ANITA @Cinema Farnese: la “Madonna dell’Oriente” all’Asian Film Festival

In occasione della diciannovesima edizione dell’Asian Film festival lunedì 11 aprile, ANITA il film evento che ripercorre la vita e la carriera della star del Pop asiatico Anita Mui, a diciotto anni dalla prematura scomparsa.

Anita: la “Madonna d’Oriente”

Sin dalle prime scene veniamo avvolti da un vortice patinato di colori artificiali che caratterizzano gran parte della pellicola (in cinese mandarino, sottotitolata in lingua inglese e italiana). Punto focale dell’intera sceneggiatura, che alterna in maniera costante inquadrature dell’attrice del film, Louise Wong, ad immagini di repertorio della vera Anita Mui, è il suo carattere ribelle, anacronistico con l’idea di donna asiatica del tempo, il passaggio da una vita travagliata al raggiungimento di traguardi artistici sopra ogni aspettativa (non a caso viene ribattezzata la “Madonna d’Oriente”) fino alla malattia e alla prematura scomparsa in solitudine. Da sfondo, oltre agli iconici costumi realizzati del sarto e amico intimo Eddie Lau (interpretato magistralmente da Louis Koo), fa da protagonista l’abito più importante: la città di Hong Kong.

Anita – Asian Film Festival

Anita Mui e Hong Kong: un Legame Indissolubile

ANITA racconta Hong Kong come nessun film ha mai fatto prima: dalle origini alla sua storia, fino all’attaccamento quasi patriottico, intrinseco in tutti gli abitanti e soprattutto nella protagonista, la quale ha reso omaggio alla città fino al suo ultimo concerto nel novembre del 2003, prima della sua morte.  L’equazione, in tutta la pellicola è palpabile: Anita Mui è Hong Kong, come Hong Kong è Anita Mui.

La Leggenda di Anita Mui

A cavallo tra gli anni ’80 e ’90, la Mui ottiene un successo clamoroso in tutto il Sud-Est Asiatico come cantante. Questo fa sì che gli sceneggiatori optino per una scelta, forse un po’ troppo “populista” ai fini della trama: il nutrito percorso cinematografico dell’artista viene messo spesso in secondo piano (ha recitato in più di 40 film in 20 anni di carriera), menzionando sporadicamente solo due dei capolavori che ha interpretato, Rouge e Troubles Couples, scegliendo consapevolmente di esaltarne la carriera canora, al fine di dipingerla come una leggenda.

ANITA: non poche lacune sulla sceneggiatura

La scrittura gira spesso a vuoto, ha ritmi sincopati e presenta delle lacune sulla presenza di alcuni personaggi, realmente esistiti e importanti nel backround dell’artista.  Non viene descritta la loro introduzione e risulta difficile capirne il ruolo per chi non conosce Anita Mui, lo Star System asiatico e la storia di Hong Kong.

Un’altra pecca che salta all’occhio dello spettatore è sicuramente la non citata omosessualità del coprotagonista maschile del film, Leslie Cheung (interpretato dal giovane Terrance Lau), migliore amico della Mui sin dagli esordi. L’attore e cantante infatti, come affermato in un’intervista nel 2001 a Time Asia fa parzialmente outing dichiarando: “È forse molto più opportuno dire che sono bisessuale, a vent’anni ho avuto anche delle fidanzate” (morirà anche lui, suicida nel 2003). Scelta forse impopolare, ma figlia del tempo e dello spazio.

Louise Wong: è nata una stella

Louise Wong, attrice esordiente, nonostante la somiglianza con Anita Mui, è forse troppo “bella” dinanzi il fascino non stereotipato e irregolare de “La Madonna d’Oriente”; ad ogni alternanza di immagini di repertorio, specialmente nelle ultime scene, è totale la differenza tra le due. Il paragone sorge spontaneo: è come se la “nostra” Mia Martini, in un ipotetico film a lei dedicato, avesse il volto di una  top model.  Tuttavia, le qualità canore della Wong e la sua arte recitativa, hanno reso una performance complessiva di altissimo livello.

ANITA: Commozione e Empatia

Alla regia Longmond Leung Lok-Man, che gioca molto sulla commozione e sull’empatia: molto intenso il rapporto tra Anita e la sorella maggiore Ann (Fish Lew), quasi simbiotico. Anche lei cantante (come duo si esibivano in ogni night club che offrisse loro una possibilità di guadagnare), sin dall’inizio della pellicola fino alla fine, il regista vuole sottolineare che, seppur diverse e con due vite diametricalmente opposte (Ann Mui non ebbe alcun successo e fu scartata nel talent show “New Talent Singing Awards” dove la sorella vinse), non si sono mai allontanate. Emozionante la scena in cui Ann Mui è prossima alla morte a causa di un cancro alla cervice (lo stesso male che ha colpito poco dopo la protagonista) in cui si giurano amore eterno.

Significativa l’ultima esibizione sul palco di Anita Mui, in cui saluta il suo pubblico in abito da sposa: la cantante si sta spegnendo e anche la città di Hong Kong è come se affrontasse il suo stesso dolore, colpita da disastri naturali, crisi economiche e la pandemia della SARS. Il messaggio è chiaro: “Dont Cry for me Hong Kong, by Anita

Alla scoperta di Anita Mui, una donna di inestimabile valore

In conclusione, ANITA rende fedelmente omaggio ad un’artista, simbolo di tutto il continente asiatico, con il fine ultimo di portare un nuovo pubblico alla scoperta dell’inestimabile valore di una donna, nata dal nulla e diventata una Star.

Visto l’11 aprile 2022

Anita (Lok Man Leung, Hong Kong, 2021, 137’) 

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