DESCENDER vol. 1: Stelle di latta, Bao publishing

«Dio? Non credo, Dottor Quon… è una macchina»

In un’imprecisata epoca futura, l’uomo ha valicato i confini della Terra, giungendo a colonizzare (assieme ad altre razze aliene) un insieme di nove pianeti costituenti il Consiglio Galattico Unito, in cui la presenza di androidi al servizio dell’uomo per i compiti più disparati è ormai realtà di tutti i giorni.

Sembrerebbe l’incipit di alcuni fra i più classici racconti di fantascienza robotica, se Jeff Lemire, scrittore e sceneggiatore canadese fra i più talentuosi del panorama fumettistico degli ultimi anni, non scombinasse le carte in tavola con l’arrivo di nove colossali androidi: grandi come ognuno dei pianeti che attaccano, inceneriscono la stragrande maggioranza degli abitanti per poi sparire misteriosamente.

Da questo momento (e siamo appena alle prime pagine) il lettore rimane incollato a ogni tavola, seguendo le vicende del Dottor Jin Quon, guru della robotica nel Consiglio precedente all’attacco e di Tim-21, bambino-robot da compagnia che sembra avere un misterioso rapporto con gli androidi responsabili del genocidio. I due, un androide e il suo creatore, si muovono in un Consiglio Galattico devastato, pervaso da un irrazionale fanatismo anti-robot, chiara allegoria di sentimenti di analoga paura di cui sono vittime soggetti decisamente umani nel mondo attuale.

I motivi del successo di Jeff Lemire (è attualmente in forza alla Marvel Comics, dopo aver scritto  storici personaggi della DC comics, come la Justice League e Animal Man) è perfettamente confermato da questa sua prova, dove il ritmo incalzante non è minimamente rallentato dall’ottimo approfondimento dei personaggi: questo, condotto con abile parsimonia, contribuisce attraverso tanti piccoli interrogativi alle domande fondanti dell’intera vicenda: chi sono i giganteschi Mietitori, da dove arrivano e che rapporti hanno con il piccolo Tim-21?

Condivide il merito di un fumetto così ben riuscito il disegnatore Dustin Nguyen. Dai suoi inizi contraddistinti da un tratto un po’ legnoso (su titoli dell’etichetta Wildstorm), il disegnatore vietnamita ha successivamente affinato uno stile peculiare che raggiunge qui un perfetto compimento: associare la natura morbida e artigianale dell’acquerello su carta ruvida a un soggetto fantascientifico è già una sfida di per sé, ma Nguyen la stravince sin dalla prima tavola.

Aggiungere particolari significherebbe forse compromettere una lettura coinvolgente, nella quale consigliamo di inoltrarsi in perfetta solitudine, magari resistendo alla tentazione di leggerlo tutto d’un fiato per godersi ogni episodio come una serie tv (sicuramente ad alto budget), dal momento che dovremo aspettare un po’ per leggere il secondo volume.

Complimenti infine alla Image, che lasciando completa libertà agli autori, investe su proposte innovative e originali, venendone ripagata (vedi il successo di The Walking Dead) e complimenti a Bao Publishing che ha proposto al pubblico italiano un prodotto scritto e disegnato benissimo, in un’ottima veste grafica.

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