Non già dall'alto di un sontuoso trono, bensì adagiato su di un comodo lettone che occupa il centro del palco, il re protagonista dello spettacolo IL BREVETTO DELL'ANIMA in scena in questi giorni al Teatro Agorà di Roma fino al 25 ottobre, porta avanti un delirio tra sonno e veglia, che alterna preoccupazione per le sorti a venire del proprio regno e visioni più o meno fantastiche relative all'esistenza in generale, a partire dall'annuncio di un presunto complotto, di una presunta congiura, ai danni della sua persona.
Le personalità che lo attorniano a corte non possono che destare preoccupazione, personaggi poco affidabili e altrettanto poco decifrabili. Una teutonica moglie regina, austera, ben distante, con la sua coroncina adagiata su una torre di capigliatura quanto lei imponente, dal marito mezzo scomposto in abiti da camera, al quale si rivolge balbettando incomprensibili vocaboli, con ghigno sardonico e modi autoritari. Due cortigiani, Tic e Duc, che sono la parodia di Stanlio ed Ollio e simbolo di una certa stupidità umana probabilmente, costantemente in errore rispetto ai tempi ed alle esigenze delle richieste del sovrano. Gioffa del Quinterlengo, ovvero Teresa la sveltina per come il re l'ha conosciuta, promessa sposa al suo unico figlio ed erede destinatario, Samuel. Samuel appunto, che racchiude in sé tutta l'ingenuità che può esserci in un uomo, sempliciotto, credulone, apparentemente un po’ tardo o forse solo totalmente inesperto della vita. A sconvolgere gli equilibri in scena e la vita di tutti, soprattutto quella del re dunque, giunge il buffone Alan Bicco, musicatore di facezie, che, tra disimpegnati motti di spirito e più pungenti parole, finisce per toccare l'animo del giovane Samuel, illustrandogli come muovere le proprie decisioni e le conseguenti azioni tenendo ben bilanciati i tre motori relativi a testa, cuore ed istinti carnali. Solo da un'armonia dei tre può derivare un brevetto dell'anima, capace di condurre l'esistenza in equilibrio tra le sue componenti, pur sempre conservandone alla base quella buona dose di ironia e demenza che la storia in scena vuole farne da sostrato.
La regia di Luciano Capponi, autore dello spettacolo, coordina una compagnia, quella dei Birbi, composta da sette attori, i quali risultano mossi da una travolgente forza propulsiva, carica di ironia, stupidità ed interessante caratterizzazione linguistica che più qualifica il registro significativo dello spettacolo aratterizzato proprio dalla commistione di dialetti e modulazioni del linguaggio, come se i componenti della corte appartenessero a dimensioni spazio-temporali e stilistiche totalmente distinte l'una dall'altra. Viene allora da pensare che di una corte ad emblema della varietà di personaggi che della vita fanno parte si tratti. Ad essa fa da coscienza esterna la figura di un alieno, nelle vesti di una donna siciliana, che appare in video sulla parete posteriore del palco, distogliendo di tanto in tanto l'attenzione dello spettatore dal delirio al quale è chiamato a d assistere.
La criptica pièce rappresentata, in bilico tra atmosfera surreale e nonsense, invita in fondo a riflettere sull'importanza del conservare una certa dose di consapevolezza relativamente alle componenti base della vita, così come dell'estetica. Nello sfarzo di abiti sontuosi e fiumi di parole e ridondanze, ciò che non perde di valore, ad esempio, è il significato di una virgola, che sia una, messa al posto giusto, come quella elemosinata dal re a sua moglie, perché una virgola al posto giusto, banale, scontata, necessaria, resta una delle elementari, rassicuranti certezze della vita. “Il brevetto dell'anima” resta in scena al Teatro Agorà fino al 25 ottobre.
COMUNICATO STAMPA
Luciano Capponi autore e regista indubitabilmente “di frontiera”, considerato da molti un autore post contemporaneo per la sua capacità di rilanciare la mente al di là dei propri ostacoli, torna al Teatro Agorà di Roma con un nuovo travolgente spettacolo: "Il brevetto dell'anima". Dopo lo straordinario successo di pubblico che gli ha permesso, lo scorso anno, di registrare il sold out per due settimane con "Il Vasetto di Pandora" (vedi la nostra recensione), il regista e autore sarà in scena dall' 1 al 25 ottobre con un cast di sette attori.
Daniele Aldrovandi, Lollo Frizza, Giulio Brando, Valentina Scorsese, Bessy Bang, Stefano D'Angelo e Penny Brown, sono loro i protagonisti della nuova storia nata dalla penna di Capponi.
Siamo nel Medioevo e chissà se storico o delle coscienze. Non lo sa il Re, non lo sa la regina, vagamente i cortigiani e un po’ Samuel, il figlio sprovveduto del Re.
Poi c’è Gioffa, dai facili costumi, travestita da suora angelicata, che mira al letto del figlio del Re. Uno con le idee chiare c’è, ed è Alan Bicco, il buffone di corte. È lui che stravolge gli equilibri vetusti e stantii della corte consentendo al Re di morire in pace e al figlio di sedersi al trono con un nuovo cipiglio e forse una nuova coscienza.
Commedia? Dramma? Tragedia? Farsa?
Di tutto un po’ e il sapore finale riflette la commistione di questi generi.
Un fantasy epocale, nella ripetizione umana e ossessiva degli stereotipi, dei luoghi comuni e delle sciocchezze di sempre, per non parlare delle violenze.
Il brevetto dell’anima sembrerebbe essere l’esame finale dopo aver superato altri brevetti strettamente collegati a quella catena inossidabile dell’idiozia umana.
Niente di mistico o di trascendentale, la cipolla di Bertoldo vige e traccia la via nella semplicità e nel buon senso.
Virtù estremamente rare, ieri oggi, domani.
dal 1° al 25 ottobre 2015
IL BREVETTO DELL'ANIMA
di Luciano Capponi
con Daniele Aldrovandi – Lollo Frizza – Giulio Brando – Valentina Scorsese – Bessy Bang – Stefano D'Angelo – Penny Brown
diretto da Luciano Capponi
TEATRO AGORA'
via della Penitenza 33
ore 21.00 – domenica ore 17.30
Prenotazioni: ibirbi-teatroagora@hotmail.com
tel. 339.19.56.076 – 06.68.74.167
Biglietti Intero 13.00 e ridotto 10.00; tessera associativa (obbligatoria) 2.00
Per info: 066874187 mail info@teatroagora80.com — 3391956076