Le foto qualificate come le più significative nell’ambito del fotogiornalismo dell’anno 2018, sono in mostra in questi giorni nell’autorevole spazio del Palazzo delle Esposizioni in “WORLD PRESS PHOTO 2018” dal 27 Aprile al 27 Maggio 2018. Una selezione di 137 foto su migliaia di proposte di fotografi di tutto il mondo esaminate e scelte dalla Fondazione World Press Photo di Amsterdam, che da più di 60 anni premia le più valevoli, considerandone il valore etico ed estetico. Come specifica Lars Boering, direttore generale della Fondazione olandese, queste foto sono valutate, controllandone la veridicità e valutando nel complesso la straordinaria capacità di riuscire ad illustrare una storia, attraverso la sintesi di un unico istante catturato dalla sensibilità del fotografo.
Presente all’inaugurazione, anche Francesco Zizola, il pluripremiato fotogiornalista e antropologo, autore di svariati libri sulla fotografia e direttore artistico dell’agenzia 10bphotography, che da sempre sostiene, con appassionata veemenza che “nel fotogiornalismo la credibilità è tutto”, proprio in contrasto al tentativo politico di portarci a credere che tutto sia un fake, con il pericoloso intento di depotenziare la denuncia, relativizzare la storia e i suoi documenti. Mentre lui sostiene che la fotografia di qualità è «uno dei pochi linguaggi capaci di mantenere ancora una relazione, seppur problematica e complessa, con la realtà.» Riguardo l’esposizione romana di quest’anno dichiara: «Sono presenti foto notizie che raccontano storie di esseri umani e situazioni ambientali che spesso proprio gli essere umani riescono a violare e violentare»
Nella grande stanza a pareti bianche del Palazzo delle Esposizioni, le foto sono esposte ad altezza d’uomo per accompagnare il percorso dei nostri occhi dentro l’esperienza di 45 storie. Grazie a questi scatti sensibili e temerari conosciamo storie sensazionali e lontane dalla nostra quotidianità, che ci catapultano nella realtà globale, in ciò che avviene al di fuori della nostra relativa visione della vita. Tra le tante, la foto di Adam Ferguson, Australia: ritrae ragazze giovanissime, fuggite dall’organizzazione terroristica Boko Haram, che le aveva rapite per obbligarle a suicidarsi facendosi esplodere per propaganda religiosa; o quella di Thomas P. Peschak, Germania: Pinguini africani fotografati nello stesso luogo di una foto di 130 anni prima, per mostrare il progredire della loro estinzione; o anche quella di Heba Khamis, Egitto: una madre che pratica, con strumenti casalinghi, l’usanza di appiattire il seno delle figlie, per evitare loro troppo presto lo stupro e gli avanzamenti sessuali. E tante altre storie straordinarie leggibili dai soggetti, dalle inquadrature e dagli insiemi magistralmente catturati da questi obiettivi che ritraggono il mondo.
Notevoli i progetti dei tre fotografi italiani presenti alla presentazione romana: Francesco Pistilli, vincitore del terzo premio nella sezione “General News”, espone “Lives in Limbo”, la documentazione fotografica della assurda condizione di vita dei rifugiati, bloccati a Belgrado per l’inasprimento della cosiddetta rotta balcanica verso l’Unione Europea. Lui stesso racconta: «Questi uomini erano stati definiti “uomini uccello” per le coperte grigie date dalle ONG che, saltuariamente li assisteva, posate sulle spalle a mo di mantello che li rendeva spettri che si aggiravano tra accampamenti in magazzini abbandonati e gelidi, piedi di topi e rifiuti, senza acqua, né cibo, né servizi igienici.»
Fausto Podavini, vincitore del secondo premio della sezione “Long-Term Project” con il suo progetto “Omo Change”, iniziato nel 2011 e terminato nel 2017, dove documenta la drammatica trasformazione del territorio e delle popolazioni della valle dell’Omo, in Etiopia, dopo la costruzione della più grande centrale idroelettrica dell’Africa, la diga Gibe III. Il fotografo romano, vuole richiamare l’attenzione su quanto questi importanti interventi umani sulla natura, possano mettere a rischio l’equilibrio uomo-ambiente e indurre a povertà e malessere intere popolazioni.
Presente all’inaugurazione anche Alessio Mamo, vincitore del secondo premio della categoria “People”, con la sua “Manal, War Portraits”, il ritratto di una bambina di 11 anni, vittima dell’esplosione di un missile a Kirkuk, in Iraq, che vive in ospedale in Giordania e per diverse ore al giorno deve indossare una maschera che la protegge dalla luce del giorno, a causa delle gravi ustioni riportate e dei numerosi interventi chirurgici subiti.
Fotografi determinati a raccontare le verità immediate di sguardi, lacrime e sorrisi; o di territori sconfinati che cambiano pericolosamente le loro forme e la loro natura o anche di paure e intelligenze che cambiano il mondo.
Una mostra da non perdere quindi, per capire e apprezzare, il privilegio di essere informati e emozionati dalle storie del mondo, attraverso questo specchio che ci regala il fotogiornalismo di qualità del WORLD PRESS PHOTO, e che noi visitatori possiamo condividere e affiancare empaticamente dalla nostra comoda condizione di vita, per riuscire a vederla anche più fortunata di quello che tendiamo a credere.
Foto copertina/Foto 2: FINALISTA PER LA FOTO DELL'ANNO 2018. Title: Boko Haram Strapped Suicide Bombs to Them. Somehow These Teenage Girls Survived. © Adam Ferguson, for The New York Times. Caption: 21 September 2017 Aisha (14) stands for a portrait in Maiduguri, Borno State, Nigeria. After being kidnapped by Boko Haram, Aisha was assigned a suicide bombing mission, but managed to escape and find help instead of detonating the bombs. (ITA: Aisha, 14 anni, a Maiduguri, Nigeria, 21 settembre 2017. Aisha è riuscita a scappare dai miliziani di Boko Haram che l’avevano rapita.)
Foto 1: Title: WORLD PRESS PHOTO OF THE YEAR, Spot News first prize storiesVenezuela Crisis © Ronaldo Schemidt, Agence France-Presse Caption: 3 May 2017 José Víctor Salazar Balza (28) catches fire amid violent clashes with riot police during a protest against President Nicolas Maduro, in Caracas, Venezuela. ITA José Víctor Salazar Balza, 28 anni, durante gli scontri con la polizia antisommossa in una protesta contro il presidente Nicolás Maduro, a Caracas, in Venezuela, 3 marzo 2017
Foto 3: GENERAL NEWS STORIES Title: Lives in Limbo © Francesco Pistilli Caption: 12 – 17 January 2017 The tightening of the so-called Balkan route into the European Union stranded thousands of refugees attempting to travel through the country to seek a new life in Europe. Many spent the freezing Serbian winter in derelict warehouses behind Belgrade's main train station. (ITA La chiusura della cosiddetta rotta balcanica verso l'Unione europea ha bloccato migliaia di rifugiati che tentavano di viaggiare attraverso il paese per cercare una nuova vita in Europa. Molti hanno trascorso il gelido inverno serbo in magazzini abbandonati dietro la stazione ferroviaria principale di Belgrado. 12-17 gennaio 2017)
Foto 4: LONG-TERM PROJECTS Title: Omo Change © Fausto Podavini Caption: 24 July 2011 – 24 November 2017 The Omo Valley region in Ethiopia is an extremely fragile natural environment that is home to approximately 200,000 inhabitants of many diverse ethnic groups. This area is changing rapidly as a result of the construction of the Gibe III Dam, which is having a severe environmental and socio-economic impact on the region. (ITA La regione Valle dell'Omo in Etiopia è un ambiente naturale estremamente fragile che ospita circa 200.000 abitanti di molti gruppi etnici diversi. Quest'area sta cambiando rapidamente a seguito della costruzione della diga Gibe III, che sta avendo un grave impatto ambientale e socio-economico sulla regione. 24 luglio-24 novembre)
Palazzo delle Esposizioni – Via Nazionale, 194 – 00184 ROMA
27 Aprile 2018 – 27 Maggio 2018
Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10:00 alle 20:00
Venerdì e sabato: dalle 10:00 alle 22:30
Lunedì chiuso.
L’ingresso è consentito fino ad una ora prima della chiusura