Dal prossimo 2 luglio si riaccendono le luci del Globe Theatre, il meraviglioso teatro Elisabettiano, situato nel cuore di villa Borghese e nato nel 2003 da un’idea di Gigi Proietti e grazie all’impegno della Fondazione Silvano Toti e dell’Amministrazione Capitolina. Il 17 giugno, proprio all’interno del teatro, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione alla quale erano presenti Gigi Proietti, il direttore artistico, i registi degli spettacoli, l’assessore alla cultura Giovanna Marinelli e un rappresentante della famiglia Toti. Si comincia con un po’ di preoccupazione, ci racconta Gigi Proietti, perché a stagione quasi iniziata, sono venute meno le risorse finanziarie del comune; si decide di andare avanti comunque per l’impegno preso con tecnici ed attori e forti dei clamorosi successi di pubblico degli scorsi anni e dell’altissima qualità degli spettacoli presentati. Perché vedere questo spazio pieno di giovani è commovente, e il Globe diventa un avamposto contro il degrado di cui oggi tanto si parla. Sono soprattutto i giovani a riempire ogni sera la platea del teatro, per tre ore il miracolo di compie e la bellezza del teatro, della poesia vincono su ogni cosa.
Per quanto riguarda la programmazione si riconfermano gli spettacoli dello scorso anno: “Sogno di una notte di mezza estate” a firma dell’indimenticabile Riccardo Cavallo, che sarà in scena, per la nona stagione consecutiva, dal 2 al 12 luglio, “Re Lear” diretto da Daniele Salvo dal 16 luglio al 2 agosto, “Molto Rumore per nulla” con la regia di Loredana Scaramella dal 5 al 30 agosto e infine “Otello” diretto da Marco Carniti dal 3 al 20 settembre. A questi si aggiunge “The comedy of errors “in scena dal 24 al 27 settembre, la prima rappresentazione in lingua inglese ospitata dal Globe e portata dalla compagnia Bedouin Shakespeare Company. La giovane compagnia nata nel 2012 tra Londra e gli Emirati Arabi con lo scopo di portare l’opera di Shakespeare in giro per il mondo, dopo Roma porterà lo spettacolo ad Abu Dhabi, Dubai e Londra. Infine Melania Gigli proporrà un lavoro sui sonetti di Shakespeare, perchè, ci dice la Gigli, ai momenti di crisi economica bisogna rispondere con la bellezza della poesia, con la creazione e nessun poeta ha saputo parlare d’amore come Shakespeare, indagandone tutti i possibili aspetti e trasformandolo nello strumento d’eccellenza per conoscere se stessi, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità.