Undicesimo libro della serie “Diary of a wimpy kid” scritta dallo statunitense Jeff Kinney edito da Il Castoro.
Questa saga, narra le storie tragicomiche di un adolescente, Greg Heffley, alle prese con le prime avventure in un corpo che per dirla con banalità non è più quello di un bimbo e neanche quello di un adulto, bensì di un ibrido che non riesce né a capirsi, nè a misurarsi.
La famiglia Heffley ci appare non troppo comune ma nemmeno così stravagante come sembrerebbe a un lettore distratto, una mamma che cerca nella cultura lo svago per sopravvivere alla quotidianità di casalinga con tre figli, un papà che dopo il lavoro si rifugia in garage con i suoi lavoretti, il figlio maggiore, Roderick che suona la batteria in una band, e che nel tempo libero si diverte a tiranneggiare Greg, e Manny il piccolino difeso a oltranza dai genitori, qualsiasi cosa faccia.
Così, la nostra Schiappa, alias buono a nulla o incapace, come possiamo trovare nelle traduzioni, è il figlio di mezzo in cui molti adolescenti di oggi e di ieri di tutto il mondo si possono riconoscere.
I libri sono costruiti proprio come un diario e corredati di disegni semplici ed esplicativi che raccontano le quotidianità di una famiglia media americana, una famiglia con pensieri e desideri comuni a milioni di famiglie sul nostro pianeta.
Tra un libro e un altro non ci sono grandissime differenze, sono le avventure di un ragazzo che si sente inadeguato al mondo, quello di casa e quello fuori, ma che cerca disperatamente una dimensione che lo faccia sentire vincente agli occhi degli altri.
La serie ha venduto 150 milioni di libri, ed è stata tradotta in moltissime lingue e viene spontaneo chiedersi il perché del successo. Da una parte ci sono i tentativi comici di superare le avversità della vita, sia in famiglia che a scuola, e dall’altra il messaggio che essere nella normalità vuol dire non aver voglia di studiare, perdere tempo e imbrogliare il prossimo perché tanto lo fanno tutti, specialmente gli adulti per farti credere quello che vogliono, e questo probabilmente è molto rassicurante.
Così si scopre che i lettori di questa serie di libri sono quelli che in realtà non leggono molto, e che rivedendosi in questo simpatico scavezzacollo che non ama leggere e studiare, e che passa le ore con i videogiochi, li rende più sereni e fiduciosi rispetto al futuro.
Con questo non vogliamo demonizzare questo tipo di libri, ma incoraggiare tutti i piccoli lettori che hanno amato la serie, per continuare il percorso della lettura e magari anche quello della scrittura di un diario, scoprendo che il cammino per crescere e sorprendersi per fortuna non finisce mai, e che con un libro non si è mai soli.