L'ABISSO @ Teatro Arena del Sole: per chi è dall'altra parte della vita

Davide Enia, attore e scrittore palermitano, ha portato in scena al Teatro Arena del Sole di Bologna L'ABISSO, spettacolo nato dall'urgenza di trattare un tema che lo tocca per esperienza diretta: l'immigrazione. Il dramma dei naufragi nel Mediterrano, rivelatori del nostro naufragio sociale e culturale, e ci riporta all'umanità che resta, ma che va coltivata senza dar nulla per scontato.
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Il drammaturgo, attore e regista, già conosciuto per Italia-Brasile 3 a 2 e Scanna, e vincitore di diversi premi, uno per tutti il Premio Gassman come miglior talento emergente italiano (2006), ha pubblicato il romanzo “Così in terra” (nel 2012) testo tradotto in addirittura diciotto lingue e pubblicato in tutto il mondo. Però, è dal suo secondo romanzo, intitolato “Appunti per un naufragio”, che Enia prende spunto per narrare tramite il mezzo del teatro la tragedia dei naufragi a cui si assiste a Lampedusa. Un giorno come gli altri, con in più un'intuizione, come una frustata improvvisa lungo la schiena.
Bisognava andare a Lampedusa, bisognava vedere e parlare dei naufragi, di chi è dall'altra parte della vita.
Ci racconta che si poteva pensare che fosse il moto di orgoglio del sentimento della fine imminente a far urlare il proprio nome ai ragazzi che stavano affogando, sarebbe stato comunque legittimo nella disperazione, ma non è così: è per avere una identità che si grida il proprio nome, lo si grida in mare, mentre si affoga, con l'ultimo fiato rimasto, affinché quel grido possa arrivare alle proprie famiglie, affinché i sopravvissuti possano dire ai famigliari rimasti a casa chi devono piangere.

Enia è un artigiano della parola e del gesto, un atleta delle emozioni, accompagnate da una musica evocativa, mai didascalica né banale, creata su misura dal suo compagno di scena. Enia è accompagnato dalla musica scritta apposta per lo spettacolo di Giulio Barocchieri, che dal 2004 è il suo compositore personale nonché performer insieme a lui sul palco. Tutto è perfettamente armonizzato tra loro, frutto della sintonia di quindici anni di lavoro insieme.

Le esperienze dirette, personali e famigliari, prima portate su carta prendono vita in scena, dove Enia si racconta e racconta gli altri personaggi del romanzo della sua vita, facendosi portavoce dell'umanità di tutti e lo fa con un enorme lavoro di pulizia dei gesti e delle parole, con un minuzioso lavoro sul corpo, sul dettaglio, sempre a servizio del messaggio, di una ragione più alta.
Al centro di tutto il cunto, che basterebbe di per sé, e la musica, che è anche essa significato, in armonia con le parole, un attore e un musicista riempiono una scena spoglia, illuminata molto semplicente ma satura del loro intenso sentire, del loro emozionarsi ed emozionare.

Il primo sbarco di Enia, 523 persone terrorizzate, i loro corpi sono la storia, dalla fuga alla fame, dalle botte in Libia al mar Mediterraneo, piccolo e chiuso, ma peggiore degli oceani perché particolarmente aggressivo per i naviganti: è un mare pericoloso per chi è attrezzato, figuriamoci allora per chi equipaggiato non lo è. E in parallelo al dramma dei migranti, la sua famiglia, il viaggio a Lampedusa col padre, gli amici di una vita, lo zio, il profumo della mentuccia per non sentire l'odore della morte, chili di marmellata di arance preparati nella cucina di Roma, per non pensare, per non affrontare il dolore. Enia condivide liberamente la vita sua tutta, in un fluire di immagini rapide e sincere ci fa sentire con lui. 

Asciutto e mai eccessivo, il suo stile è asciugato, non drammatizza la tragedia, sarebbe facile e in certa misura quasi giustificabile quando si trattano temi così delicati, ma lo spettacolo non cede e ci lascia, nonostante il dolore, nella leggerezza di una ingenua e sincera ironia il triste racconto, che dura troppo poco e restano la voglia e la necessità di ascoltare ancora.

È un naufragio collettivo il nostro, anche se non tutti ne sono consapevoli, veniamo tutti da uno sbarco. Chi è da questa parte della vita ha il dovere di parlare di chi non lo è più, Enia si fa messaggero di questo dovere, scende nell'abisso e ci accompagna con lui, fino a riemergere.

 

Info:
L'ABISSO
di e con Davide Enia
musiche composte ed eseguite in scena da Giulio Barocchieri
spettacolo tratto da Appunti per un naufragio (Sellerio Editore)
produzione Teatro di Roma, Teatro Biondo Stabile di Palermo, Accademia Perduta/Romagna Teatri
in collaborazione in collaborazione con Festival Internazionale di Narrazione di Arzo
Teatro Arena del Sole
10 febbraio 2019
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