La Fleur, il fiore proibito @ Controchiave/Con la maschera tutto è lecito

Nuove date a Roma per lo spettacolo “La Fleur” in scena dal 5 luglio fino al 23 luglio 2017 in scena presso lo spazio di Controchiave (Via Libetta1/a, Roma), il noir immersivo ispirato a Scorzese, Coppola e Tarantino.
In collaborazione con l’associazione culturale Controchiave, Teatro Studio Uno, Cinecittà World, Accademia delle belle arti di Frosinone e il Circolo degli Illuminati. Prodotto da Projec XX1. Ecco a voi, a grande richiesta, “Il fiore proibito”.

L’intera vicenda è ambientata ai giorni nostri e allo stesso tempo possiede un tocco retrò. La famiglia Andolini ha aperto un nuovo club esclusivo nel centro di Roma, una famiglia potente che gestisce un traffico illegale di droga, soldi e prostituzione finalizzati al puro e semplice "divertissement" dei suoi ospiti paganti. L’apertura del nuovo locale pare essere fondata su un omicidio il quale viene continuamente insabbiato dai componenti della famiglia, ma non dalla poliziotta e i suoi complici che in ogni momento della caotica vicenda, sono pronti a cogliere anche il minimo particolare per incastrare gli Adolini e costringerli a chiudere definitivamente quel covo di vipere. Tra dissidi fraterni e paterni, ricatti passionali e tunnel di sostanze illegali, continua in questo modo la storia dei vari personaggi, fin troppo impegnati nei loro loschi affari per accorgersi che la polizia ha già trovato una pista che segnerà la loro fine. La trama costruita su una ventina di personaggi/attori sembra appartenere in alcuni casi anche agli spettatori i quali, chi timidamente chi no, agiscono all’interno della scena, credendo di avere un ruolo, ma venendo essenzialmente spostati come marionette in balia di un ordine superiore.

La scena della performance di La Fleur, non richiama la tipica idea dell’andare a teatro. Qui non esiste la poltrona numerata per ogni spettatore e non esiste la sicurezza e il riparo di quella linea sottile che separa molto spesso il pubblico dal proscenio.

Qui, ogni persona partecipante è realmente immersa in una massa indefinita di volti coperti da claustrofobiche maschere bianche di plastica. Lo spazio oltre ad essere caotico, è sviluppato su almeno tre livelli dove lo spettatore può agire liberamente: il primo è il piano che lo spettatore deve salire per raggiungere la biglietteria e aggiudicarsi la sua maschera, (forse è quest’ultima la sua reale fonte di protezione al pari di una poltrona in platea); il secondo è il piano dove la maggior parte dell’azione si svolgerà nell’arco di tre lunghe ore. Dopodiché esiste la terrazza sulla quale avviene una sorta di presentazione da parte dell’avvocato Andolini, il quale spiega accuratamente le regole, perché si, ci sono delle regole per poter partecipare al meglio all’azione e soprattutto, per lasciarsi andare ai comuni freni inibitori, grazie all’ausilio della propria fedele compagna: la maschera. Questa accompagnerà l’intero spettacolo: non si può togliere e non si può parlare.

L’unico spazio “neutro” dove si può conversare, ballare ed esibirsi a volto scoperto è la stanza in fondo al corridoio definita “club”, dove si può bere e assistere alle performance vocali piuttosto scadenti delle attrici. Per quanto riguarda l’azione si deve specificare che ogni scena viene ripetuta fino a quattro volte poiché, essendo gli attori sparsi su più piani, lo spettatore potrebbe perdersi qualche passo importante finalizzato alla totale comprensione dell’intreccio che si concluderà con un omicidio. L’illuminazione è statica per ogni stanza. A seconda dell’utilità, ogni camera presenta colori, temperature e odori diversi. La musica spazia da cover di Cole Porter fino a vecchi dischi di Frank Sinatra. Spesso ci si imbatte nella “spacciatrice” della storia chiamata “Hippie”, che in preda anch’essa all’euforia causata da una sostanza chiamata “il coniglio bianco” continua a proporre al pubblico di acquistare da lei la droga. Improvvisamente si creano delle bische nella sala del blackjack interrotte dall’irrompere della poliziotta nella stanza. E così via per tuta la serata, tra minacce e ricatti, lap dance improvvisate intorno ad una sedia con uno spettatore preso a caso dal pubblico, si svolgono i reali fatti della storia…

Il tema della maschera attanaglia chi la deve indossare. Nonostante la partecipazione si avverte una sensazione di inadeguatezza costante. Nessuno sa realmente cosa fare in tutto quello spazio. Qualcuno si lascia andare, qualcuno è infastidito. Essenzialmente la maschera appare come l’unico importantissimo elemento scenico nonostante ci siano altri oggetti che caratterizzano gli spazi. La maschera nasce in origine con lo scopo di rendere molto più espressivo il corpo privato dei tratti somatici. Invece in “La Fleur” serve per celarsi dietro ad un anonimato, utile per agire secondo leggi che non si comprendono o che non fanno parte della nostra morale etica. Serve per trasgredire e per non essere riconosciuti dai propri amici o compagni, dagli attori e da se stessi. Tutto è lecito nel nuovo locale romano, esclusivo per pochi ma accessibile a tutti. L’azione è completamente libera in questa esperienza immersiva dove si può esplorare, rincorre fisicamente l’azione per non perdersi niente.

Lo spettatore prima di acquistare il biglietto, può decidere di partecipare con un accesso “premium” o “standard” con la differenza che nel primo, si avrà la possibilità di essere coinvolto nella performance attraverso modalità differenti da quelle del pubblico “standard”.

Info:

Drammaturgia: Riccardo Brunetti e Francesco Formaggi

Regia: Riccardo Brunetti

Performer: Adriana Gallo, Adriano Salieri, Alberto Mosca, Alessandro D’Ambrosi, Alessandro Di Somma, Alfredo Pagliuca, Annabella Tedone, Anna Maria Avella, Azzurra Lochi, Chiara Capitani, Costanza Amoruso, Daniele Califano, Diego Migeni, Elisa Poggelli, Elisabetta Mandalari, Gabriella Indolfi, Giulia Scenna, Matteo Cirillo, Matteo Minno, Riccardo Brunetti, Sandra Albanese, Sarah Nicolucci, Silvia Ferrante, Valeria Marinetti

Staff: Filippo Cavicchioni, Marta Chiogna, Emanuele De Simone, Paola Caprioli,Felice David, Ascanio Modena Altieri, Emmanuele Mazzuca, Claudia del Gatto, Fabiana Reale, Emiliano Trimarco, Amanda Lochi

Costumi: Sandra Albanese Sarta: Rosanna: Notarnicola Responsabile maschere: Silvia Ferrante 

Responsabile set-up: Anna Maria Avella Responsabile bleeding:  Alfredo PagliucResponsabile Premium: Valeria Marinetti

Responsabile performer: Azzurra Lochi

Allestimento: Project XX1 e Accademia delle belle arti di Frosinone Tecnica: Project XX1 Locandina: Eugenio Sicomoro Grafica e logo: Marta Chiogna

Aiuto grafico: Giorgia Garbuggio, Roberta Avella, Hélène Calandi Aiuto immagini: Iyas Jubeh

Aiuto Allestimento: Donato Marrocco e Giorgia Amoruso Aiuto Logistica: Claudia Benedetti Michelangeli Ingegnere: Matteo Minno

Foto: Luisa Fabriziani Regia video: Alessandro D’Ambrosi Operatori: Riccardo Riande e Ugo Piva Fotografia Video: Leone Orfeo 

Performer Addizionali: Alessandro Londei, Benedetto Farina, Guido Rossi, Rogger Rios Lopez, Matteo Poggelli, Emiliano Trimarco, Giuseppe Caprioli, Felice David

Ingresso: standard 18 euro premium 30 euro

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