L’ONORE PERDUTO DI KATHARINA BLUM @ Teatro Eliseo: la donna, l’uomo e il fango

In scena fino al 15 dicembre al teatro L’ONORE PERDUTO DI KATHARINA BLUM dal romanzo di Heinrich BÖll con l’adattamento di Letizia Russo (già autrice di FILOTTETE e SE CI SEI BATTI UN COLPO) e la regia di Franco Però: uno spettacolo complesso, estremamente dinamico ma mai veloce, dove i registri narrativi puntano sul ritmo e su un energia costante, vivace senza essere mai soffocante.
I movimenti di scena sono, puliti, chirurgici senza sbavature, funzionali costantemente alla trama. L’atmosfera è metallica, ma non fredda, e la recitazione sceglie un registro moderno e naturale, senza gli eccessi aulici e di prosopopea di un certo teatro. Il testo del 1974 risulta in questo modo estremamente attuale, conciso, pregnante, la coralità e i monologhi della protagonista sono perfettamente equilibrati, nulla prevarica sull’altro, tutto è funzionale nell’ottica dell’insieme.

Germania 1974: KATHARINA BLUM una vittima di fake news

La narrazione, seppur scritta e ambientata nella Germania del 1974 è estremamente attuale e per certi versi profetica di una certa macchina del fango dei nostri giorni. La protagonista è una donna, Katharina, irreprensibile sul lavoro, fedele e prudente, rigorosa, severa con se stessa. Una vita all’apparenza banale, solitaria, dedita al lavoro. Un ballo di carnevale, un vestito rosso, e un incontro energico, passionale e appassionato con un uomo, per così dire sbagliato, un piccolo criminale sospetto terrorista. Ma basta una sola notte per far emergere l’amore fedele e totalmente dedito e sprovveduto della donna. Si innamora, immediatamente e follemente, protegge il suo uomo, rischia tutto per il suo uomo, un individuo visto solo per poche ore. La vita della donna viene messa al microscopio dalla polizia e dai giornali. La stampa scandalistica, senza pudore e senza ritegno genera un mostro di menzogne, fake news, cattiverie e malvagità gratuite. La vita della donna, una tranquilla donna, viene trasformata dal nulla in quella di una femmina dai facili costumi, una comunista, una traditrice. Il passato della donna riemerge e viene sconvolto, travisato, trasformato, il mostro viene creato, generato e servito, pronto da sbattere in prima pagina e da dare in pasto ai moralisti che giudicano senza conoscere.
Ma Katharina è forte, moderna, intelligente si difende con lucida passionalità. Intorno a lei gravitano personaggi di varia natura, antagonisti e gente che la difende con coraggio e fedeltà. Fino al tragico finale.

KATHARINA BLUM: la regia forte, pulita di Franco Però

La complessità di questa narrazione viene snellita da una regia forte, pulita. La scenografia angolare e metallica, taglia in obliquo il palcoscenico e attraverso un sapiente gioco di luci, dai toni sempre freddi, permette di creare in contro luce nuovi spazi, nuovi ambienti senza però creare distrazione o confusione nello spettatore.
La narrazione può svolgersi così su diversi livelli e su diverse profondità, in maniera sinergica e contemporanea. Uno spazio moderno e attuale, dove spazio interno ed esterno si fondono senza disorientare. Il gioco delle pareti movibili genera aria, respiro e rende fluida la scena. Gli attori si muovono in maniera corale, consapevole, limpida. Nulla deve emergere mai sull’altro, tutto è di servizio alla storia, in un’ottica di grande rigore e pulizia. Ne risulta così una pièce estremamente gradevole, di forte impatto visivo e di grande attualità.

Fin dove deve spingersi una donna, capace di amare, per difendere il suo onore? E perché l’uomo deve abusare costantemente del suo essere maschio, forte, ricco, senza scrupoli per ottenere ciò che vuole?

KATHARINA BLUM: lucidità, consapevolezza e modernità di una donna

È uno spettacolo dove il maschile e il femminile sono in perenne antitesi, dove la donna sceglie il coraggio e la forza dei sentimenti, se stessa e l’uomo sceglie l’abuso, la prevaricazione, la viltà, la macchinazione.
La psicologia di ogni personaggio è ben definita, le sfumature quando esistono sono sempre nette e organiche. Quello che colpisce è il grande ritmo dello spettacolo sostenuto, forte ma arioso, a tratti ironico, che tiene incollati alla poltrona per quasi due ore, senza mai annoiare, senza mai condurre alla distrazione.
È uno spettacolo dove anche la drammaticità diventa snella, fluida, pur non perdendo di potenza. Non ci sono eccessi neanche nella disperazione. Tutto viene contenuto, dosato, ridotto ai minimi termini. Il messaggio arriva allo spettatore diritto come un fendente ma senza ferirlo. Tutto è estremante lucido, consapevole, dinamico, moderno, decisamente lontano dal trash attuale che tanto ci inorridisce, ci spaventa, ma contemporaneamente ci attrae e ci rende succubi della parte oscura dell’essere umano.

L’onore perduto di Katharina Blum

Dal romanzo di Heinrich Böll
Adattamento Letizia Russo
con
Elena Radonicich
Peppino Mazzotta
e la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia:
Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana,
Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos
 
Scene Domenico Franchi
Costumi Andrea Viotti
Luci Pasquale Mari
Regia Franco Però
 
Produzione TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
TEATRO STABILE DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE
TEATRO STABILE DI CATANIA

 

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