Fantasmi e ombre. Roma, James Joyce e Giordano Bruno costituisce un percorso immaginario nel centro storico della città, dove, nonostante i secoli di distanza, lo scrittore irlandese e il frate dominicano riescono a incontrarsi. Il libro, scritto da Enrico Terrinoni e Vittorio Giacopini, e illustrato da quest'ultimo, è stato pubblicato a Marzo per Luca Sossella Editore.
In questo articolo:
- Da dove cominciare quando tutto è infinito?
- Giordano Bruno e James Joyce: connessioni fra panorami urbani e figure fantasmatiche
- Le asincronie temporali del quotidiano
- Libertà e dissidenza: due concetti da rinnovare
Da dove cominciare quando tutto è infinito?
Da dove cominciare, quando tutto è infinito? Da dove si manifestano le giuste connessioni. Una data significativa, il 17 febbraio 1907: James Joyce è in viaggio a Roma e per caso assiste a una celebrazione in memoria di Giordano Bruno, là in Campo de' Fiori dove, quello stesso giorno del 1600, la Chiesa mandò al rogo il martire della libertà di pensiero.
Fantasmi e ombre. Roma, James Joyce e Giordano Bruno costituisce un percorso immaginario nel centro storico della città, dove, nonostante i secoli di distanza, lo scrittore irlandese e il frate dominicano riescono a incontrarsi. Il libro, scritto da Enrico Terrinoni e Vittorio Giacopini, e illustrato da quest'ultimo, è stato pubblicato a Marzo per Luca Sossella Editore.
Giordano Bruno e James Joyce: connessioni fra panorami urbani e figure fantasmatiche
Attraverso i capitoli, quasi magicamente la figura di Bruno viene evocata e la sua presenza rintracciata all'interno del corpus delle opere di Joyce: si susseguono pagine di diario, studi su passaggi tratti dalle opere dei due protagonisti e contributi personali dei due autori.
Ad arricchire il tutto, e suggerire l'atmosfera della lettura, ci sono le vivide illustrazioni (Vittorio Giacopini affianca al lavoro di scrittore quello di disegnatore, collaborando anche con la rivista Left) che evocano panorami urbani e figure fantasmatiche, tra le quali troneggia la statua bronzea del filosofo. La scelta formale scaturisce anche dall'importanza che ha in Joyce l'elemento del visionario, e di conseguenza il suo modo di intendere la scrittura come un disegnare con le parole e giocare con la grammatica.
Con la perizia di molti anni di studio, Giacopini e Terrinoni ci raccontano le implicazioni della filosofia di Bruno nell'Ulisse e in Finnegan's Wake, evidenziando la qualità umbratile dei personaggi; come ombre, infatti, significati nascosti si manifestano in luoghi inaspettati. Enrico Terrinoni, che ha lavorato anche come traduttore di Joyce, analizza in profondità il linguaggio, che è il luogo dove si materializzano le immagini e le ispirazioni, rivelando molte sorprese (il nome di Giordano Bruno ad esempio è tradotto nell’Ulisse nel personaggio di John Wyse Nolan).
Le asincronie temporali del quotidiano
D'altronde, un corto circuito fatto di fantasmi si verifica anche nella nostra quotidianità, a seconda degli incontri che facciamo e che ci portano a vivere non solo nel presente, ma nel passato o nel futuro, come sottolineano in una presentazione online gli autori: “la nostra contemporaneità spaziale è fatta di asincronie temporali, tutte le persone che incontriamo potrebbero veramente provenire per mentalità da un’altra epoca, oppure dal futuro. Il nostro spazio è visitato temporalmente da fantasmi, e lo spazio dell’arte permette di accedere ad un’altra linea temporale”.
Si evidenzia dunque la capacità della letteratura di trascendere i confini temporali, oltre che l’analogia con le atmosfere di una Roma odierna in cui il modo di abitare i luoghi ha cambiato qualità.
È molto incisivo in tal senso il capitolo finale a cura di Vittorio Giacopini, che condivide l'intensa esperienza delle guerriglie urbane della Roma degli anni '70, le cui memorie sono intrinsecamente legate ai luoghi, dalle piazze, ai monumenti, all'università.
Libertà e dissidenza: due concetti da rinnovare
Ciò che rimane da questa lettura è l'irriducibilità del pensiero di Giordano Bruno, tanto eretico e premonitore da riverberare nei secoli e ispirare il grande autore del Novecento. Più che un percorso lineare è stato un viaggio atmosferico, vagabondo come può essere il passo di un flaneur, in accordo con l'indole di Joyce, che aveva come città della propria anima la ventosa Trieste, che agita tutto col suo vento. Roma invece gli risulta una città ostica, troppo clericale; nel libro Dedalus. Ritratto dell'artista da giovane, c'è un riassunto conciso di ciò che si muove nell'animo dello scrittore, circondato da un'Irlanda bigotta con cui rifiuta di identificarsi:
“Quando un'anima nasce in questo paese le vengono gettate delle reti per impedire che fugga. Tu mi parli di religione, lingua e nazionalità: io cercherò di fuggire da quelle reti”.
C'è un profondo richiamo a una libertà totale, che sicuramente ha trovato un'affinità intellettuale nel pensiero del filosofo di Nola. Andando incontro, nel 2022, alla celebrazione del centenario dalla pubblicazione dell’Ulisse, l'ultima riflessione che facciamo è su come questo libro ci racconti anche di un rifiuto radicale, quello di ogni univoca interpretazione dell’esistente, e dell’importanza della dissidenza. Anche oggi siamo invitati a ricalibrare e rinnovare il concetto di dissidenza, soprattutto alla luce della realtà che viviamo.
CASA EDITRICE: Luca Sossella Editore
AUTORI: Enrico Terrinoni e Vittorio Giacopini
COLLANA: Numerus
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021
PREZZO: euro 15,00