"Misery" uno dei maggiori successi di Stephen King: pubblicato nel 1987, diventa un vero e proprio cult quando nel 1990 esce nei cinema la versione diretta da Rob Reiner con le incredibili interpretazioni di James Caan e Kathy Bates. È con grande curiosità che siamo andati a vedere MISERY, spettacolo che ha debuttato lo scorso martedì al Teatro Sala Umberto e che resta in scena fino al 1 dicembre 2019.
Alla regia ritroviamo Filippo Dini che interpreta anche Paul Sheldon, lo scrittore protagonista della pièce.
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MISERY: da Stephen King allo spettacolo del Sala Umberto: l'interpetazione fra i punti forti
Paul è diventato famoso grazie a una serie di romanzi incentrati sulla figura di Misery Chastain. Durante una tempesta di neve in Colorado ha un grave incidente con la macchina e viene salvato da Annie Wilkes, infermiera e sua ammiratrice “numero uno”. Annie cura Paul in casa sua, lo aiuta a rimettersi ma la situazione precipita quando scopre che Misery, la sua eroina, muore nell’ultimo romanzo della serie. La sua cura diventa controllo, sadismo, perversione in una spirale che sembra chiudersi sempre più mortalmente su Sheldon.
Lo spettacolo trova principalmente la sua forza in due elementi distinti ma che si sostengono a vicenda, rafforzando così quella sensazione di trappola perfetta che sta per schiacciare la vittima prescelta.
Il primo è l’interpretazione degli attori.
Filippo Dini riesce a creare un personaggio schietto e immediato,dando ampio respiro agli aspetti più taglienti e ironici. Sono notevoli i suoi piani d’ascolto e i momenti in cui, solo in scena, rimane immobile, intrappolato non solo fisicamente a cause delle ferite, ma soprattutto mentalmente. Paul infatti sa che per sopravvivere non può non accontentare la sua carnefice: deve ridare vita a Misery, altrimenti rischia di morire. La libertà creativa così fondamentale per un autore viene meno, non ci sono vie d’uscita. A fare da contraltare è Arianna Scommegna, che nel ruolo di Annie dà prova delle sue incredibili qualità. Oltre a tenere i ritmi dello spettacolo, riesce ad accompagnare lo spettatore attraverso tutti gli stati d’animo di Annie: dolce e premurosa, disperata, ironica, crudele, manipolatrice e potremmo andare avanti ancora a lungo perché la Scommegna offre uno spettro vitale così ampio che è difficile riuscire a descriverlo.
A rendere ancora più convincente il suo lavoro su un personaggio così famoso è la scelta di mantenere la cadenza lombarda nel parlato: per noi spettatori, Annie diventa così una creatura terrena, sanguigna, con un passato alle spalle che si percepisce ancora più profondamente attraverso una lingua colloquiale e domestica.
L’unione di questi due attori in scena è un meccanismo chirurgicamente orchestrato che riesce a ottenere il massimo nei momenti più grotteschi, che in più di una occasione strappano una risata al pubblico presente in sala.
MISERY al Teatro Sala Umberto: la forza della scenografia
Il secondo elemento cui facevamo in precedenza riferimento è la scenografia e non possiamo che fare i complimenti a Laura Benzi che ha creato un congegno scenico efficace e pregno di significato. La casa di Annie diventa un ulteriore protagonista. È un ambiente squadrato, prospetticamente irregolare, posto su una piattaforma rotante che girando mostra gli ambienti che lo compongono: la camera dove Paul è prigioniero, la cucina vecchia e muffita, il corridoio stretto e claustrofobico che divide la camera dalla cucina, l’esterno in legno dove compare lo sceriffo (interpretato da Carlo Orlando) che indaga sulla sparizione del celebre scrittore.
La rotazione dell’ambiente da un lato ricorda il movimento della macchina da presa, poiché conduce il pubblico in sala negli spazi della storia in modo dinamico e avvolgente, dall’altro aumentando la sua velocità enfatizza la psicosi di Annie che prende piede. La situazione sta sfuggendo di mano e la piattaforma rotante sottolinea e amplifica la sensazione di angoscia che pervade la scena.
A ciò si aggiunge il gioco eccellente orchestrato dalle luci, quasi mai dirette e invasive. La scelta di adoperare principalmente tagli freddi sottolinea ancora di più l’atmosfera di finta tranquillità della casa di Annie.
MISERY al Teatro Sala Umberto: un'interpretazione originale della vicenda
Tutto lo spettacolo procede in modo godibile anche se bisogna avvisare i fan di Misery che qui abbiamo un modo diverso e profondamente originale di interpretare la storia: non è un thriller ad alta tensione, come forse si aspettano in molti. In questa versione, abbondano i momenti ironici, grotteschi che alleggeriscono il senso di oppressione e danno nuova linfa al rapporto fra Sheldon e Annie. E questo a riprova dell’autonomia e dell’originalità del teatro come luogo creativo per eccellenza.
Unico appunto è il finale: pur essendo necessario a completamento della storia, appare forse un po’ troppo lungo e instaura un rapporto diverso con il pubblico che forse può rimanere spiazzato da un cambio di linguaggio così marcato.
MISERY
Di William Goldman
Dal romanzo di Stephen King
Con Arianna Scommegna, Filippo Dini, Carlo Orlando
Traduzione: Francesco Bianchi
Scene e costumi: Laura Benzi
Luci: Pasquale Mari
Musiche Arturo Annecchino
Assistente alla regia: Carlo Orlando
Regia: Filippo Dini