I RAGAZZI CHE SI AMANO @ Teatro Eliseo: l’uomo, l’Attore, l’Attore e il poeta

Gabriele Lavia è uno dei grandi mostri sacri del Teatro Italiano, interprete eccelso della drammaturgia contemporanea degli ultimi decenni. Assistere quindi ad un suo spettacolo resta comunque “un ‘esperienza
unica” che rimane nel bagaglio di esperienze dello spettatore, anche se fino ad un certo punto. In questo monologo “ I ragazzi che si amano” in scena al teatro Eliseo dal 18 febbraio al 1 marzo, assistiamo ad un
lunghissimo soliloquio che , partendo delle parole apparentemente semplici di Prevert, ci accompagna in un viaggio dentro all’esistenza dell’attore e alla sua valigia fatta di mille vite e esperienze.

Gabiele Lavia, croce e delizia

Gabriele Lavia è contemporaneamente croce e delizia, vittima e carnefice di questo spettacolo. Delizia, nella sua immensa presenza scenica, nell’esperienza che porta sul palcoscenico. Un solo uomo che con
corpo, energia e voce, riempie la scena e non ha bisogno di altro. Croce, nel allungare al parossismo uno spettacolo che tra citazioni colte, momenti di intensa poesia, risulta spesso soffocante, inconcludente,
claustrofobico quasi autoreferenziale. Delizia, nel mostrarci la bravura e il mestiere dell’attore, la capacità, la competenza, quella vera, costruita negli anni di palco.
Quello che stupisce di Gabriele Lavia è la capacità unica nello sfondare la quarta parete, dialogando con il pubblico, coinvolgendolo, interrogandolo e lentamente, con eleganza, maestria e incredibile tecnica, da abile Marinaio, ritirare in barca le reti ,ricostruendo velocemente questa parete, trasformando di nuovo lo spettacolo in teatro puro, fatto di palcoscenico, luci, emozioni. Croce, quando il troppo storpia.

 I RAGAZZI CHE SI AMANO sarebbe potuto essere uno spettacolo perfetto, se fosse durato la metà, nel momento in cui abbassate le luci, dopo la celebre poesia dei tre fiammiferi, attimo di pura magia ed emozione, lo spettacolo si fosse fermato li. E invece riparte, per un’altra ora abbondante, senza aggiungere nulla anzi, creando una certa ansia claustrofobica nello spettatore: in molti momenti sembra quasi che l’attore non sia il mezzo per far parlare Prevert e la sua poesia delle parole semplici, ma Prevert sia il pretesto per far emergere l’attore e non l’uomo e questo risulta pesante a tratti fastidioso e poco rispettoso. Lo spettacolo risulta in questo modo estremamente penalizzato, e si ha la sensazione di un mancato capolavoro trasformato quasi in una prigione.

I RAGAZZI CHE SI AMANO:la poesia di Prevert in una scenografia d'effetto

La scenografia è semplice e di effetto, un continuo spazio-tempo, interno esterno di una Parigi autunnale, fatta di Lampioni e foglie. Il disegno luci è fisso, con tonalità calde, intime e intimistiche. Ma anche qui, se
questa bellezza iniziale coinvolge, nel corso dello svolgimento della pièce risulta ulteriore elemento di immobilità e di totale mancanza di dinamicità.
I RAGAZZI CHE SI AMANO è uno spettacolo che spazia a 360 gradi su numerosi concetti, teatro, palcoscenico, poesia, solitudine, la parole , temi singolarmente trattati con grande cura, passione, maestria ,competenza, cultura. Ma la poesia di Prevert, con la sua forza complessiva viene costantemente diluita in un “mare di troppo” che alla fine lascia con una sensazione di confusione e di smarrimento. Troppe parentesi aperte che non si chiudono, troppi inizi, eccessiva lunghezza che conduce ad una mancanza di respiro e leggerezza.

I ragazzi che si amano

Teatro Eliseo
18 febbraio – 1° marzo 2020
Foto Filippo Manzini

Uno spettacolo di e con  Gabriele Lavia da Jaques Prévert

Costumi Elena Bianchini
Musiche Giordano Corapi 
Produzione TEATRO ELISEO

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