Torna rinnovato nel cast, un gioiello, messo in scena da Andrea Adriatico, di quella fucina di idee e talenti che è Teatri di Vita a Bologna. Torna quel Biglietti da Camere Separate già visto, da chi scrive, dieci anni fa per la prima messa in scena con Mariano Arenella e Maurizio Patella intensi protagonisti. Dopo loro altri cast si sono susseguiti (nel 2014 al Teatro in Scatola con la coppia Prosperi-Tagliaferro), fino ad arrivare all’odierno riallestimento del decennale di quella che è la rappresentazione di un romanzo intimo che racchiude il Pier Vittorio Tondelli segreto di fronte ai misteri dell’amore e della morte.
CAMERE SEPARATE: il capolavoro introspettivo di Tondelli
E’ il 1989 quando “Pier” pubblica Camere separate, una storia bruciante e autobiografica. Di lì a due anni colui che fu, e resta, uno dei più grandi autori moderni italiani cessò la sua breve vita terrena, per lasciarci pagine caustiche, cariche di vita, di amore, rancore, complessità quotidiana e semplici emozioni.Ed è in "Camere Separate" che il Tondelli di "Altri libertini" (il primo romanzo pubblicato nel 1980 e processato per oscenità), di "Pao Pao" (irriverente galoppata nelle gioie e nelle frustrazioni del servizio militare), degli articoli e dei reportage giornalistici confluiti in "Un weekend postmoderno" (vera e propria esaltazione e al tempo stesso ironica analisi di un decennio “da bere”), lascia i panni del ventenne scapestrato per esplorare gli angoli più riposti del suo cuore. E lo fa nel suo romanzo più intenso, capolavoro introspettivo della maturità, dove la fine sceglie di farsi apprezzare da tutti noi sin dall’inizio, insinuandosi piano ma con determinata violenza nelle menti di chi legge.
BIGLIETTI DA CAMERE SEPARATE: atmosfera fedele al libro
La storia raccontata in scena con atmosfera fedele al libro, è quella di Leo, scrittore omosessuale che deve fare i conti con un lutto importante nella sua esistenza, la morte del giovane Thomas, il compagno amato a cui si racconta. Sarà l’occasione per inseguire le tracce di sé disseminate nel tempo di una vita, dall’adolescenza inquieta in un paese della provincia padana al successo editoriale e ai viaggi per l’Europa mentre la geografia politica ed emozionale di un intero continente cambia pelle.
In questo quarto allestimento sono Francesco Martino, un James Dean postmoderno veramente perfetto in Camera 1, e Damiano Pasi, efficace in Camera 2, entrambi già parte del cast scelto da Adriatico per “Il mio amico Hitler”, a dare corpo al racconto, portando con naturalezza l’abito della nudità delle membra che in realtà è la nuda verità dell’amore. Le “camere separate” altro non sono, infatti, altro se non la richiesta di un modello d’amore, capace di esprimersi solo per prossimità e mai per convivenze troppo opprimenti. L’amore e il sesso vengono raccontati con le voci e i corpi dei due attori, attraverso le parole del romanzo. Il teatro-romanzo prende così forma attraverso le affascinanti atmosfere visive e la potente fisicità dei performer sostenute dalle musiche originali di Massimo Zamboni e le canzoni di Angela Baraldi che accompagnano dal 2009 i “Biglietti”.
L'amore e il sesso in innumerevoli biglietti
L’amore e il sesso vengono raccontati con le voci e i corpi dei due attori, attraverso le parole del romanzo, frantumando quella storia in innumerevoli «biglietti» che cercano di ricostruire ciò che forse si è perso per sempre.
Andrea Adriatico ricorda così la sua decisione di mettere in scena questo testo e di riportarlo alla luce ancora dopo dieci anni: “Ho conosciuto Pier Vittorio Tondelli negli anni amari, in quel finire di secolo che ha sterminato le menti che ho amato di più nella mia prima giovinezza. Sì, gli anni ’80 sono questo per me: anni amari. L’Aids si è portato via i sogni della gente di quel tempo, e non li ha più restituiti. Anzi… ha regalato in cambio un sonno perenne, definitivo, ad un’intera generazione. Gli anni amari di Pier Vittorio Tondelli sono finiti così, nel 1991, vent’anni fa, al debutto di un Natale, in un letto d’ospedale. Non ha parlato mai della sua malattia pubblicamente. Non ha parlato mai del suo morire. Almeno in apparenza. L’ha però trasposta in un racconto carico di umanità legato alla morte altrui, usata come specchio per l’anima. Ha però parlato di omosessualità, di silenzio, di vita, di misteri delle emozioni, quasi suo malgrado. Ha percorso il suo tempo spaventato dall’essere considerato troppo giovanilista, troppo frocio per froci, troppo marchio per esordienti, troppo etichetta, secondo la moda che gli anni amari hanno trasmesso alla storia. In quegli anni non l’ho amato. Oggi è forse uno dei pochi autori di cui credo di aver letto quasi ogni riga. A cui ho dedicato una delle due sale del teatro che dirigo. Convinto come sono che non sia, come ingiustamente molti pensano, solo un autore del suo tempo, miseramente relegato nel turbine di weekend postmoderni. Per questo provo a restituire Camere separate in brevi biglietti, vent’anni dopo, sentendone proprio ora tutta la straordinaria potenza e attualità.”
Le scene e i costumi sono di Andrea Barberini e con la loro disarmante semplicità si lasciano plasmare dal gioco visivo della regia di Adriatico e dalla plasticità dei corpi che li abitano, li vivono, li mutano pur lasciandoli apparentemente uguali, come capita spesso agli esseri umani che pur sembrando immutati esteriormente, vengono cambiati dai fatti che a loro accadono anche nel solo intervallo di un pensiero.
Cosa è mutato invece in dieci anni di questo spettacolo?
Se la prima coppia Patella/Arenella era perfetta, per un allestimento cucito loro addosso da Adriatico, nel rappresentare le inquietudini del rapporto tra Leo e Thomas basato sulle “camere separate”, tra attrazione e gelosia, tra passione e distacco, con due attori in evoluzione introspettiva, la coppia Martino/Pasi offre ancora una differente sfumatura, più dolorosa nel corpo magro e flessuoso del primo, carico di spigoloso erotismo contrapposto a una più evidente muscolosità del secondo. Questa in sintesi la differenza che rende profondamente toccante questo nuovo allestimento, non già per una qualche diversità recitativa, ma per la differente fisicità dei protagonisti che ancor più evidenzia in Leo, soffocato dal dolore per la morte di Thomas, la sensazione di aver perduto per sempre anche la propria giovinezza e uno sguardo puro e irriverente verso la vita.
Info:
BIGLIETTI DA CAMERE SEPARATE #edizione4
uno sguardo di Andrea Adriatico su Pier Vittorio Tondelli
con
Francesco Martino in Camera 1
Damiano Pasi in Camera 2
musiche originali di Massimo Zamboni
cantate da Angela Baraldi
luci, scene e costumi di Andrea Barberini
cura Saverio Peschechera
una produzione Teatri di Vita con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, MiBAC
INFORMAZIONI sullo spettacolo:
https://www.teatridivita.it/tdv/portfolio/biglietti-da-camere-separate-2-2/
Visto il 07 dicembre 2019 ai Teatri di Vita di Bologna
INFORMAZIONI sul Teatro:
infoline (+39) 333 4666333
uffici/fax (+39) 051 6199900