Nell’attesa che la documentazione concernente la richiesta di inclusione nella lista UNESCO del patrimonio culturale intangibile (ICH, intangible cultural heritage) del culto di San Gennaro giunga al destinatario, il suo tesoro, che luccica nella sua inestimabile tangibilità, rivela le sue innumerevoli e sorprendenti storie attraverso la più recente tecnologia nel campo della comunicazione.
Il 28 novembre 2019 è stato infatti lanciato un progetto di valorizzazione del tesoro, frutto della sinergia dei soggetti coinvolti nei vari aspetti della sua realizzazione: il Museo del Tesoro di San Gennaro, la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Kuwait Petroleum Italia S.p.A. (Q8), lo storico dell’arte Philippe Daverio e l’azienda ETT S.p.A.
Senza alcun costo aggiuntivo al prezzo del biglietto (tariffa intera €6, se acquistata in loco), il visitatore del museo può ora avvalersi della guida multimediale interattiva, noleggiandola in versione tablet direttamente dal museo, o scaricandola sul proprio smartphone dai principali stores, sotto il nome Guide Tesoro San Gennaro (FOTO 1).
Realizzata dall’azienda ETT S.p.A. specializzata dal 2000 nel settore dei new media, la guida, articolata nei due macro contenuti Mappa e Lista, si snoda nell'esistente percorso espositivo, in 20 tappe che coprono, su due piani (piano 0 e piano 2), diversi Points Of Interest (POI) del ricco tesoro, nonché della Cappella dell’Immacolata, dell’Antisacrestia, e della Sacrestia di Luca Giordano (1634-1705). Ad ogni tappa, selezionando la rispettiva opera, si può accedere ad un contenuto multisensoriale – corredato da un sottofondo musicale originale ed arricchito di immagini – in cui Philippe Daverio dà voce all’approfondita ricerca storico-artistica e alle numerose storie di fede, umanità, maestranza orafa ed arte antica, racchiuse in questo splendente e sfarzoso patrimonio.
Il contenuto audio di ogni tappa ha una durata massima di 2 minuti e 42 secondi, ad eccezione della Mitra gemmata e del Reliquiario del sangue, che superano di poco i 3 minuti, portando la durata totale della visita ad un minimo di 50 minuti circa, inclusa l’introduzione del direttore.
Come spiega Valeria Pizziol di ETT S.p.A., la guida si avvale di beacons – piccoli trasmettitori wireless a bassa frequenza, che si servono della tecnologia Bluetooth per inviare contenuti informativi, tramite notifica push, ai dispositivi che si trovano nelle vicinanze del beacon medesimo, ed hanno quindi il vantaggio di non dipendere da una connessione in rete – e della funzionalità dell’augmented reality (AR), realtà aumentata, che attiva contenuti aggiuntivi a quelli già accessibili tramite la guida, attraverso i cosiddetti markers. I sei markers nel museo, che sono identificati da un’immagine e dalla dicitura AR+, sia sulla guida che accanto all’opera (FOTO 2), sono attivati avvicinando il dispositivo mobile (tablet o smartphone) sull’immagine, che poi il software decodifica ed a cui associa un contenuto speciale, non attivabile all’esterno del museo.
L’umile ma inconfondibile logotipo giallo del museo – che rievoca la mitra del patrono di Napoli, come dipinto da Francesco Solimena nel 1702 (FOTO 3) – appare nel dispositivo mobile arricchito dalla vicinanza di un particolare della preziosissima mitra (FOTO 4), realizzata con 3.694 gemme, esclusivamente diamanti, smeraldi e rubini, su 18 kg d’oro e argento dorato, dall’orafo Matteo Treglia tra il 1712 ed il 1713.
Sorprendentemente, Napoli figura al primo posto nella graduatoria di variazione dei flussi turistici nelle città d’arte italiane con uno strabiliante +108,7% di turisti nel periodo di riferimento 2010-2018; in particolare, +81,7% di italiani e +138,2% di stranieri. La guida, anche in linea con il sito web del museo, ha tenuto conto dei visitatori stranieri, ed è dunque disponibile anche in lingua inglese (con un leggero accento americano).
L’alone di mistero che aveva circondato il tesoro, aveva anche stimolato l’immaginazione del regista Dino Risi, che nel 1966 scrisse e diresse il film dal cast internazionale, Operazione San Gennaro. Considerato i numerosi secoli trascorsi nei quali il tesoro è stato inaccessibile, nei pochi anni in cui è stato esposto, ha fatto passi da gigante per farsi conoscere e recuperare il tempo perduto. Il Museo del Tesoro di San Gennaro è infatti nato il 9 dicembre 2003, grazie alla passione e dedizione del primo ed attuale direttore, dott. Paolo Jorio – che ha sentito come missione della sua vita quella dell’apertura di una struttura museale che potesse esporre “l’inestimabile patrimonio di fede, di cultura e di arte che era nascosto da secoli” – e all’iniziativa della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Per mantenere la promessa fatta a San Gennaro di costruire una cappella per le sue reliquie, se il santo, vescovo e martire, avesse fatto cessare le calamità che affliggevano Napoli, il 13 gennaio 1527 “venne definito il patto tra il santo e la sua città: l’atto fondativo prevede che la Cappella è di proprietà della città di Napoli e che la sua amministrazione è affidata a un governo laico, senza interferenze della Chiesa.” Così nacque la Deputazione, un ente sui generis, composto da 12 membri, due rappresentanti di famiglie nobili per ciascuno dei sei antichi sedili (rioni) di Napoli.
Infine, questo progetto di valorizzazione non sarebbe stato possibile senza il contributo di Kuwait Petroleum Italia S.p.A. L’amministratore delegato Giuseppe Zappalà, spiega come l’azienda abbia deciso, tramite il progetto ‘Energie per Napoli,’ di dare un impulso alla crescita della città attraverso il coinvolgimento delle giovani energie napoletane presenti nelle sue università e l’individuazione di progetti legati alle esigenze e alla promozione del territorio: “Siamo lieti di aver contribuito a valorizzare il Museo del Tesoro di San Gennaro, perché oltre ad essere il più pregiato e vasto al mondo, il tesoro appartiene ai napoletani e la storia di Q8 in Italia è strettamente legata al territorio partenopeo. Proprio il rapporto storico-culturale che esiste tra il museo e la città ci ha convinti a proporre questo intervento e a inserirlo in 'Energie per Napoli' un ampio progetto che ha l'obiettivo di identificare e realizzare attività utili alla crescita sociale, culturale ed economica del territorio partenopeo. La valorizzazione del Museo del Tesoro di San Gennaro è il primo passo di questo percorso”.
Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente.
Ígor Stravinskij
MUSEO del TESORO di SAN GENNARO
Indirizzo Via Duomo, 149 – 80138 Napoli NA
Tel +39 081 294980
Cell +39 3661319973 – 3341580250
Email Biglietti prenotazioni@museosangennaro.it
Email Info info@museosangennaro.it
Aperto dal lunedì al venerdì 9:00-16:30 (ultima entrata prima delle 16:00)
sabato e giorni festivi 9:00-17:30 (ultima entrata prima delle 17:00)
Martedì 24/12/2019 9:00-13:30 (ultima entrata prima delle 13:00)
Mercoledì 25/12/2019 9:00-13:30 (ultima entrata prima delle 13:00)
Giovedì 26/12/2019 9:00-18:00 (ultima entrata prima delle 17:30)
Martedì 31/12/2019 9:00-13:30 (ultima entrata prima delle 13:00)
Mercoledì 01/01/2020 10:00-18:00 (ultima entrata prima delle 17:30)
Lunedì 06/01/2020 9:00-18:00 (ultima entrata prima delle 17:30)
Info Il museo dispone di rampe di accesso per persone disabili.
LINKS UTILI
Museo del Tesoro di San Gennaro – avvisi
Museo del Tesoro di San Gennaro