Eravamo presenti all' Arena Robinson de La Repubblica, dove si è svolta la presentazione di Cinzia, l'ultima fatica di Leo Ortolani. presenti all'evento, oltre all'autore, il moderatore Luca Valtorta e la scrittrice Licia Troisi, autrice della prefazione del volume, ma soprattutto fan di Rat Man, amica di Leo Ortolani e fra i primi motivatori del progetto dedicato a Cinzia.
È proprio Licia Troisi, opportunamente “leopardata” data l’occasione, a cominciare, raccontando di come da tempo facesse un ‘pressing’ su Ortolani per dedicare una storia allo straordinario personaggio di Cinzia, presente fin dalle primissime storie di Rat Man.
Nata come semplice gag alla fine del primo albo del personaggio, Cinzia viene recuperata dall’autore quando la serialità permette di creare una continuity interna alle storie di Rat Man. Ex postino, folgorato da un fortuito bacio del supereroe, diverrà transessuale e vera femme-fatale della serie, subendo un’evoluzione meta-letteraria da macchietta a presenza fissa, caratterizzata, imprescindibile negli sviluppi delle trame, talvolta unico vero personaggio veramente invincibile all’interno di un cast di eroi – o presunti tali – più o meno ‘super’.
L’ingombrante continuity di Rat Man (120 numeri più svariate storie speciali) è un elemento da cui l’autore prescinde per Cinzia: la storia riguarda lei e solo lei, senza particolari riferimenti alla serie.
Troisi e Valtorta sottolineano come, nonostante il tema delicato, l’approccio di Ortolani non sia politicamente corretto né tantomeno agiografico: l’autore stesso dice di essere ironico per primo con sé stesso e sostiene che la vera libertà per un autore comico sia di giocare con gli stereotipi – ridendo, e non deridendo, sostiene – senza pensare troppo a eventuali suscettibilità. Ma d’altronde, come ricorda lo stesso Ortolani, stiamo parlando di qualcuno che in passato ha mescolato in una storia comica La Passione di Cristo con I Mercenari di Sylvester Stallone.
Nonostante la vena dissacrante, l’approccio ad una tematica delicata è stato guidato dalla certezza di non poter mancare di rispetto al personaggio, che più che una figlia, dice Ortolani, è quasi una propria estensione. L’idea di dedicare una storia a Cinzia, presente da quasi trent’anni nelle storie di Rat Man, più che una dimostrazione di coraggio – come molti gli hanno attribuito – è la naturale evoluzione di una prima incoscienza, piuttosto: quella di inserire un trans nel cast fin dall’89.
Proprio l’amore per il personaggio ha portato l’autore a documentarsi e, a una rassegna di cinema trans a Bologna, è entrato dapprima in contatto con la Libreria Igor, specializzata in letteratura LGBT e successivamente con il Movimento Identità Trans (MIT), per cercare pareri sulle prime stesure dell’opera, ricevendo un bonario diktat: poter leggere la storia finita prima della pubblicazione.
Il giudizio del MIT (e della vice – presidente Marilù Di Martino) è stato decisamente positivo, innanzitutto per un motivo che probabilmente qualsiasi affezionato lettore di Rat Man conosce: Cinzia è un personaggio vincente, che non si arrende mai.
Ma soprattutto, il personaggio è inserito in una bella storia, a tratti un musical – un La La Land trans, per dirla con Ortolani – o una classica commedia d’amore americana, affatto condizionata nei suoi stilemi e meccanismi dalla natura della protagonista. A tal proposito viene citato anche Un anno senza te, graphic novel di Luca Vanzella e Giopota, come esempio di storia d’amore che funzionerebbe perfettamente anche in un contesto diverso da quello omosessuale cui fa riferimento.
In Cinzia, sottolinea Licia Troisi, c’è una perfetta commistione fra il registro più comico e le parti più riflessive, che si sposano perfettamente nella loro necessarietà ai fini del racconto, cosa non facile da ottenere se non si è autori consapevoli dei propri mezzi.
E l’elemento più riflessivo, appunto, viene spesso sottolineato nella storia con le sequenze che dipingono il problema, attualissimo per molti trans, dei colloqui e della ricerca del lavoro, dove si è spesso costretti a mostrare un documento che rappresenta una persona che non si è.
Una delle lotte portate avanti dalle associazioni trans è infatti quella per un più semplice rilascio di un nuovo documento d’identità, che in Italia tuttora avviene solo a transizione fisica completa, una cosa che, come ben sa chi è vicino alle tematiche LGBT, non è sempre la fine prestabilita del percorso di ogni trans o l’inevitabile completamento del cambio di genere. E, anche quando intrapreso, è un processo la cui riuscita può essere compromessa da complicazioni, lasciando molti trans in una situazione intermedia che non può essere ignorata sotto il profilo giuridico.
Chiude la presentazione una riflessione dello stesso Ortolani sull’attualità delle tematiche relative ai diritti LGBT nell’epoca che stiamo vivendo, dove una recrudescenza di razzismo, sessismo e intolleranza sembra mettere a repentaglio conquiste, nemmeno del tutto compiute, che si davano per scontate. La visione dell’autore è una speranza: che tutto ciò sia l’atto di ferocia di un animale morente, che è più rabbioso perchè messo all’angolo, proprio dalla storia e dal progresso dei diritti.