa oscillazione necessita dell’invenzione di una nuova grammatica, di un nuovo gruppo di termini che siano svincolati dal binarismo, che non è un binarismo solo sessuale uomo donna, ma un binarismo totale, di tutte le cose, per esempio fra umano e animale, tra nazionale e straniero, tra produzione e riproduzione. Tutti questi significati si stanno sfaldando. E nello spazio causato da questo sfaldamento, si può inserire un discorso politico, perfino un’azione politica.

QUANDO LE PAROLE POSSONO E DEVONO CAMBIARE

La questione è questa: il linguaggio è un dispositivo per il quale vale solo l’ordine di grandezza dell’umano. Non si scendere sotto, né andare al di sopra di essa. C’è però una cosa che Valerio chiede a Preciado: quando un ministro delle due Sicilie, Nicola Santangelo, dovette introdurre il sistema metrico decimale nel regno perché commercialmente più vantaggioso, va a parlare alla settima adunata degli scienziati per convincerli della miglioria anche economica a questo cambiamento. Loro rifiutano, rispondendo che era meglio il braccio napoletano o il piede calabro e Santangelo rispose: ci sono abitudini che hanno luogo di leggi, e tra queste abitudini ci sono i simboli. Quindi le parole possono e devono cambiare da sole o possiamo accelerare il cambiamento del significato delle parole per avere uno spazio politico?

Perchè rinominare le cose?

Preciado afferma che è un ottimo modo di porre la domanda così da poter passare dal sistema metrico siciliano al contesto odierno (in un viaggio temporale indicativo). Le nozioni che servono per produrre la soggettività di genere, di etnia, di cittadinanza dell’essere straniero, sono esattamente come il sistema metrico. Sono un’unione di costrutti sociali politici imposti alla collettività. Quello che avviene in un momento di cambiamento di paradigma è che collettivamente possiamo riorganizzare (nuovamente) questo sistema che governa la produzione (e la riproduzione) su questo pianeta. Rinominando le cose le investiamo di nuovi e più moderni significati, raddrizzando il metro del significato di tutto quello che ci circonda e che cambia assieme a noi.

GODERSI LE METAMORFOSI: LA TECNICA

Norbert Wiener che è stato un grandissimo cibernetico molto attivo negli anni 50 del 900, bambino prodigio entrato ad Harvard a 11 anni, diceva una cosa interessante e cioè: l’espressione massima di una conoscenza di un’epoca è data dalla tecnica.

Chiara Valerio afferma di pensare sempre che adesso che i computer stanno diventando quantistici, il binarismo (cioè il codice basato sulla serie dei numeri zero e uno su cui funzionano le macchine), sarà distrutto prima dalle macchine che da noi. Un pensiero inquietante angoscia che fa pensare che noi ci rivolgiamo alle macchine esattamente come Cartesio si rivolgeva agli animali, affermando che questi non avessero coscienza. E invece ce l’hanno e probabilmente risolveranno la questione prima di noi. Ma la domanda spinosa è questa: se è vero ciò che ha scritto Edith Wharton ne  “L’età dell’innocenza” che la verità è un sistema di geroglifici e se non si conoscono questi geroglifici non si può stare al mondo, se cambiano i nomi di tutte le cose come faremo a stabilire cos’è la verità e cos’è la realtà?
Secondo Preciado la tecnica è un luogo dove possiamo leggere e cifrare un sistema. La tecnica, così come l’architettura, non è un “oggetto”. Sono in realtà relazioni sociali. Un edificio non è una cosa, ma l’espressione di una relazione sociale e standardizzata. Di base l’iscrizione di un sistema di potere che fissa una relazione sociale. In realtà la tecnica non comincia con l’oggetto, ma con lo stesso corpo. Il corpo è un dispositivo, la relazione con la tecnica non è una relazione esterna, ma un rapporto che avviene appunto tra corpo e tecnica. Tutto questo è molto legato a ciò che si è detto prima della pelle e su come la segmentazione in funzioni del corpo umano sia stata spesso sessualizzata e sulla quale sia stato dipinto un certo genere. Pensate alla mano. La mano è sempre stato considerato un organo maschile, con il quale lavorare, produrre. Nello stesso momento in cui la mano va a toccare, manipolare, l’organo sessuale, si parla di masturbazione, (che è una relazione tecnica fra organo umano e sessuale) e viene regolamentata, viene patologizzata. Quindi si tratta di un dispositivo tecnico e quando si parla di liberazione sessuale non è altro che un cambiamento tecnico della relazione tra dispositivo umano e dispositivo corpo. Questa analisi che abbiamo appena fatto potremmo farla con tutto il corpo e potremmo anche applicarla ai concetti di omosessualità ed eterosessualità che secondo me sono concetti obsoleti inventati nel diciannovesimo secolo. Se voi volete soggettivizzarvi con questi concetti, obsoleti tanto quanto melanconia e isteria, potete farlo, ma in un momento di rivoluzione epistemologica tale come quella che stiamo vivendo dobbiamo e possiamo rivalutare queste relazioni e questi concetti.

GODERSI LE METAMORFOSI a più libri più liberi: ORLANDO DI VIRGINIA WOOLF

Preciado usa per sé stesso il termine non binario proprio in relazione a quell’utilizzo molto arcaico del concetto di etero e omo, considerando transessuale un termine medico anche molto violento. Ha deciso di fare opposizione a questo sistema coloniale e patriarcale e spera che questo nuovo uso si insinui nel mondo come una rivoluzione. Il filosofo spagnolo sta anche per concludere il suo primo film da regista ispirato a “Orlando” di Virginia Woolf che narra le mirabolanti avventure nell’arco di quattro secoli di un giovane aristocratico alla corte di Elisabetta I. Dopo un viaggio coloniale a Costantinopoli e una grande delusione amorosa si addormenterà per risvegliarsi dopo molti giorni, trasformato in una donna. Aggregandosi a una carovana zigana tornerà poi nella natia Inghilterra. Il primo libro mai scritto nella letteratura occidentale nel quale il protagonista cambia sesso durante la storia fu dedicato dalla scrittrice alla sua amante Vita Sackville-West. Questo suo attraversare un tempo dilatato e sovrannaturale, oltre al cambio di sesso, è quel tipo di samsara epistemologico di cui parlavano Preciado e Valerio durante il loro incontro. Un attraversamento che è simile a quello di molti non binari come Paul Preciado.

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