MAYTE MARTIN CON BELEN MAYA, DEJAVU @Auditorium Parco della Musica: la malinconia che canta la vita

In occasione del Festival di Danza Spagnola e Flamenco all’Auditorium Parco della Musica, tornano in scena insieme la cantaora Mayte Martin e la danzatrice e bailaora Belen Maya.

Nel preludio dello spettacolo, si incontrano al centro della scena Belen e Mayte. La bailaora in una bata de cola nera e la cantaora in un austero abito maschile nero. Belen Maya avviluppa Mayte con la lunga coda, danzando distacco e seduzione sulle note della Soleà cantata da Mayte Martin, quest'ultima ferma, posata, ritta e distaccata come un Totem. Mentre qualcuno delle file dietro continua a chiedersi se Mayte Martin sia uomo o donna, col suo abito scuro, i capelli corti e bianchi, il volto pulito, a noi appare evidente una cosa: che difficilmente un portamento tanto naturale, mascolino, elegante, è calzato da chicchessia. L'aspetto classico, misurato, tutto contegno e pathos di Mayte Martin si incontra con il linguaggio meticcio della danzatrice di orgini gitane, la cui danza è a tratti visualizzazione carnale dei sentimenti espressi dal canto e a tratti più concettuale.

Mayte apre a questo punto il concerto, presentando alcuni dei suoi pezzi più noti e letras di una bellezza intramontabile, che brillano attraverso la voce d’angelo malinconico che l’ha resa tanto celebre. Dalla bulería alla petenera, sino a una meravigliosa cantiña, la cantaora ha raccolto l’attenzione del pubblico e il piacere a conoscere o a riconoscere le sue letras più famose. Accompagnata solo dalla chitarra di Chico Fargas e nei due pezzi con danza dal percussionista Alejandro Hurtado, il quadro restituisce un flamenco virtuoso ma sobrio, con la sicurezza dell’esperienza delle due grandi artiste.

Belen Maya apre e chiude lo spettacolo, finendo con un Tientos-Tangos. Nello stile, come nell’abito, Belen fonde la tradizione con movimenti più contemporanei, attingendo chiaramente alla sua vasta formazione. La sinuosità di certi movimenti crea meravigliosi contrasti con la ricerca di linee più nette e angolari, la tridimensionalità con l’aspetto più bidimensionale di altri momenti, che ricorda alcune tradizioni del Teatro orientale ispirate anche al movimento delle marionette.

Una bellissima serata per gli afficionados del flamenco e non solo, l’unica nota che si potrebbe fare è che c’è stata effettivamente poca danza rispetto quanto lasciasse ad intendere il titolo dello spettacolo, infatti più che un duo in questo caso sembrerebbe essersi trattato piuttosto di un pregiato intervento di danza da parte di Belen Maya nel concerto di Mayte Martin. Ma lo accettiamo così com’è, magari avessimo sempre la voce di Mayte Martin ad accompagnarci in attese dolci come in questo caso!

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF