Il testo di Jean Luc Lagarce, autore francese tra i più rappresentati al mondo, sbarca a Roma sotto la regia di Marco Carniti e con la brillante traduzione di Gioia Costa. A dare vita (o morte) all’opera un trio di attori composto da Sandra Collodel, Sebastian Gimelli Morosini e Dario Guidi. Appuntamento interessate,MUSIC-HALL in scena al Teatro Brancaccino dal 16 al 19 novembre.
MUSIC-HALL è uno spettacolo che parla di sé. È la storia di un’opera che si ripete, si adatta e cambia fino ad arrivare a sgretolarsi su se stessa. I tre attori sono incastrati nella storia: una ragazza, ormai troppo segnata dal tempo, e i suoi due boys, due ragazzi trovati come sostituti dei precedenti attori e corrotti dall’illusione del mondo dello spettacolo.
I tre attori si trovano a dar vita sempre alle stesse scene: la ragazza deve camminare dal fondo della scena verso il pubblico per poi sedersi, i ragazzi devono provare passi di danza e intonare sempre la solita canzone. Un ciclo continuo di azioni sempre più stanche e umiliate. I teatri che ospitano l’opera, sperduti nel nulla, sono privi di spazio, luci, dello sgabello su cui si deve sedere “la ragazza” ma soprattutto di pubblico. È un’opera a cui hanno negato tutto, anche le critiche.
L’ingresso in scena, lo sgabello, gli abiti, la canzone registrata sembrano i cardini su cui si sostiene l’intero spettacolo e vengono continuamente schiacciati dalle ristrettezze dei mezzi.
La scena nasce nel corso della rappresentazione.
I due ragazzi allestiscono le luci e pongono al centro del palco lo sgabello, quello delle giuste dimensioni, con la giusta altezza, quello pensato quando la scena era ancora un’idea. Gli attori indossano gli abiti, si truccano, e così si chiude il sipario del metateatro e inizia il tanto agognato spettacolo. Il nuovo sipario si apre però su corpi desolati che si perdono nei passi e nelle parole. Sono spaesati sulla scena, vittime del loro stesso inganno, recitano una non storia, la storia di una storia che sta lentamente decadendo.
L’intero spettacolo procede con un ritmo molto lento, scelta azzardata ma decisiva poiché funzionale al significato dell’opera. Stancandosi delle ripetizioni anche lo spettatore riesce ad entrare nel meccanismo alienante installato negli attori.
La messa in scena è molto comunicativa, gli attori riescono ad entrare in condivisione con il pubblico, non facendo pesare la lentezza e la ripetitività del testo.
Un’opera davvero ben riuscita, che ha affrontato le complessità e le aspettative che il testo portava con sé.
Info:
MUSIC-HALL
Di Jean Luc Lagarce
Traduzione di Gioia Costa
Regia Marco Carniti
Con Sandra Collodel, Sebastian Gimelli Morosini e Dario Guidi
16/11/17-19/11/17 Teatro Brancaccino, via Mecenate, 2, Roma