Un palco semivuoto, ove compaiono solo degli armadietti e dei mobili vecchi, consumati dall'uso, tipici degli uffici di qualche tempo fa. All'improvviso, con un tonfo inaspettato, viene fuori da ogni mobile un attore, che, incatenato da lacci invisibili, si dispera, piange, chiede pietà.
In questa scena iniziale è riassunto tutto lo spettacolo PER METTERE UNA BANDIERA SUL MURO che la giovane compagnia “Francesca Caprioli” ha allestito e che il 20 giugno è andato in scena al teatro “Ridotto” del Mercadante di Napoli, nella sezione “Fringe” del Napoli Teatro Festival.
Lo spettacolo è ispirato al romanzo “Il Castello” di F. Kafka, scritto nel 1922 e pubblicato postumo nel 1926. In quest’opera, come in tante dello scrittore ceco, il protagonista, un uomo di nome K., si ritrova in una situazione labirintica e soffocante, schiacciato da uno Stato e da una società ostile che ostacolano tutte le sue ambizioni.
L’allestimento, curato dalla sapiente mano della regista Francesca Caprioli, mira a sottolineare, fin da subito, l’effetto divorante di uno Stato “mangia persone”: la scenografia sinistra di Bruno Buonincontri che riempie il palco dall’inizio alla fine dello spettacolo, la musica inquietante di Stefano Caprioli, accentuata dai rumori improvvisi e costanti che gli attori generano battendo la mani sugli armadietti, le migliaia di carte burocratiche che vengono lanciate in aria e che opprimono, lasciano senza fiato sia il signor K. sia il pubblico che assiste.
Gli attori entrano e escono dai mobili, come mangiati e sputati da questi uffici in cui lavorano e soffrono, in un mondo dove niente ha un senso, in un cui le persone vivono come marionette governate da un’autorità oscura e invisibile, che permea interamente lo spazio; la cifra espressionista che regge tutto l’impianto della messa in scena è funzionale al contesto sociopolitico che si vuole rappresentare, perché genera sul palco un incantesimo malvagio, una spirale di disperazione che devasta lo spazio, prende tutto e tutti, e in particolare avvolge K., il protagonista dell’opera, interpretato dal talentuoso Flavio Francucci.
Gli altri attori, Gabriele Abis, Alberto Melone, Simone Borrelli, Laurence Mazzoni, Eleonora Pace, Paola Senatore, tutti molto bravi, alternano delle interpretazioni singole a dei contesti corali, in cui sembrano folletti malefici di una società congegnata appositamente per soffocare l’umanità delle persone.
Ogni personaggio, per sopravvivere, si aggrappa disperato alla sua unica certezza: il ruolo sociale (di impiegato, di sottosegretario, di sindaco) che ha nella società infernale; non perché il proprio lavoro serva a qualcosa, ma solo perché esso è l’unica àncora che può restituire un barlume di senso in un mondo assurdo. L’interpretazione parossistica degli attori, che sostengono uno spettacolo architettonicamente complesso anche dal punto di vista fisico, restituisce il desiderio forte dei personaggi di voler trovare una logica nel villaggio senza tempo e senza spazio in cui vivono e da cui non possono uscire.
Lo spettacolo mette in evidenza quanto sia importante l’influenza che il contesto sociopolitico ha sulla vita di ciascuno. K., in ogni caso, pur annaspando, fa di tutto per non soccombere e il suo sorriso disperato, la sua forza di volontà estrema nel mondo orwelliano in cui, suo malgrado, si trova a vivere, commuovono e fanno riflettere. Da vedere.
PER METTERE UNA BANDIERA SUL MURO
Compagnia Francesca Caprioli
Drammaturgia e regia Francesca Caprioli
Con Gabriele Abis, Alberto Melone, Simone Borrelli, Flavio Francucci, Laurence Mazzoni, Eleonora Pace, Paola Senatore
Musiche Stefano Caprioli
Scenografie Bruno Buonincontri
Costumi Antonella De Iorio
date 20, 21 giugno ore 19:00
durata 2h
luogo Ridotto del Teatro Mercadante