NORA OLTRE IL SILENZIO @ Cometa Off: il sussurro urlante della vittima di un femminicidio tra le parole di una cultura che normalizza l’abuso

Fino al 19 Novembre 2017, nell’ambito del Progetto Nora per le Scuole e le Università contro la violenza di genere e nel Progetto GoCcE dell'Associazione Differenza Donna, in scena al Cometa Off di Roma, uno spettacolo che dà voce alla vittima di un femminicidio. Tema scottante e amaro da raccontare per uno spettacolo che lascia attoniti di fronte all’invisibile ed inconsapevole complotto delle relazioni esterne, che costringono alla donna uccisa dal proprio amore, a tornare come spirito per urlare il proprio dolore.

Nora è il fantasma di una donna uccisa dal marito, dopo un grande e insospettabile amore, un figlio che li ha uniti e resi felici e la conquista di una posizione sociale privilegiata. Lei parla alla coscienza dell’avvocato del marito, che si prepara a presentare l’arringa finale del processo. Lui è combattuto e cerca di trovare la forza per difendere un atto ignobile, ma che nel profondo della sua stessa cultura gli appartiene, in quanto uomo. Deve gestire, infatti una moglie che probabilmente lo tradisce, o, semplicemente è presa dalla sua carriera più che dalle mansioni di madre e moglie. Ha anche una figlia, Lucia, che adora e che protegge dalle storie del suo lavoro, senza riuscire a placare, però, la sua legittima curiosità. Soprattutto quando Lucia conosce Ada, la madre dell’imputato, che irrompe in casa dell’avvocato perché in ansia per il processo del giorno dopo. La lettura del diario personale della vittima, consegnato da un anonimo all’avvocato, aiuterà Lucia a trovare l’ardore della solidarietà verso la vittima e cercare di convincere il padre ad andare contro l’etica professionale che gli impone la difesa del suo assistito.

Il Tema è quello del femminicidio e del problema di come la nostra cultura consideri “normali” dei comportamenti e delle terminologie che sono invece soprusi essi stessi e avvisaglie di una escalation che porta all’annichilimento delle donne.

Flavia Germana de Lipsis interpreta una Nora bella, sopraffatta e arrabbiata, ma dolce. Utilizza una mimica coordinata alla parola e all’emozione che riesce a raccontare l’essere affranta dalla sua dipartita e la voglia di gridare l’ingiustizia in maniera tecnicamente quasi impeccabile, ma che non squarcia il cuore come dovrebbe. L’attento uso della tecnica professionale stona con la sporcizia che imbratta l’anima del dolore e del sopruso. Così come Lida Ricci che interpreta Lucia, la giovane figlia dell’avvocato: accademica nella dizione e gradevole nella prossemica, ma distante dall’interpretazione del vero pericolo, del rischio di appartenere a quell’ignaro popolo di donne di “belle speranze”.

Daniela Bracci interpreta Ada, la madre dell’imputato in maniera credibile, forse proprio perché siamo tutti naturalmente abituati al genere di ragionamenti che lei fa in quanto madre e suocera, e lei li interpreta con naturalezza, nella parola e nella gestualità. Manca, però, il rimarcare il paradosso del conflitto tra donne in tragedie come queste: donne che vengono uccise da uomini partoriti da donne. Il motivo, forse, è da leggere nella regia al maschile di Bruno Cariello, regista, e interprete molto debole, di un’altra analisi importante da elaborare: il maschio maltrattante. Non è lui direttamente che maltratta, ma ne dovrebbe interpretare il conflitto e la scomoda radice; non facendolo, relega l’argomento alla cronaca nera con l’effetto di far credere che sia una storia lontana dalla vita dello spettatore. Alcune rare, ma importanti descrizioni dell’autrice della drammaturgia sono smarrite nella esemplificazione delle interpretazioni, così come nella scelta dei costumi e della scenografia. L’abbigliamento contemporaneo e quotidiano degli attori fatica a perimetrare ed evidenziare l’importante concetto narrato su un palcoscenico; vuole descrivere evidentemente l’attualità del problema, ma non lo colora di rosso sangue come meriterebbe.

Sul palcoscenico gli attori, sempre presenti, si alternano su varie sedute, illuminati quando sono protagonisti. Due tavoli pieni di accessori di scena non coordinati tra loro, sembrano descrivere all’inizio, due ambienti diversi, ma, più tardi, si scopre che appartengono invece alla stessa casa. L’insieme così, disperde la necessità di incorniciare il buio e la nebbia delle anime dei personaggi.

Lo spettacolo propone quindi un argomento difficile da trattare dove forse, in questo caso, è necessaria la scelta registica di Cariello di non sconvolgere troppo. Ma è pericoloso non riuscire a suggerire quali sono gli strumenti di identificazione del pericolo, soprattutto quando si confondono in mezzo a quello che crediamo amore. Una storia rappresentata dovrebbe servire a focalizzare la modalità del morbo subdolo dell’abuso e della vessazione che ci può aiutare a combattere il femminicidio.

Info
Personaggi ed interpreti

Nora – Flavia Germana de Lipsis
Guido – Bruno Cariello
Ada – Daniela Bracci
Lucia – Lida Ricci

TEATRO COMETA OFF – via Luca della Robbia, 47 – Roma Info e prenotazioni: Tel. 06.57284637 www.cometaoff.it

ORARIO SPETTACOLI
– Sabato 18/11 ore 21, 00
– Domenica 19/11 ore 18,00

Ufficio Stampa e Comunicazione: Stefania Cioccolani

e-mail: noraoltreilsilenzio@mail.com

Facebook: @noraoltreilsilenzio

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