Le Kung-Fu@Piccolo Teatro Grassi Milano

Un’esperienza nuova vedere recitare Dieudonné Niangouna, regista, attore e scrittore congolese (Brazzaville/Repubblica del Congo, 1976) che ha vissuto il dramma della guerra civile e che per ricostruire il suo io e la sua terra dilaniati e dolenti non è fuggito dai luoghi in cui ha provato le conseguenze della colonizzazione e gli orrori delle ostilità.
Definito “Il vulcano del Congo”, Niangouna è direttore scenico del Festival di teatro Mantsina-sur-scène della sua città natale dopo avere dato vita a un “teatro di strada” con un nuovo linguaggio provocatorio, esplosivo e devastante e avere creato nel 1997 a Brazzaville con suo fratello Criss “La Compagnie Les Bruits de la Rue”. Oltre che in patria il successo gli arride anche in Europa.

Dotato di un’energia vitale straordinaria e di una velocità stratosferica nel raccontare in un francese arricchito da espressioni orali se stesso attraverso lo spettacolo Le Kung-Fu – creato nel 2014 durante una residenza d’artista ai Laboratoires d’Aubervilliers – in cui si fondono teatro e cinema in virtù di alcuni video di volta in volta ricreati con la collaborazione di persone comuni nelle varie città in cui ha presentato quello che definisce ‘monologo partecipato’, Dieudonné Niangouna mette in scena la sua pièce diversa e d’impatto al Piccolo Teatro Grassi solamente venerdì 2 e sabato 3 ottobre 2015 nell’ambito della manifestazione “La Francia in scena” finalizzata a Expo 2015 e con la collaborazione de Il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

Il singolare titolo fa riferimento al Kung-Fu, complesso di arti marziali cinesi protagoniste di un genere di film da cui Dieudonné è attratto durante la propria infanzia quando – in un Congo straziato dalla guerra e con le sale cinematografiche chiuse – riesce a vedere film di ogni genere portati dalla Francia dal padre (professore di francese) che li vede insieme al figlio sognando di farne un cineasta dopo averlo mandato a specializzarsi in Cina nella tecnica dei monaci Shaolin. 
In seguito alla scomparsa del padre nessuno di questi progetti si realizzerà anche perché Dieudonné amante del cinema, si rivela versato per lo scrivere compiendo un percorso che lo porta dal cinema alla lettura, alla scrittura e al teatro a tutto tondo.

Uno spettacolo franto come il racconto di una vita convulsa e comunque lontano dalla modernità razionale occidentale e connotato da una forte fisicità perché secondo Dieudonné “È il corpo che parla, il corpo è parola”.

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