Elvira Vigna, NIENTE DA DIRE, Gran Vía Edizioni

Elvira Vigna, una delle maggiori autrici brasiliane contemporanee, ha all’attivo trentasei pubblicazioni, tra le quali si annoverano i libri per bambini e ragazzi scritti e illustrati negli anni dell’esordio letterario, romanzi, racconti e saggi. Niente da dire (2010) è il suo ottavo romanzo, il primo a essere tradotto e pubblicato in Italia, portato in libreria il 23 febbraio dalle edizioni Gran Vía.

Niente da dire è il racconto minuzioso e sofferto di una vita intera messa in discussione dall’adulterio. La protagonista senza nome del romanzo scopre per caso la relazione clandestina del suo compagno Paulo con N., una conoscenza comune, anch’ella sposata, esponente di un universo sociale altro rispetto ai due, una femminilità dirompente che non ha nulla a che fare con il contegno da intellettuale progressista della narratrice. Il suo racconto si muove lungo alcuni assi ideali – la relazione extraconiugale, il rapporto socialmente riconosciuto benché non convenzionale, il ricordo della lotta contro la dittatura, il presente lavorativo, le differenze di genere – che conducono a un’analisi profonda dell’agire e del sentire di una persona che si scopre all'improvviso essere nient'altro che un cliché. 

Una donna tradita che indaga almeno un quarantennio della sua vita, scandagliando le ore e i giorni trascorsi nei dodici mesi in cui il tradimento non solo si è compiuto, ma si è ripetuto, alla ricerca di una comprensione totale degli accadimenti – anche i più infimi – dai quali lei è stata esclusa; delle motivazioni che hanno condotto il compagno a ignorarla come mai avrebbe creduto; delle conseguenze; del valore politico della possibilità di scelta. Ma anche un elenco inesauribile di parole, canzoni, storie andate perdute per sempre, e il ritratto impietoso di una donna che si sgretola e scompare. «Non esistere per Paulo fu solo un rapido preambolo a non esistere per me stessa.»

Con uno stile realistico che non risparmia gli atti e le parole più triviali, e allo stesso tempo esprime tutta la dolcezza dell’amore ferito, Elvira Vigna descrive e scruta ossessivamente la relazione tra due persone mature che si perdono e si ritrovano senza sosta, lei resistendo alle infinite varianti di una storia montata e rimontata mille volte, lui sostenendo paziente il fuoco di fila delle domande ripetute giorno e notte. Il tutto in un Brasile lontanissimo dai luoghi comuni, tra due città – San Paolo e Rio de Janeiro – che, come le case abitate e poi lasciate, restano sospese, in attesa di un ritorno alla normalità per nulla scontato, ma possibile.

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