Bottega Errante è una realtà composita: non si occupa infatti solo di editoria, ma di eventi culturali in senso lato. Nata a Udine come associazione culturale, nel 2013 Bottega Errante apre le porte al mondo dell’editoria e offre ai lettori la possibilità di interagire con quel vasto bacino culturale mitteleuropeo che da sempre ha regalato all’Europa grandi meraviglie letterarie e non solo. Importante per gli amici di Bottega Errante è la presentazione dei loro volumi: i loro eventi e i loro reading sono appuntamenti fissi che permettono un contatto immediato fra pubblico e autori, cosa che oggi dovrebbe essere sempre più riscoperta per creare un nuovo e più vasto orizzonte d’attesa. A Più Libri Più Liberi 2018 siamo stati accolti calorosamente da Alessandro Venier, responsabile comunicazione e stampa della casa editrice.
D: Innanzi tutto grazie dell’ospitalità. Questo è il primo anno che siete in fiera?
R: Primo anno in assoluto,quindi primo grande esperimento per capire come va.
D: Come va, quindi?
R: Bene, è una delle fiere più interessanti sicuramente insieme al Salone del Libro di Torino. Noi cerchiamo di fare le principali fiere nazionali, quindi Milano, il Book Pride, andiamo a Pisa, al Pisa book Festival. Andiamo al Salone di Torino, poi da quest’anno Roma. E poi siamo sempre presenti alle fiere più vicine a noi, come Pordenone legge.
D: Perché voi partite da Udine, giusto?
R: Sì, partiamo da Udine, giusto.
D: Però non nascete come casa editrice. In realtà siete nati a Udine come associazione culturale che cura tantissimi eventi, manifestazioni sempre sul territorio.
R: Sì, nasciamo come associazione culturale nel 2011, ci dedichiamo da sempre alla realizzazione di reading, letture sceniche che portiamo in giro, ci occupiamo di laboratori, principalmente di scrittura creativa, ma anche di fotografia e cinema. Poi abbiamo iniziato una collana editoriale insieme a Ediciclo che si occupava di reportage narrativi legati al tema del viaggio. Nel 2015 diventiamo casa editrice indipendente, marchio editoriale autonomo, sempre legato chiaramente all’associazione.
D:Il nome, Bottega Errante.
R: Il nome nasce con l’Associazione: errante perché portiamo in giro quello che facciamo, l’idea non solo di stare nel territorio ma di andare nel territorio materialmente. Ma Errante anche nell’accezione di sbagliare, di sporcarsi le mani e continuare a lavorare, da qui anche la scelta del termine bottega.
D: Ho notato che la linea editoriale è profondamente legata non tanto all’est Europa, che per altro è un concetto un po’ vago, ma piuttosto alla cultura mitteleuropea, come dimostra l’attenzione per autori provenienti dalla zona della ex Jugoslavia ma anche autori del nostro nord est e non solo…
R: Sì, noi partiamo dalla nostra grande passione prima di tutto come lettori per quel tipo di area, a questa passione si aggiunge però la consapevolezza raggiunta proprio come lettori che mancava qualcuno che si occupasse di questo tipo di letteratura da un punto di vista editoriale. Lo faceva benissimo Zandonai (casa editrice di Rovereto che ha dovuto interrompere la sua attività nel 2015, ndr), che purtroppo ha smesso. Da lì è nato l’interesse e la volontà di portare in Italia il meglio della letteratura dei Balcani, dell’Est Europa, ragionando sul concetto di Est Europa in modo ampio. Crediamo molto in questa letteratura, ci sono cose meravigliose. Aggiungi poi che ci siamo resi conto che i lettori italiani hanno grande desiderio, grande voglia di questo tipo di letteratura.
D: Parlando della zona dei Balcani, tra i vari volumi in mostra qui alla fiera, vedo titoli come Generazione Serbia di Dušan VeliÄković, Il popolo del diluvio di Predrag Finci, mi chiedevo quanta influenza ha ancora oggi la guerra nella ex Jugoslavia, quanto influisce ancora oggi quell’evento così traumatico e divisorio sulle generazioni di intellettuali e scrittori, a livello di racconto, di produzione letteraria.
R: La guerra è uno spartiacque, sicuramente. C’è una letteratura prima e una letteratura dopo, le opere di questi autori sono fortemente influenzate da quello che hanno vissuto ed è inevitabile. Ovviamente non tutto finisce con l’avere a che fare con la guerra. La cosa fondamentale, secondo me, è far capire ai lettori italiani che Balcani non significa soltanto guerra nei Balcani ma molto di più.
D: Quali sono gli autori di punta, a parte Ivo Andric?
R: Abbiamo iniziato proprio con Andrić, perché è l’unico premio Nobel dell’area jugoslava ed è un autore incredibile, straordinario. Recentemente abbiamo pubblicato Miljenko Jergovic (Radio Wilimowski, ndr) che è forse l’autore contemporaneo più interessante dell’area in assoluto. Poi spaziamo: da VeliÄković, che hai citato prima ed è un autore di Belgrado che ha grandissimo successo in tutto il mondo, a Finci, che per la prima volta pubblica in Italia e lo fa con noi, con questo Popolo del diluvio, ma abbiamo intenzione di portare e riportare in Italia altri autori, come Meša Selimović
D: Quali sono i vostri progetti editoriali futuri?
R: Oltre alla collana editoriale Estensioni, dedicata alla letteratura dei Balcani, collana in cui cerchiamo di portare cinque, sei titoli l’anno, abbiamo una collana dedicata alle città e alla scoperta di queste città in chiave narrativa, quindi non sono guide ma veri e propri romanzi o raccolte di racconti in cui si va alla scoperta della città, attraverso delle narrazioni e dei personaggi appunto. Abbiamo cominciato con le città del nord est, Trieste, Venezia, Udine e Pordenone, adesso ci stiamo allargando. L’idea è di trattare una città dell’est Europa ogni anno, una città del nord est e una città italiana. Nel 2019 uscirà un volume su Berlino, uno su Firenze e uno su Sarajevo.
D: Avete analizzato in modo approfondito la narrativa di questa area, che spesso viene sommersa anche da pregiudizi, quali sono i punti in comune con la narrativa italiana, i valori in comune, come potrebbe essere la resistenza, la rinascita?
R: Domanda molto bella e molto complessa.
D: Oggi è molto difficile trovare qualcuno così competente su questa area geografica e culturale, che ha molti punti in comune con noi
R: C’è una grande continuità infatti, e questa grande continuità si nota nella grandezza della letteratura. Ci sono delle eccellenze che ignoriamo come lettori e ci sono molti punti in comune. Noi, per esempio, nella narrativa italiana abbiamo degli autori che oscillano lungo questo confine che oggi, però, non c’è più, non esiste.
D: Come hai detto tu, la letteratura di questa area è vastissima e allora mi chiedo se sarà possibile avere di nuovo in Italia testi del passato riediti da Bottega Errante, visto che credo ce ne siano tantissimi che meriterebbero. A me viene in mente Il ponte sulla Drina di Andric, per esempio, che oggi è introvabile. Almeno, io lo cerco da un paio di anni e non riesco a trovarlo.
R: Ce ne sono tanti, moltissimi, anzi l’idea di Bottega Errante è chiaramente continuare a portare degli inediti ma anche lavorare per trovare e ritrovare volumi precedentemente pubblicati e che è giusto tornino nelle librerie dei lettori italiani, perché sono pietre miliari della narrativa e della editoria mondiale.
D: Ultimissima domanda, un autore, un libro che vorresti consigliare.
R: Sì, c’è un libro, La veglia di Ljuba, che è appena uscito, lo abbiamo pubblicato a ottobre, l’autore è Angelo Floramo che forse è l’autore cui siamo più affezionati, ma tra gli autori italiani è quello che crediamo veramente che debba arrivare veramente al pubblico nazionale, perché ha una penna straordinaria, una capacità di raccontare altrettanto straordinaria. In questo romanzo ci racconta il vero confine orientale, lo fa partendo da una storia intima, la storia di un uomo che attraversa il confine più e più volte e così ci racconta una storia che appartiene a tutti noi. È un libro in cui crediamo molto, di una poesia, di una bellezza unica.
D: Di questo autore cosa altro avete pubblicato?
R: Abbiamo pubblicato L’osteria dei passi perduti, in cui Angelo parte da un piatto o da un vino per raccontare un mondo, aprire parentesi, narrare storie incredibili, scavalcando i confini, o meglio i confini che noi siamo abituati a pensare. Passa dal Friuli al Veneto alla Carinzia, alla Slovenia all’Istria.
D: Bene, grazie mille Alessandro e buon proseguimento qui a Più Libri più Liberi e con la vostra ttività editoriale!