3 TO 1@ Inventaria: non è facile spingersi oltre

Sabato 21 maggio alle ore 21:30 è andato in scena al teatro dell’ Orologio 3 TO 1 per la VI edizione del festival Inventaria – la festa del teatro off – 2016.
Il testo è preso da “Tre sorelle” di Anton Cechov, ma il percorso drammaturgico è un lavoro collettivo di TreatrInGestAzione, seguito da Loretta Mesiti e diretto da Anna Gesualdi e Giovanni Trono.

Quella che ci viene proposta è una sperimentazione teatrale che tenta di unire le drammaturgie di Beckett e Cechov. Entrato in sala, il pubblico trova le tre attrici (Alessia Mete, Ilaria Montalto, Marzia Macedonio), posizionate sulla scena e immobili che attendono e osservano attentamente gli spettatori che si accomodano sulle poltrone. Un silenzio dalla durata alcuni minuti precede l’avvio dello spettacolo, poi Marzia Macedonio su un cubo bianco al centro della scena quadrata disegnata a terra da delle luci led, prende un telefono cellulare e inizia a riprendersi, l’immagine digitale sovrapposta manualmente all’immagine reale accompagnano le prime battute.
Poi il telefono cellulare procede da solo con un video sonoro che accompagnerà l’allestimento scenico compiuto dalle tre attrici e che rimarrà per la durata di tutto lo spettacolo: un telo bianco quadrato posizionato a terra sulle barre led, che delimiterà il loro spazio scenico. Da questo momento in poi ogni personaggio entra in scena nel lenzuolo bianco e non ne uscirà più. A una a una i personaggi si presentano: la prima è Masha (Alessia Mete) in tenuta nera ordinata con il tocco beckettiano della bombetta nera in testa, seguiranno poi Irina (Ilaria Montalto) che entra in scena in abito bianco e cappello di paglia con una bellissima e ben fatta presentazione cantata, e Olga (Marzia Macedonio) con un abito serioso presenta il suo personaggio con una lezione di inglese .

Ognuna di loro ha una partitura fisica e vocale ben precisa e delineata, che si mostra dalla presentazione e che si ripeterà automaticamente per tutto lo spettacolo, come un eterno ritorno che sembra essere senza fine. Ognuna di loro esprime la volontà di uscire dal quadrato bianco, che sta a simboleggiare la casa delle tre sorelle, per realizzare il loro sogno: ritornare a Mosca. L’immobilità, la stasi, l’attesa, l’inazione sono caratterizzanti e predominano per tutto il tempo: Irina seduta e immobile al centro della scena, Masha e Olga invece ogni tanto sfruttano geometricamente le direzionalità dello spazio bianco.
Questo gioco continua per quasi due ore, l’unica variante che ci viene proposta sono delle citazioni dello spettacolo contemporaneo (come “La dolce vita” di Fellini o “Chicago” di Bob Fosse) che rappresentano lo spunto di evasione dalla realtà. Alla fine le attrici rompono la quarta parete e chiedono direttamente al pubblico di lasciare la sala, che perplesso non capisce se la sollecitazione sia finzione o realtà, qualcuno se ne va, qualcuno resta ma lo spettacolo continua ancora per qualche minuto con la ripetizione delle partiture fisiche fino alla chiusura definitiva.

Trovare la chiave di volta che unisca la drammaturgia del padre del teatro naturalistico con quella del padre del teatro dell’assurdo forse significa spingersi un po’ oltre, ed è un lavoro molto difficile. La soluzione trovata da TeatrInGestAzione non convince molto, perché è andato incontro a molti rischi. La messa in scena è così piena di concettualismi che lo spettacolo diventa poco fruibile. Il teatro naturalista è tutto basato sul testo e quindi sul dialogo e l’emotività dei personaggi, il teatro dell’assurdo invece vuole spezzare proprio questi schemi rifiutando i concetti e giocando soprattutto con la parodia, l’illogicità, dando più forza all’azione scenica.
Qui si sceglie la stasi e il testo diventa fine a sé stesso sfruttando battute non scritte con questo fine teatrale, il che rende tutto molto fermo ed entrambe le drammaturgie non sono valorizzate.

Inoltre, il testo è pieno di rimandi e riferimenti non spiegati e chi non conosce Beckett o “Tre sorelle” di Cechov viene costretto ad essere escluso dall’evoluzione dello spettacolo.
È uno spettacolo, quindi, che mira ad arrivare solo ad un pubblico selezionato, adatto e consigliato a coloro che gradiscono quel tipo di drammaturgia che rimane sospesa e che non necessariamente è al servizio della comprensione dello spettatore.

Info:
3 TO 1

creazione collettiva TeatrInGerstazione da Le tre sorelle di Anton Cechov e universi beckettiani
regia Gesualdi / Trono
con Alessia Mete, Ilaria Montalto​, Marzia Macedonio
itinerari drammaturgici Loretta Mesiti
itinerari scenici Anna Gesualdi
trainer Giovanni Trono

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