Dopo qualche giorno di visita alla Fiera di Francoforte, ci si inizia a rendere conto delle sue grandi dimensioni: cinque hall grandissime, ognuna su più piani ospitano stand di editori suddivisi per nazionalità e argomenti.
Tra gli altri, ci sono padiglioni dedicati all’arte, quelli il cui tema è la tecnologia, alcuni sono rivolti ai bambini, c’è lo spazio dove risiedono le agenzie letterarie e, ovviamente, una enorme parte dell’esposizione è riservato alla letteratura. Oltre alle hall interne, ci sono anche degli spazi esterni, dove, oltre ai mercatini e ai chioschi che vendono würstel e patatine, hanno luogo varie attività, letture, dibattiti, incontri con autori.
Girando per gli interminabili corridoi, è stato certamente interessante notare dei vecchi libri tedeschi in mostra, risalenti alla prima metà del novecento e con tematiche per lo più storiche e politiche. Libri sulla rivoluzione russa, sul nazismo, sul Wirtschaftswunder (miracolo economico) catturavano l’occhio con le loro copertine dal design avanguardistico e colorato.
Gli stand degli editori e delle agenzie letterarie erano gremitissimi ed era quasi impossibile riuscire a ottenere udienza se non si era prenotato un appuntamento già da molti mesi prima. Il padiglione della Finlandia, paese ospite d’onore del 2014, si trovava nel Forum, edificio che si trovava vicino al corridoio che collegava la hall 3 con la hall 5.
Ogni giorno una programmazione serratissima, con eventi e incontri che si susseguivano l’uno dopo l’altro incessantemente. Vari sono stati gli scrittori di punta invitati alla Fiera e citati durante le discussioni.
Arto Paasilinna, prolifico autore conosciuto soprattutto per il caso letterario che lo ha reso famoso in Italia nel 1994, “L’anno della lepre” (uscito in Finlandia quasi vent’anni prima, nel 1975) e autore di parecchi altri noti romanzi pubblicati da Iperborea, è stato oggetto di un dibattito con il giovane autore Tuomas Kyrö, che a lui per molti versi si è ispirato. Il filo conduttore della scrittura di entrambi è un’ironia un po’ surreale, che si lega a situazioni tipiche della vita quotidiana finlandese, che nei due scrittori assume connotazioni simili, ma diverse a causa dei trent’anni che li separano. Due generazioni a confronto in una Finlandia ormai cambiata e alle prese con problemi nuovi, ad esempio quello dell’immigrazione: Kyrö riesce a dar voce in modo spassoso anche all’indecifrabile punto di vista degli stranieri sul proprio paese, problema che il Paasilinna della stessa età, non si trovò ad affrontare come preminente nella società di allora.
Un’altra scrittrice che ha presenziato alla Fiera di Francoforte, addirittura pronunciando il discorso di apertura, è Sofi Oksanen, eccentrica autrice trentasettenne, pubblicata in Italia da Guanda e Feltrinelli. Le sue origini sono per metà finlandesi e per metà estoni. Nei suoi romanzi le vicissitudini, spesso dolorose, dei protagonisti, con le loro storie di violenza, crimine e crudeltà, si snodano appunto sullo sfondo dell’Estonia degli anni sovietici. Tra i vari riconoscimenti che ha ottenuto, nel 2009 ha ricevuto anche un premio da parte degli organizzatori dell’Helsinki Pride per il suo attivismo nell’ambito LGBT.
Erano presenti anche tanti altri giovani nomi del panorama letterario finlandese contemporaneo, tra cui Salla Simukka, Sari Luhtanen e Miikko Oikkonen, autori di libri fantasy tradotti anche in italiano (Trilogia di Biancaneve e Nymphs). Oltre agli incontri e ai dibattiti, c’è stato anche tempo di assaggiare qualche specialità finnica offerta dagli organizzatori.
È così che si sono potuti alternare nella stessa giornata diversi sapori stranieri: dai Brezel e l’Apfelwein di Francoforte, alle tartine di riso e il liquore alla liquirizia salata di Helsinki. In entrambi i casi ottimi accompagnatori di queste giornate culturali.