Un uomo in ospedale vorrebbe sempre ricevere la visita di un caro amico, così che la convalescenza sia più lieve e il tempo scorra più veloce.
E’ ciò che avviene anche in questo libro, FINITUDINE di TELMO PIEVANI (Raffaello Cortina Editore), ambientato nel periodo che va da gennaio a giugno 1960, quando, a seguito di un incidente automobilistico, un uomo, uno scrittore giace piuttosto malconcio in un letto e comincia a ricevere le visite di un amico caro, uno scienziato molto preciso nelle sue analisi di dati e nel suo ragionamento sul domani condizionato proprio da quei numeri.
Lo scienziato è un noto genetista, e si confronta con l’amico leggendogli le bozze del suo nuovo libro, dedicato al concetto di “finitudine”, concetto che ci porta a dovere accettare che prima o poi tutto finirà, ma senza per ciò doverci rammaricare nel frattempo.
Nella recensione a FINITUDINE di Temlo Pievani, alcune riflessioni:
Contenuti
FINITUNDINE DI TELMO PIEVANI: si può accettare la fine?
La lettura dei vari capitoli si dipana nel corso delle varie visite e diviene anche l’occasione per confrontarsi sulle proprie vite, sul significato di quanto vissuto, sull’amicizia e sugli anni dedicati anche alla difesa della libertà. Retorica, studio del DNA, emozioni, senso delle cose si intrecciano ed accompagnano lo scorrere dei giorni a Fontainebleau dove l’incidentato Albert è ricoverato al Centre Hospitalier e dove trascorre quasi sei mesi della sua vita.
Due grandi protagonisti: Albert Camus e Jacques Monod
Sì, perché i due amici sono due personaggi speciali, sono lo scrittore premio Nobel per la letteratura Albert Camus, reduce dall’incidente mortale del 4 gennaio 1960, e Jaques Monod, il genetista che di lì a pochi anni vincerà il premio Nobel per la medicina con i colleghi Lwoff e Jacob grazie alle loro scoperte sul ruolo del controllo genetico nella sintesi delle proteine, riportando in Francia quel premio che mancava da qualche decennio. Hanno alle spalle la comune militanza antinazista, la lotta, la disillusione verso il fallimento, il non spaventarsi di fronte alla complessità ed ora un libro li accomuna.
Attenzione però, forse vi è sfuggito un particolare: Camus è morto nell’incidente a Villeblevin il 4 gennaio 1960, o almeno tutti così pensiamo, e quindi come può Monod andare a trovarlo e discutere con lui delle bozze del nuovo libro?
Può la vita andare oltre la morte?
Forse la chiave di lettura di questo bel libro di Telmo Pievani sta proprio qui, nella “finitudine della morte”, nel fatto che forse la vita può andare oltre alla morte e che la costruzione filosofica perpetua una persona altrimenti di partita.
Del resto è proprio fra le pagine che si legge come “la ricerca scientifica è la forma più elevata di rivolta contro l’incoerenza dell’universo. La mossa è dirompente: non ci accontentiamo più di consolarci con miti di dei, eroi e giganti, ma alziamo lo sguardo al mondo per quello che è. Lo sforzo indefesso di capire l’universo è tra le poche cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, in cui solitamente si attarda, conferendole un po’ della dignità della tragedia.”
Per cui non bisogna stupirsi nemmeno di fronte alla morte che non è morte, al dialogo tra un vivo ed un morto, al potere di disquisire di filosofia, alla capacità di sfidare la morte essendone parte.
“Lo sforzo indefesso di capire l’universo è tra le poche cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, in cui solitamente si attarda, conferendole un po’ della dignità della tragedia.”
E dunque essere o non essere?: PIEVANI ed il gioco laico di FINITUDINE
La capacità di Pievani è proprio questa, di ideare un gioco laico di fronte alla religiosità della morte e alla finitezza della vita. Ma lui è uno scienziato e “lo scienziato sfida necessariamente le autorità precostituite, comprese quelle interne alla scienza” come ha modo di scrivere.
Monod morirà anni dopo i fatti narrati in questo libro, dopo avere ammirato l’esistenzialismo di Camus arricchendolo con le conoscenze che gli derivavano dall’essere scienziato. Qui c’è la loro non storia, il dialogo impossibile che però diviene realtà, la sintesi delle loro personalità che emergono dalle pagine di un libro in scrittura narrate in un altro libro che riporta anche dialoghi che non possono essere avvenuti. O almeno non in questa dimensione terrena e in quella congiuntura spazio temporale. Un meccanismo quasi da libro giallo che si dipana pian piano, conducendo il lettore con facilità al senso dell’esistere e del resistere. Una lettura per la crescita del proprio essere.
TITOLO: FINITUDINE
EDITORE: Raffaello Cortina Editore
AUTORE: Telmo Pievani
COLLANA: Temi
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO: euro 16,00