SFINGE in scena al Teatro Studio Uno fino al 2 aprile, si propone come un racconto scarso di parole ma saturo di pensieri e suoni primordiali che fanno riscoprire allo spettatore delle sensazioni che il mondo di oggi fatica ad accogliere. L’attrice, nonché fautrice e regista dello spettacolo dalla compagnia Arcalòh, propone un viaggio che supera i limiti di tempo e spazio alla ricerca del significato profondo della figura della Sfinge, di questa mitologica guardiana che risiede nel nostro inconscio più tetro e che l’uomo moderno decide di evitare e con essa la sua essenza di umano.
Lo spettatore viene inizialmente immerso in un buio lungo e silenzioso alla quale segue la coreografia contemporanea della solista. Tutta la rappresentazione è accompagnata da suoni di vario genere, non sempre in sintonia con la danza contorta dell’attrice, che trasmette tutta la sua arte su uno sfondo diviso fra luci e ombre.
La danza segue ritmi diversi, mostra allo spettatore tutto il lavoro dei muscoli sfruttati che riconducono a sensazioni talvolta fastidiose di dolore, di fatica e angoscia. L’enigma della sfinge si rivela solo in prossimità dell’unico oggetto presente in scena; un uovo, forse, che risplende dorato richiamando l’attenzione dell’attrice.
Tutto rimanda alla genesi dell’uomo, alla ricerca spasmodica di un contatto con qualcosa di elevato, qualcosa che faccia finalmente spiccare il volo all’essere terreno e immobile, sofferente.
SFINGE, grazie soprattutto alle abilità di Melissa Lohman, tramette la fatica che si prova ad affrontare la propria Sfinge, madre di tutti i misteri della vita, ma anche essere a metà. La sofferta incompletezza della Sfinge, in quanto essere a metà fra i grandi poli del materiale e del divino, è il grande tema che qualifica l’opera.
Da una parte la maternità, l’origine e le radici che ci trattengono e ci incatenano alla vita mortale, dall’altra il volo libero che supera il concetto di materia, al centro una figura stanca ma insistente, una Sfinge sempre pronta a ricominciare una sofferenza infinita e ciclica che è il suo mistero.
Chi è Melissa Lohman?
Melissa Lohman è una performer/danzatrice di New York City. Lavora primariamente come solista ed è coreografa delle sue performance. Laurea in belle arti, School of Visual Arts, NYC 2000. Studia danza contemporanea, tecnica Simonson, balletto classico, danza Afro-Caraibi, yoga, Noguchi taiso e danza butoh. Dal 1995 si esibisce come performer, danzatrice e musicista in diversi club e teatri a NYC, tra i quali: The Living Theater, The Knitting Factory, CBGB’s, Webster Hall, UCB Theater. Attualmente vive e lavora a Roma. Nel 2011 e 2012 partecipa alla rassegna internazionale di danza butoh Trasform’azioni presso il Teatro Furio Camillo e il Teatro dell’Orologio di Roma. Nel 2013 lavora con Marcello Sambati nello spettacolo "Esitazioni" e nello stesso anno fonda la compagnia Arcalòh insieme al performer Flavio Arcangeli. Recentemente Melissa ha preparato la coreografia site-specific “Corpo Estraneo" per Piazza del Campidoglio con cinque danzatrici in collaborazione con l’artista/architetta Bryony Roberts. Il progetto è parte dell’esibizione "Studio Systems" presso l’Accademia Americana di Roma.
Dal 24/03/2017 al 02/04/2017
SFINGE – Residenza
Luogo : Teatro Studio uno via Carlo della Rocca, 6
Città :Roma
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Tel: 349-435 6219
su questo e su tutti gli spettacoli in cartellone
Residenza 2016-17 Teatro Studio Uno
COMPAGNIA ARCALO’H
di e con Melissa Lohman