CELEBRATING LIFE @Tobian Art Gallery: lo sguardo di Giacomo Pirozzi

Alla Tobian Art Gallery si è da poco conclusa la mostra CELEBRATING LIFE di Giacomo Pirozzi, fotografo per Unicef di fama internazionale: 60 fotografie in bianco e nero selezionate dai suoi viaggi, per celebrare quanto di più sacro abbiamo in dono, senza alcuna concessione alla retorica. Un omaggio totale alla vita, nel suo battere e dilatarsi, dalla nascita alla morte, attraversando gioia e tristezza. Insieme a questa toccante collezione, le sculture di Liudmila Davydenko, dalle serie TOGETHER. Celebrating Life e Together. I titoli mantengono la promessa. Opere diverse per stile autoriale e mezzo artistico ma sottilmente all’unisono, legate alle radici pulsanti dell’umanità e al cuore delle relazioni.

A cura di Chiara Guarducci

CELEBRATING LIFE: LA MOSTRA DI GIACOMO PIROZZI

Romania, Giacomo Pirozzi, Limited Edition 1/20, Fine Art Print, 60×40 cm

Giacomo Pirozzi, fondatore e direttore di Tobian Art Gallery, è un fotografo in missione per UNICEF. Nei suoi trent’anni di carriera ha girato il mondo, schiudendo il diaframma all’intensa varietà di 150 paesi, tra cui Africa, Asia, Sudamerica. Pirozzi non li ha visitati, ma vissuti in ogni sua piega e piaga con una sensibilità indescrivibile e queste 60 opere in bianco e nero che celebrano la vita, dalla nascita alla morte, più che il tracciarsi dei suoi viaggi, sono ilviaggio. Laddove la sopravvivenza stessa è messa a dura prova, insorge una forza disarmante, assolutamente naturale. Rapiti da queste opere, respiriamo la trasparenza e l’etica dell’atto fotografico. Ci arriva l’impatto di una visione che mai arretra e mai invade, riuscendo in un equilibrio magistrale, su uno dei fulcri (o esiti) di questa ricerca: l’intimità.

IL TOCCO DI GIACOMO PIROZZI

Del sentire, di quell’esatto momento, dei soggetti che lo stanno vivendo. Chi ne è vorace la distrugge, chi la utilizza la snatura, confezionandola su un vassoio fashion, per un gusto elitario, tanto che le immagini delle popolazioni più povere finiscono per assomigliarsi in modo increscioso, divenendo paradossalmente un cliché, tra shock e superficiale estetizzazione. Con le fotografie di Pirozzi indelebile resta la sorpresa, la freschezza, la scoperta profonda e questa sensazione di intimità che emerge grazie al tocco di un occhio estremamente delicato. La vita è il tempio scalzo dell’umanità, il bianco e nero toglie anche il minimo appiglio alla seduzione, che invece a volte troviamo anche in maestri come McCurry.


Myanmar, Giacomo Pirozzi, Limited Edition 1/20, Fine Art Print, 60×40 cm

L’UMANITÀ NEGLI SCATTI DI PIROZZI

Lo sguardo di Pirozzi è capace di ac-cogliere silenziosamente l’epifania di momenti cruciali e semplici. Composizioni asciutte, impeccabili che vibrano di luminosa essenza, in cui l’intimità dell’altro è l’intimità con l’altro. La vita la esprimono gli occhi, i volti, i corpi. Dalla fragile prorompenza di un neonato appena partorito alla donna anziana con le unghie sporche di terra che bacia la sbilenca croce di legno di un parente appena sepolto. Prima e ultima foto di questa sequenza. Indonesia e Romania e nel mentre altri paesi, altre trasformazioni del viaggio incarnato da presenze colte in uno stato di raccoglimento, di solitudine sperduta, di gioia condivisa. L’armonia e la precisione geometrica delle inquadrature- anche nelle scene in movimento- risaltano il respiro e l’alchimia dell’accadere.

Marocco, Giacomo Pirozzi, Limited Edition 1/20, Fine Art Print, 60×40 cm

RITRATTI

L’immediatezza quotidiana fiorisce d’assoluto: due piccoli monaci corrono dietro un pallone davanti a una pagoda, altri in gruppo danzano come in trance, gli occhi di un bambino sgranati di tenerezza si affacciano sopra una piccola lavagna in cui ha disegnato il suo autoritratto. Giochi, riti, relazioni. Ma anche immagini d’attesa interminabile, dove la malinconia sembra sconfinata. Ragazzini dietro la finestra di un orfanotrofio o il pudore di una (Ma)donna incinta con le mani sul ventre, seduta quasi di profilo sul bordo di un lettino, al margine dell’inquadratura, nel rifugio che ospita donne gravide non sposate.

LUOGHI E PERSONE

I luoghi sono condensati nelle persone, trasmessi dalla loro interazione con essi. Pirozzi si concentra anche sull’interazione delle persone con il simbolico della croce, del pallone, della bambola. Il sacro di una zona estremamente fisica e immaginaria, carica di calore. Quando i ritratti sono frontali l’immobilità è dinamica nei suoi strati interiori e quel muoversi d’anima si ritrova nelle posizioni dei corpi e nei paesaggi del volto. Un ritratto di famiglia sprigiona dalla desolazione una fierezza palpitante e inestirpabile. Non c’è la messa in posa direzionata, l’impostazione oggettiva e sociale dello scatto, ma la partecipazione di chi si sottrae e non fotografa idee, ma il senso di una carezza sulla nostra umanità deturpata. Sublime ritrattista, sulla scia di Salgado, Pirozzi ama ciò che fotografa, facendoci immergere nella diversità di culture e di ogni essere umano. Bambini, ragazzi, adulti, anziani. Tutti noi.


Tenno “Warmth”, di Liudmila Davydenko, Ceramics, 39x13x16 cm

TOGETHER DI LIUDMILA DAVYDENKO

Ad aggiungersi alla mostra fotografica di Giacomo Pirozzi, la Tobian Art Gallery ospita anche una piccola ma notevole collezione dell’artista ucraina Liudmila Davydenko. Sculture in una ceramica irriconoscibile, materica, infittita di solchi e fili corposi, fili resistenti al taglio, a sostanziare l’intreccio, l’unione con l’altro. Questi soggetti tratti dalla serie TOGETHER sono esclusivamente mani e volti. Mani ossute, pose complesse, ramificate, sono mani che tendono e sostengono, così come lo scheletro è la struttura stessa del corpo. In un’opera due mani sono abbracciate senza collimare, come a tenere libero uno spazio d’aria ed è emozionante girargli intorno. Su un volto c’è una mano. Il tatto, l’urgenza del contatto, nasce dal legame che l’artista ha con la figlia e dal valore che sente per la famiglia in senso ampio, universale, dove tutti i fili sono mischiati. Sono sculture ancestrali e raffinate, intrise di canto e preghiere, sembrano formate da corde di argilla e rugiada e danno una sensazione sorgiva d’origine.

BIOGRAFIE

GIACOMO PIROZZI: BIOGRAFIA

Il fotografo italiano Giacomo Pirozzi si è formato come sociologo. È diventato un fotografo professionista nel 1990, quando ha iniziato a lavorare per l’UNICEF in Africa occidentale. Da allora ha vissuto in Costa d’Avorio, Kenya e Sud Africa e ha viaggiato e fotografato in 150 paesi in Asia, America Latina, Medio Oriente, Europa centrale e orientale e Africa. Oltre a collaborare con UNICEF e altre agenzie delle Nazioni Unite, Pirozzi è stato pubblicato in numerose riviste, mostre e altre pubblicazioni in molte lingue e paesi. Ha anche sviluppato una metodologia per introdurre la fotografia ai bambini che vivono in povertà o in difficoltà e ha condotto laboratori di fotografia per bambini in più di 60 paesi in tutto il mondo. Pirozzi conta numerose pubblicazioni, è rappresentato da Panos Pictures a Londra. Attualmente vive tra Toscana e Thailandia. Nel 2019 ha aperto la Tobian Art Gallery a Firenze.

LIUDMILA DAVYDENKO: BIOGRAFIA

Liudmila Davydenko è una scultrice e pittrice ucraina. Laureata all’Accademia d’Arte, ha vinto diversi premi, tra cui l’Honoré de Balzac della “Lviv Alliance Francaise”. Ha partecipato a mostre collettive e personali in Ucraina e all’estero.

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