Lo scorso 21 dicembre abbiamo assistito all’ultimo esperimento, ben riuscito, di Jaqueline Bulnés, già nota nel panorama della danza contemporanea internazionale come ex prima ballerina delle storiche compagnie di Martha Graham e Josè Limon di New York, che abbiamo avuto il piacere di intervistare prima dello spettacolo.
The gravity between, un piccolo gioiello sperimentale non solo nel genere post contemporaneo ma anche nel pubblico a cui si rivolge. Un pubblico “educato” a una fruizione multi performativa ed anticonvenzionale, esperto di “lettura artistica”e predisposto al coinvolgimento emozionale. Assertivo, empatico e partecipativo.
Il teatro scelto per questa singolare rappresentazione, ha conferito sacralità alla performance, tradotta con la verticalità dei movimenti, spirali volteggianti, evocando i temi di preghiera e ascensione .
Il Teatro Basilica nasce, non a caso, sulle fondamenta di una basilica romana mai portata a termine. Nell’architettura si può ancora percepire lo scheletro della basilica, generando sia nell’artista quanto nello spettatore rievocazioni e suggestioni. Ancor prima di essere abitato da danzatori, attori e musicisti era già vivo e raccontava qualcosa di sé, che poi nel corso della performance ha potuto prendere una definizione sulla base della percezione del pubblico. Vita, morte, trasformazione, unione, attrazione, repulsione, condivisione, catarsi, magnetismo, dialogo interiore. Tutto questo, e non solo, abbiamo visto sfilare in tre quadri coreografatie recitati, con le musiche dal vivo del compositore danese Niklas Emborg Gjersøe. La performance ha visto tra i protagonisti artisti provenienti da: Stati Uniti, Danimarca, Canada ed Italia, affrontando il tema della connessione tra persone, che si relazionano in uno spazio scenico e dialogano con un linguaggio performativo comune ed eclettico, abbattendo la distanza culturale e linguistica, tra loro e con lo stesso pubblico. L’idea nasce dopo un primo e galeotto incontro tra Niklas e Jacqueline che segnerà poi l’inizio di questa esplorazione e ricerca sulla spinta gravitazionale, ma anche magnetica se vogliamo, che ha reso possibile la sinergia artistica a distanza dei due, che si è poi allargata anche agi altri performer:
Mark Bernstein, Frances Samson, Michele De Girolamo, Stefano Vona Bianchini, Giuseppe Sangiorgi, Giulio Forges Davanzati provenienti da USA, Danimarca e Italia, i quali hanno lavorato singolarmente le proprie coreografie legandole successivamente in un processo di improvvisazione che ha, in qualche modo, conservato il sapore dell’incontro tra loro.
Obiettivo di fondo dello spettacolo è indagare quegli aspetti, emozioni, movimenti che ci uniscono ad altri esseri umani a prescindere dalla provenienza e dalla volontà razionale. Due sono gli elementi che si individuano inequivocabilmente durante la performance. Intanto, un RESPIRO comune, così intenso nel danzatore da coinvolgere il pubblico, aria come orpello e decorazione, adorno, ma anche completamento melodico della musica di Emborg Gjersøe. L’altro è una FORZA che spinge e attira sia sul piano verticale che su quello orizzontale, fuori dal controllo, ma che regala al movimento quella tensione, esteticamente piacevole all’occhio, che sprigiona dai corpi dei performer, pervadendo ogni loro singola azione e sguardo.
Interessanti i costumi di Michele Degirolamo che hanno lasciato la possibilità di osservare qualsiasi dettaglio tecnico oltre che i corpi scultorei dei danzatori. Rilevante il lavoro con le luci di David Barittoni che ha reso degli effetti interessanti di controluce con i musicisti, ma anche luci come elemento danzante all’interno del set.
Curiosi di conoscere la prossima ispirazione della Bulnés, così da allenarci a uno sguardo futuristico della danza, dove nello spazio tra concetto e contenuto è richiesto il nostro contributo immaginativo.
Visto il 21 dicembre 2019
Teatro Basilica
dal 18 al 22 dicembre 2019
THE GRAVITY BETWEEN
di e con Jacqueline Bulnes
e con Mark Bernstein, Frances Samson, Niklas Emborg Gjersøe, Michele
De Girolamo, Stefano Vona Bianchini, Giuseppe Sangiorgi, Giulio Forges
Davanzati
musiche di Niklas Emborg Gjersøe