G8 Sotto l’ira del sole@ Teatro Lo Spazio: Storie di violenze in una torrida giornata estiva

Si intitola G8 SOTTO L’IRA DEL SOLE, lo spettacolo andato in scena al Teatro Lo Spazio di Roma, dal 27 al 30 aprile. Da un’idea di Alexandro Sabetti prende vita il testo scritto insieme a Mary Ferrara e diretto da Pietro De Silva, presentato da TeatroSenzaTempo Produzione Spettacoli Teatrali.

Gabriele Carbotti interpreta l’autore Cristiano Lander,  intento a confrontarsi con il tema del dolore della vita attraverso l’analisi di un testo di Dostoevskij, dal quale sta traendo ispirazione per la scrittura di un soggetto. Poiché appare colto da un blocco creativo, Lander è continuamente incalzato dalla sua compagna Eva, che con simpatica e propositiva invadenza lo incita a prendersi una vacanza e riassaporare la vita reale, per questo lo convince a partecipare ad una importante manifestazione che deve tenersi a Genova. E’ il mese di luglio dell’anno 2001, il G8 avrà luogo di lì a pochi giorni.

Sul palcoscenico  la rappresentazione dei siparietti domestici tra lo scrittore ed Eva si avvicenda con le testimonianze dei partecipanti al summit di Genova.

Il cast si compone di numerosi attori (Daniela Anzellini, Serena Piraine, Matteo Maria Dragoni, Alice Adorni, Virginia Menendez, Antonella Petrone e Alberto Albertino), ogni personaggio racconta la sua storia, le luci calano il tempo necessario allo spettatore per fissare le proprie considerazioni e quando si riaccendono mettono a fuoco un’altra prospettiva e  il viaggio nella memoria di quei tragici giorni  continua attraverso un diverso punto di vista.

 

I fatti di Genova vengono messi in evidenza anche con la voce di chi non ha partecipato ai cortei, ma che, da residente genovese, ha percepito la sospensione del rispetto di ogni legge scritta e non scritta che ha dolorosamente caratterizzato l’intera vicenda. Ognuna di queste persone uscirà dalla vicenda profondamente cambiato. La recitazione viene agganciata al supporto visivo e multimediale mediante la proiezione su un grande schermo, in fondo alla scena, delle note immagini di repertorio su quanto è avvenuto nelle piazze e nelle strade genovesi, in quel luglio 2001.
Un espediente quest’ultimo, grazie al quale viene fornita  la misura della gravità di quanto accaduto e che si rivela essenziale a compensare un’ interpretazione che stenta a restituire allo spettatore il senso della drammaticità di quelle giornate in cui ogni diritto civile, in primis quello di manifestare, è stato negato.

Sicuramente il progetto realizzato è impegnativo ed ha costretto autori ed interpreti a mettersi fortemente in gioco per portare in scena una delle più vergognose e violente pagine dei nostri ultimi vent’anni di storia. La scelta drammaturgica è stata quella di cambiare registro a seconda del soggetto narrante. Il risultato, però, non convince, il ritmo della messa in scena sembra soffrire dell’elevato numero degli attori protagonisti che non riescono ad amalgamarsi tra loro.

Rispetto al tema e al vissuto dei personaggi, i loro racconti non colpiscono allo stomaco, sempre che questa fosse l’intenzione del testo. E’ evidente, infatti, la volontà di portare sul palcoscenico un testo contemporaneo, caratterizzato dallo stile dell’inchiesta,  con una narrazione  il più possibile aderente ai fatti ed obiettiva. E’ in ogni caso innegabile che la pièce abbia il merito di portare all’attenzione del pubblico del teatro fatti terribili avvenuti sedici anni fa, in questo modo impedendo che lo scorrere del tempo li trascini nell’oblio. 

Info:

G8 SOTTO L’IRA DEL SOLE al Teatro Lo Spazio fino al 30 aprile
Regia: Pietro De Silva
Autori: Alexandro Sabetti e Mary Ferrara

Prossimamente al Teatro Lo Spazio:
AIACE
dal 2 al 7 maggio 2017

"In ogni pozzo e dentro di noi c'è una bella donna annegata, una donna annegata che non vuol morire, e non so neppure cosa significhi" – Aiace
Una donna, forse una proiezione, un miraggio? Un uomo, Aiace, evocato attraverso la voce di lei. Ripercorrono insieme la storia dell'eroe, dai fasti delle vittorie fino al grottesco tragico epilogo, nella domanda di un'assenza, nello sguardo lontano di un incomprensibile suicidio. Pian piano la donna riveste i panni dell'eroe attraverso le sue parole e le sue folli azioni, fino ad assumerne quasi le sembianze. Non più moglie e madre e amante muta e impotente, ma eroina dei nostri giorni.

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