FUMETTI PIU’ LIBERI: Voci dalla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria. Parte 1: Le matite di Tunuà© in aiuto di Emergency

Cominciamo il nostro reportage dalla Fiera della Piccola e Media Editoria con Tunué, che grazie agli spazi molto più ampi dovuti alla nuova location ha potuto beneficiare di un grande stand dove meglio organizzare l’esposizione, ma soprattutto portare più autori per gli sketch di rito, cosa sulla quale non si sono decisamente risparmiati.

Ecco quindi presenti in fiera (fra gli altri) Bartolomé Seguì, con le copie del nuovo Serpenti Ciechi, Mattia Iacono con il suo Macumba, Bruno Cannucciari con Kraken, Luca Russo con Nottetempo (questi ultimi, best-seller della fiera insieme con La memoria delle tartarughe marine di Simona Binni e Pistouvi di Chabane e Gatignol).

Speriamo di non fare un torto alla grande e decisamente varia offerta di Tunué se ci focalizziamo su uno dei progetti di punta di quest’anno, “scoperto” durante una breve intervista di rito e subito approfondito grazie ad una presentazione stampa dal tempismo perfetto (per un redattore distratto): Stagioni – 4 storie (e mezza) per Emergency.

Ne abbiamo constatato la “bontà”, nel senso più ampio, dapprima nell’ incontro con gli autori, poi sfogliandone le pagine, di cui speriamo di raccontarvi a brevissimo. Moderatore d’eccezione Stefano “S3keno” Piccoli, fra i disegnatori dell’opera stessa.

Dietro una essenziale (e splendida) copertina di Giuseppe Palumbo, il volume raccoglie 4 storie (ed una più breve, la mezza storia del titolo) per le quali lo stesso Piccoli, Simona Binni, Paolo “Ottokin” Campana, Francesca Carità e Gud hanno messo le loro matite al servizio di storie (vere e verosimili) raccontate da operatori di Emergency, eccezionalmente (data la loro professione) presenti in Italia, e in fiera.

I disegnatori sono gli strumenti, come sottolineato da Piccoli, di chi quelle storie le narra perché le ha vissute. E ancora di più oggi, in un momento d’oro del fumetto, hanno potere mediatico e dunque una responsabilità (per concederci una ragnesca citazione mainstream). Consapevoli di questo, i disegnatori Tunué hanno accettato una sfida, non facile.

In conferenza ci si aspettava innanzitutto di venire messi di fronte ad una realtà che, più o meno colpevolmente, sottovalutiamo, proprio da chi quella realtà la affronta tutti i giorni.

Inaspettata è stata invece la straordinaria capacità narrativa di Antonio Bruscoli, medico da anni impegnato in Sierra Leone (anche e soprattutto nei momenti di peggiore incidenza del virus Ebola). Trasmettendo un senso di speranza irresistibile nonostante il dolore raccontato, è come se con la sua eloquenza lieve ci abbia risparmiato il peggio di quel che ignoriamo, mostrandocene però i brutali contorni.

Presente con lui Roberto Maccaroni, paramedico in Afghanistan, altro autore dei testi (con adattamento di Marco Rocchi) della breve storia finale. Assente la terza autrice dei testi, l’autrice e regista Patrizia Pasqui.

Bruscoli ha subito sottolineato come questo sia un libro sugli ultimi, perché è per questi che Emergency lavora, le vittime di guerra e povertà (che è come la guerra, ci ricorda Bruscoli). Per tutta quella gente “in mezzo ai soldatini e agli indiani” con cui giocavamo quando, da piccoli, eravamo inconsapevoli delle vittime civili che fanno le guerre, per dirla con una calzante metafora di Maccaroni.

Ma si è soprattutto celebrata la complessità e potenzialità del medium fumetto nel narrare queste storie e contribuire a diffonderle, grazie soprattutto a dei disegnatori capaci di entrare con le loro immagini in consonanza con le anime di chi racconta: “io non ho regalato la mia storia a Simona… lei se l’è presa, dice ancora Briscoli, elogiando Simona Binni e la sua capacità di raccontare una vita lontana, forse la vicenda più dolorosa e per questo difficile da mettere in scena. Ma per la sua illustratrice, ancora una volta, la motivazione è stata anche la responsabilità degli autori di mettere le proprie capacità al servizio di qualcosa più grande.

Ed il bello, forse, è proprio questo: scoprire nel balloon di un personaggio di un fumetto, un messaggio di speranza. Così come, durante una conferenza stampa per la presentazione di un volume a fumetti, in una fiera di libri, nella Nuvola, Sala Polaris, un medico ci svela che “…oggi, in questa sala, stiamo salvando il mondo”. E se lo dice Antonio Bruscoli, c’è da crederci.

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