GENERAZIONE FUORI LUOGO di Giulio Ronzoni @ Cairo: tra lo zen e il nulla a cercare il proprio sà©

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Giulio Ronzoni è un giovane autore che con GENERAZIONE FUORI LUOGO, suo primo romanzo, pubblicato da Cairo, tenta una difficile operazione: parlare di depressione in modo originale, senza scadere nelle ovvietà. E possiamo dire che in parte c’è riuscito.

Lorenzo è un giovane di trent’anni con un passato complesso alle spalle: orfano di madre, perde molto presto anche l’amato fratello Gianni e nel suo presente vive male, o forse sarebbe meglio dire, non vive affatto. Complice la fine di un amore che, come tutti gli amori drammaticamente chiusi, si rivela un’ossessione pericolosa e portatrice di illusioni e false speranze, Lorenzo cerca di sopravvivere nonostante l’assenza di un lavoro stabile e la sensazione costante di essere fuori luogo, come dice il titolo stesso.

Per far contento un amico, Franz, finisce in un ritiro spirituale zen dove incontra tre personaggi anomali quanto e più di lui: Valentino, il gigante buono e silenzioso che Lorenzo chiamerà Buddha, a metà tra lo sfottò e la curiosità, Maurizio, un pianista fenomenale la cui carriera è terminata bruscamente, lasciando in lui un cinismo e un’aggressività corrosivi, Viola, giovane dai capelli blu che sembra conoscere Lorenzo da sempre e, in effetti, scopriremo che i due si conoscono già da tempo.

Attraverso queste tre persone e il soggiorno zen che il protagonista considera "un ritrovo di matti", Lorenzo ha la possibilità di riflettere, pur non volendo, sulla sua vita e sul suo modo di stare al mondo e si ritrova così nel pieno di un cambiamento che alla fine sembra salvarlo dalla depressione in cui è caduto.

Sì, perché Lorenzo, senza troppi giri di parole, è un depresso cronico che pensa di essere la vittima per antonomasia, incompresa e, peggio ancora, mai ascoltata.

E come spesso accade nella vita reale, la sua depressione lo porta a fare del male agli altri, specie a quelli che lo amano e tentano di aiutarlo, ovviamente senza riuscirci. Perché la verità è che Lorenzo non vuole salvarsi, fino all’ultimo ne è convinto lui e ne è convinto il lettore che ha seguito le sue vicende.

Ma il lettore sa anche che, quando tutto sta per andare nel peggiore dei modi possibile, c’è sempre un angelo che compare e salva tutto. Non stupisce quindi il finale di Generazione fuori luogo, un finale che vuole rappacificare e far capire che c’è sempre una soluzione e che spesso questa soluzione è l’amore.

In questo sentiamo di riscontrare un qualcosa di già letto, visto, sentito: l’amore come potenza salvifica è alla base di una altissima percentuale della produzione letteraria, cinematografica, teatrale. Non è quindi un colpo di scena, ma un qualcosa che ci aspettiamo, che in qualche modo nella vicenda raccontata già presentiamo, fin dal primo incontro fra Lorenzo e Viola.

Questo è uno degli aspetti che ha lasciato un po’ l’amaro in bocca alla fine del romanzo, la sensazione del “beh, me lo aspettavo”.

Un altro elemento che ci ha convinto solo in parte è il costante ricorso al turpiloquio: Lorenzo e in genere quasi tutti i personaggi si esprimono con una quantità di offese, parolacce che alla lunga infastidiscono; la sovrabbondanza, soprattutto nei dialoghi, appesantisce il ritmo, quasi fino ad annullarlo e quello che forse è stato pensato come un mezzo per rendere colloquiale e vicino alla realtà l’eloquio dei personaggi finisce per annoiare.

Ed è un peccato soprattutto perché Ronzoni è palesemente uno bravo a scrivere, uno che con le parole ci sa fare, come dimostra in alcuni passaggi, soprattutto quelli più intimistici e più legati alla memoria. La sua capacità di cesellare immagini potenti con frasi semplici e immediate salta subito agli occhi; per questo, dispiace molto che in certi passaggi questa sua peculiarità sembri perdersi, distaccarsi dalle pagine.

Generazione fuori luogo si delinea come la storia di una ricerca disperata e disillusa di senso, come d’altronde dimostrano le citazioni di alcuni fra i dialoghi più famosi fra Alice e lo Stregatto, tratti da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. In questa ricerca, emerge un protagonista affascinante e, al tempo stesso, antipatico: affascinante per l’intelligenza e la sensibilità che cela, antipatico per questa sua attitudine distruttiva, per questa sua pressoché totale assenza di ascolto degli altri e, più in genere, del mondo.

Eppure alla fine ci sentiamo in qualche modo delusi: chiaramente il bene che trionfa è sempre un piacere, ma in questo caso forse, proprio per la forza e l’intensità di alcuni momenti e per la grande potenza narrativa che pervade il romanzo, non è sufficiente. E così ci ritroviamo come alla fine di un viaggio interrotto sul più bello.

AUTORE: Giulio Ronzoni

EDITORE: Cairo

COLLANA: Scrittori italiani

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019

PREZZO: 15,00 euro

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