"Meglio bruciare in una fiammata che spegnersi lentamente" diceva Kurt Cobain, ironizzando, se vogliamo, sulla quasi sempre tragica fine di tutte le stelle più brillanti del rock. Qui non si parla di chi ha provato a salire sul podio, a scalare le classifiche mondiali o riempire la mensola della cameretta di premi, ma di chi ha consacrato, o dissacrato, la sua vita al rock, morire per essere immortali. È quindi questo che Massimo Cotto, giornalista e voce storica di Virgin Radio, cerca di affrontare nella sua ultima opera letteraria "Decamerock, ribellioni, amori, eccessi dal lato oscuro della musica", edito da Marsilio Editore e pubblicato a febbraio 2020.
Massimo Cotto, radiofonico per vocazione, vanta un curriculum invidiabile che ne fa un vero esperto musicale soprattutto dell'insieme stravagante e scandaloso del mondo Rock.
Ha scritto vari volumi su Leonard Cohen e pubblicato Le lacrime di Bob Marley (2004), Everybody’s Talking (2007), Il grande libro del Rock (e non solo) (2011) e We Will Rock You (2012).
Su Virgin Radio conduce «Buongiorno Dr. Feelgood e Mr. Cotto» e «Rock Bazar». Il Decamerock è la seconda pubblicazione con Marsilio editore.
Ma, posticipando un attimo il contenuto del libro, la prima cosa che colpisce è sicuramente il titolo, Decamerock, un chiaro riferimento al Decamerone di Giovanni Boccaccio, ma come mai questa pretesa così alta?
Vediamo sicuramente delle somiglianze nella struttura delle due opere, entrambe composte da 100 storie, o novelle, che fanno riferimento a una morale spesso comune o a due contrastanti, come la Fortuna e la Natura per Boccaccio.
Come l'opera del poeta trecentesco, Cotto ci accompagna nella lettura delle storie che sono contenute in 10 macro sequenze, dieci nottate, appunto, che racchiudono le vite disastrate di musicisti, artisti, registi e gente dello spettacolo a suo modo rock.
Avventurarsi nel Decamerock è una passeggiata in una foresta buia, piena di mostri pronti a sbranare quel briciolo di energia positiva che ci è rimasto in questo periodo particolare.
Le sue pagine sono unte di malessere, rabbia e frustrazione.
Le anime raccontate da Cotto, le loro vite maledette, vengono concentrate in capitoli molto brevi che comunque permettono al lettore di empatizzare con questi personaggi.
Quale sia la vera finalità dell'opera però non è chiaro; infatti, seppure la vita di un artista sia imprescindibilmente legata alla sua arte, nel rock più che in ogni altro genere, non bastano poche pagine per apprezzarne il talento o per capire la sua filosofia.
Ci si avvicina però a una prospettiva nuova perché, come dice lo stesso autore "…il rock è un eterno mistero. Così lontano dalle certezze, così vicino alle apparenze. Semplice nella forma (una struttura ritmica basica e immediatamente riconoscibile sulla quale si possono innescare, ovviamente, infinite varianti) ma difficile da definire nel contenuto. […] Il rock non lo puoi definire."
La scrittura è asciutta, semplice e chiara e non aggiunge peso emotivo alle storie raccontate, il che direi che è un bene.
Un lavoro sicuramente folle, quello di mettere insieme tutte queste storie per capire la linea comune e andare a delineare le fondamenta di un genere musicale così complesso, ma l'obiettivo non può essere raggiunto riportando solo la fine tragica di un artista.
C'è un invito, molto apprezzabile, che l'autore fa al lettore nell'introduzione al testo: "Sono storie diverse e tocca a voi mettere a fuoco il momento in cui smettono di essere racconti e diventano, in qualche modo, canzoni", ed effettivamente in alcune storie emerge la poesia, la vera natura artistica e autodistruttiva di certe figure: altri tempi, altre tempre.
EDITORE: Marsilio Editore
AUTORE: Massimo Cotto
COLLANA: Contemporanea/Cartabianca
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO: 17, 00 €