Intervista al giovane coreografo Gianluca Possidente

Il 10 maggio 2017 andrà in scena, presso il Teatro della Visitazione di Roma, durante il Festival Live Art 2017, la creazione Ho sentito Eva cantare, dell'emergente coreografo Gianluca Possidente. Alessia Fortuna, l'ha intervistato per la rivista Gufetto Magazine, mettendo in luce il suo stile coreografico, la sua ricerca e i suoi progetti futuri.

 

Com’è nata la tua passione per la danza?

Mi sono avvicinato concretamente al mondo della danza quando avevo 17 anni, anche se in realtà danzavo da sempre. Da quando ho capito come stare su due gambe, anzi, visto il profondo amore per il Floor work credo anche prima.

Dopo due anni sono stato ammesso all'Accademia Nazionale di danza di Roma e da quì ha inizio il mio studio a livello professionale, prima con il triennio classico e poi con il biennio specialistico in tecnica contemporanea; in seguito mi sono trasferito in Olanda all'Artez Dansacademie di Arnhem.

 

 

 

Su cosa si basa il tuo stile?

Sul piano stilistico ho trovato una mia personale compiacenza d'espressione in tutto ciò che, partendo dal movimento naturale dell'uomo, può essere fonte e manifestazione di espressività, di ritmo, di dinamica. Dunque, la gestualità, la fluidità del Release, la potenza del Contact e del Floor work, sono tutti elementi che caratterizzano le mie visioni coreografiche e che in ogni modo riescono a riportare sulla scena quella matrice organica della vita quotidiana, della realtà.

Ogni lavoro coreografico che ho realizzato fin ora, è sempre nato da un processo creativo di ricerca,  in cui, la visione oggettiva dei concetti da trattare si mescola con quella mia personale, esperienziale o visionaria che sia, ma in ogni modo destinata ad arricchire le possibilità comunicative, permettendo così che ogni spettatore trovi qualcosa di se in ciò che succede in scena.

 

Com’è nata la Compagnia Aire44 e da cosa deriva il nome?

La compagnia nasce nel Maggio 2016 dall'esigenza di danzatori e attori di esprimersi e creare, dando vita a progetti che mescolano gradevolmente tra loro varie discipline artistiche. La cifra stilistica che ne emerge è una combinazione tra i linguaggi del Contact, del Release e del Floor work, che manifestano un corpo armonico in cui, il movimento sarà l'azione e l'azione sarà danzata dalla voce della mente visionaria. Il significato del nome Aire44 è legato ad una persona di grande importanza nella mia vita, ho voluto che il nome della compagnia avesse un po del suo, con il desiderio di riuscire a manifestare nel mio lavoro, amore dedizione, coraggio e volontà, che sono tra le sue qualità distintive. In oltre, in chiave ispanica, Aire è Aria, elemento che riempie e svuota i nostri corpi e lo spazio intero. È bello sentirsi collegati all’aria, all’aria che spinge i nostri corpi a muoversi e a quella che invece è generata dai corpi che si muovono. È lei a distribuire la danza al di fuori dei nostri corpo.

 

Da dove o da cosa parte la tua ricerca per la creazione della performance e come si sviluppa in seguito?

Generalmente il mio processo creativo parte da una ricerca delle fonti da cui estrapolo quelle chiavi che nel corpo e nella composizione drammaturgica vanno a diventare i tasselli della creazione. Sviluppo un lavoro di modulazione del movimento che attraverso il tempo, lo spazio, la dinamica, la qualità e dunque il ritmo, può trasformare continuamente una semplice cellula di movimento, evocando così immagini diverse ma impregnate di un nucleo saldo. È un po' come succede con le parole che le persone utilizzano per comunicare: le parole sono sempre quelle, ma in base al modo in cui vengono espresse possono indicare e far suscitare intenzioni diverse: d'altronde il movimento è intenzione e l'intenzione trasforma ogni movimento.

 

In che modo utilizzi la musica? Ispira le tue creazioni?

La relazione con la composizione musicale arriva quasi sempre in un secondo momento, mi piace che il corpo dia vita ai movimenti impregnati del solo pensiero generatore, senza ulteriori influenze esterne, in modo da avere una forte veridicità del ritmo d'espressione e delle varie tensioni che relazionano le varie parti del corpo impegnato a dire qualcosa. Mi piace poi lasciarmi stupire dalle relazioni casuali che si vanno, inevitabilmente, a creare tra danza e musica, quasi seguendo quel filone cunninghamiano del processo aleatorio. 

 

Com’è nato il tuo spettacolo Ho sentito Eva cantare in scena il 10 maggio presso il Teatro della Visitazione di Roma, durante il Festival Live Art 2017?

Questo spettacolo è stato creato in un periodo di residenza artistica concessa dall'Accademia Nazionale di Danza di Roma, nel Luglio 2016. Oltre alla collaborazione degli interpreti (Annalisa Di Matteo, Diletta Nannicini, Alessandra Pavoni, Daniela Querci) hanno contribuito alla creazione Angiola Maria Grolla, musicista e compositrice delle musiche originali dello spettacolo, Floriana Cirillo per la scenografia e il disegno luci, ed Antonia Capparelli per la spalla drammaturgica offerta.

Ho sentito Eva cantare si muove su diversi piani sia interpretativi che cronologici, dalla mitologia ai giorni nostri, dal corpo plastico in movimento all'utilizzo della voce, dal buio alla luce, dove “la tentazione” sarà il fulcro fondamentale che ci condurrà a fare o non fare determinate cose o determinate scelte.

 

 

 

 

Cosa ci riservi per il futuro?

Per il futuro prossimo sicuramente vorrei mantenere le mie due principali attività: l’insegnamento al liceo coreutico e la direzione artistica dell’Aire44. Attività che, per quanto appartenenti allo stesso campo, sono due mondi molto diversi: se da una parte c’è la freschezza dei sogni di giovani danzatori e, non neghiamolo, una stabilità economica, dall’altra, c’è un turbine di viaggi, idee in continua creazione, prove, spettacoli e tanta passione a cui non si può rinunciare.

Grazie alla collaborazione degli artisti che lavorano nell’Aire e alla direzione organizzativa di Francesca Possidente, lo spettacolo può continuare a seguire il suo processo di maturazione ed affinarsi sempre più. Nel frattempo, lo spirito creativo, mi porta comunque a considerare anche nuovi progetti e nuove collaborazioni artistiche, sempre fonti di stimoli, esperienze e idee. 

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