MARTHA- LA MEMORIA DEL SANGUE@Teatro dei Conciatori: uno spiraglio sulla pioniera della danza moderna

MARTHA- LA MEMORIA DEL SANGUE”, primo lavoro di regia di Riccardo Italiano presentato al Teatro dei Conciatori alla fine della sua tournée, nasce come uno spiraglio attraverso la vita interiore della danzatrice americana Martha Graham, pioniera della danza moderna.

Attraverso le parole stesse dell’artista, rievocata dalle attrici-danzatrici Valentina Pescetto e Caterina Campo, cogliamo gli intrecci che per tutta la sua esistenza la Graham captò e tesse tra la sua vita personale e la sua creazione artistica: una nuova danza che in quegli anni si strappò di dosso con forza qualsiasi veste tecnica e formale che non partisse da una più profonda ricerca interiore, che partiva da una più attenta attenzione all’origine del movimento nel corpo. Così la sua filosofia, la sua idea di relazione uomo-donna, le suggestioni marcate dalle sue storie sentimentali o sensuali cantano al di sotto dell’estetica della danza grahamiana.
Un soggetto molto forte, molte idee e molto materiale da elaborare per questo progetto teatrale, in realtà forse troppo. Quando si vuol far rivivere un’artista attraverso la potenza delle sue memorie scritte il rischio purtroppo è quello di appoggiarsi su queste ultime o di finirne soggiogati. Si nota la buona preparazione coreutica delle danzatrici, ma poco può un corpo allenato se l’impostazione recitativa si pone in modo tanto mentale. Se la Graham individuò i due fondamenti del movimento nel contract-release (la contrazione e il rilascio del centro del corpo, l’addome e la parte pelvica) lo fece con l’intento, non formale, bensì fondante, di aderire a una danza più autentica possibile, che partisse quindi dall’origine dell’energia per poi propagarsi attraverso il respiro in tutto il corpo.

Se già la respirazione della danzatrici appare impostata, o meglio “imposta” al corpo, così come il tono conferito allo stile recitativo, che passa dal collerico al nostalgico, dal drammatico all’ispirato tanto repentinamente (nuocendo, come quasi sempre accade, alla credibilità di quanto messo in scena) risulta molto difficile seguire lo spettacolo senza la percezione che vi sia stato un fraintendimento sul lascito della rivoluzionaria artista. Belli i testi e le idee scenografiche, e apprezzabile l’intento di riportare tra il pubblico le parole infuocate della grande danzatrice, purtroppo lo spettacolo perde per la quantità di materiale, da cui risultano una certa dispersività e una sensazione quasi di bipolarismo (che per qualche strana ragione in teatro pare spesso voler essere la traduzione di passione), e uno stile recitativo che, paradossalmente, il corpo lo ascolta ben poco.

Nel mondo della danza-teatro nascono grandi lavori probabilmente quando i danzatori non scindono il proprio ruolo di danza con quello di recitazione, e traggono dalla propria preparazione coreutica un lavoro di ascolto fondamentale per un teatro autentico e forte.

Martha – la memoria del sangue
Autore:Riccardo Italiano
Interpreti:Valentina Pescetto – Caterina Campo
Teatro dei Conciatori

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